Un John Elkann sorridente insieme a Mike Manley al salone di Detroit

Manley: «Con l’ecotassa va rivisto il piano per l’Italia». Ceo di Fca assicura che il gruppo è solido

di Giorgio Ursicino
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DETROIT - La prima volta di Manley. In pubblico, ad un salone, a rispondere alle domande dei media sul presente e futuro di Fca. In prima fila alla presentazione del nuovo Ram “Heavy Duty” a fianco del manager che ha preso il posto di Sergio Marchionne alla guida di Fiat Chrysler c’è anche il presidente John Elkann. Ampi sorrisi, soddisfazione per l’anno appena concluso in cui l’azienda controllata da Exor ha raggiunto risultati record soprattutto in Nord America, il suo mercato di gran lunga più importante. Manley, però, parla del nostro paese: «L’Italia per noi è un paese fondamentale, è quello dove vendiamo di più in Europa e anche quello dove ci sono le nostre fabbriche. Abbiamo da poco annunciato 5 miliardi di investimenti e una decisa accelerazione verso l’elettrificazione. Le cose però cambiano in fretta, l’introduzione dell’ecotassa varia lo scenario e ci saranno ripercussioni sui nostri programmi. No, il piano non è annullato, ma dovremmo rivalutarlo in base alle conseguenze che il provvedimento causerà. Fino a quando la revisione non sarà conclusa non posso aggiungere altro».
 

 

Il bonus-malus introdotto dal governo con la manovra di fine anno potrebbe avere quindi risvolti negativi per la produzione industriale italiana già fiacca, penalizzando la ripresa anche dell’occupazione che il Lingotto si è più volte impegnato a riportare a pieno regime. Tolto il sassolino dalla scarpa, il manager britannico passa a parlare dei tanti aspetti positivi, evidenziando una situazione aziendale forte e sana: «L’improvvisa scomparsa di Sergio è stato uno shock per tutti noi, ci ha ricordato che dobbiamo essere preparati a tutto. Sono stati sei mesi intensi, siamo pronti ad affrontare il 2019, ho ricevuto pieno supporto dal team che abbiamo anche cercato di migliorare. Sono soddisfatto di come sta andando il business e dei risultati finanziari».

Su questo punto, sull’equilibrio e la salute del gruppo, Manley insiste anche quando viene tirato in ballo l’imminente accordo Volkswagen-Ford che potrebbe avere ripercussioni in America e in Europa: «Non siamo più al 2015 quando eravamo alla ricerca di un partner, lo aveva più volte detto anche Marchionne lo scorso anno. Siamo un’azienda solida in grado di centrare da sola i target che sono stati fissati. Certo guardiamo quello che accade intorno e se capitano le giuste occasioni siamo pronti a coglierle». Manley entra nel dettaglio della situazione aziendale, spiega quali sono i dossier sul tavolo: «La vendita della Marelli è stato un buon affare per tutti; Fca ora è più forte, ha più risorse, ma ci saranno vantaggi anche per l’azienda di componenti. No, Teksid e Comau non sono in vendita, dobbiamo lavorare per migliorare il loro valore e se ci riusciremo vuol dire che saremo stati bravi».

Una spiegazione anche sulla divisione di Maserati e Alfa Romeo, una realtà che sembrava ormai consolidata: «Sono convinto che Maserati sia un brand molto speciale. Anche Alfa lo è, ma i clienti sono diversi e anche i loro segmenti di riferimento: sono sicuro che la separazione porterà vantaggio a entrambi. La nuova Alfa è andata bene negli Stati Uniti dove ha raddoppiato le vendite, meno in Cina». Il ceo di Fca si sofferma sul grande paese orientale: «È vero, lo scorso anno per la prima volta le vendite hanno rallentate dopo quasi un trentennio di crescita, ma resterà il più grande mercato del mondo. Per noi rappresenta ancora una parte relativamente piccola delle nostre attività, ma è un’opportunità significativa di crescita».

L’ad del gigante italo-americano conclude parlando degli Usa, la vera cassaforte dell’azienda: «Nel 2018 abbiamo incrementato le vendite di quasi il 10%, fra i costruttori più grandi siamo stati gli unici a farlo. Abbiamo stabilito nuovi record con i marchi Jeep e Ram, quelli che più sono cresciuti da quando Fiat e Chrysler lavorano insieme. La nuova Wrangler è stato un grande successo e il Ram 1500 è stato elettro Truck dell’Anno. Presto aumenteremo la capacità produttiva negli States, avremo due nuovi modelli Jeep e gli attuali impianti non hanno lo spazio necessario per produrli».
 

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Mercoledì 16 Gennaio 2019 - Ultimo aggiornamento: 01:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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