Media cinesi in pressione per Sinochem, “Pirelli cartina di tornasole su investimenti in Italia”
PECHINO - Mentre gli Stati Uniti aumentano la pressione su Pirelli, l'Italia «si trova a un bivio, poiché la sua scelta metterà alla prova la capacità del Paese di bilanciare una cooperazione pragmatica con pressioni politiche esterne che rischiano di interferire con i suoi interessi economici e il suo sviluppo a lungo termine». E' quanto scrive il Global Times, in un lungo articolo dedicato al contenzioso che coinvolge la Bicocca e il suo azionista di maggioranza relativa Sinochem. In una lettera ai funzionari italiani di metà luglio, il Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio americano ha affermato che «i poteri di veto imposti da Roma a Pirelli nel 2023 per limitare l'influenza di Sinochem non erano sufficienti a proteggere l'azienda dalle restrizioni negli Usa».
La lettera suggeriva di inasprire le richieste Usa all'Italia di interferire con i legittimi diritti dell'investitore cinese su Pirelli, una mossa che viola «il normale ordine della cooperazione commerciale internazionale». Guardando indietro, l'accordo Sinochem-Pirelli ha sempre rappresentato «un'iniziativa reciprocamente vantaggiosa, guidata dal mercato». Nel 2015, quando l'Italia era alle prese con le conseguenze della crisi del debito europeo, Pirelli fu venduta per 7,8 miliardi di dollari a un gruppo di investitori, tra cui ChemChina, che in seguito si è fusa con Sinochem. L'investitore cinese, ha aggiunto il tabloid del Quotidiano del Popolo, «non solo ha iniettato fondi nell'azienda di pneumatici, ma l'ha aiutata a trovare una nuova crescita nel più grande mercato dell'auto al mondo.
La cooperazione si trova ora ad affrontare l'incertezza a causa di un avvertimento Usa, una chiara deviazione dalla logica commerciale e dai principi di mercato». Il tabloid accusa la «sicurezza nazionale» e la «protezione tecnologica» con cui gli Stati Uniti esortano «i loro alleati ad allinearsi al loro obiettivo strategico di contenere la Cina». Per l'Italia e l'Europa nel suo complesso, «il costo effettivo» di tali pressioni "è esorbitante. La prima vittima sarebbe il fondamento stesso delle prospettive di Pirelli», in scia «all'interferenza politica».
Tale vulnerabilità sarebbe un grave danno per la società all'affidabilità creditizia e agli occhi degli investitori globali, scoraggiando futuri partner internazionali. Ora tutti gli occhi sono puntati sull'Italia: «Aderirà alla cooperazione pratica o permetterà che «l'ansia per la sicurezza» domini le sue decisioni economiche? Questa scelta non riguarda solo il destino di Pirelli, ma definirà anche il percorso di sviluppo dell'Italia negli anni a venire».




