Fabrizio Faltoni, presidente e amministratore delegato di Ford Italia

Ford, presente e futuro dell’auto e dei commerciali in Italia. La fotografia di Fabrizio Faltoni

di Sergio Troise
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MILANO - Il mercato 2019 dell’auto dovrebbe concludersi in Italia con un calo delle vendite che potrebbe non superare il -1,2% (1.890.000 unità immatricolate contro 1.910.025 del 2018). Rispetto all’anno scorso, però, dovrebbero essere totalizzate meno immatricolazioni a km 0 (già a fine novembre il totale era calato del 13,5%) e ciò vuol dire che, se le stime verranno confermate, il consuntivo 2019 sarà riferibile a un mercato più realistico, meno gonfiato artificialmente.

Come tradizione per il nostro Paese, la parte del leone la faranno ancora una volta citycar, compatte e Suv. Inoltre si profila, per fine anno, un aumento, sia pur esiguo, delle vendite a privati, mentre potrebbe crescere di molto la quota del noleggio a lungo termine (+5,1% già a fine novembre). Per quanto riguarda le motorizzazioni e i sistemi di alimentazione, si prevede che proseguirà la caduta del diesel, mentre faranno registrare lievi crescite la benzina e l’ibrido e non subiranno variazioni significative metano e Gpl (comunque in calo).

Guardando al 2020, si profila invece uno sviluppo consistente dell’innovazione tecnologica e un incremento delle auto elettrificate (ibride e ibride plug-in). Sono queste le valutazioni emerse nel corso di un incontro di fine anno organizzato a Milano da Fabrizio Faltoni, presidente e amministratore delegato di Ford Italia: un incontro dedicato a temi di carattere generale, ma anche allo stato di salute del colosso euroamericano, da sempre protagonista anche da noi.

Le stime illustrate da Faltoni indicano per fine anno la Fiesta leader delle vendite Ford, con 27.000 unità (1.500 meno del 2018), mentre la Ka, che intanto ha perduto la variante Ka+, dovrebbe chiudere a quota 12.000, con una crescita di 4.600 immatricolazioni. 12.000 unità sono previste anche per Focus e C-Max (10,7% di quota di mercato ed un aumento stimato di 900 esemplari sul consuntivo 2018). Per l’EcoSport si stima che chiuderà il 2019 a quota 26.500, mentre Kuga si fermerà a 10.300 (in entrambi i casi numeri in linea con il 2018), mentre gli altri modelli in gamma dovrebbero totalizzare 3.700 targhe.

Ma come andranno le cose nel 2020? Senza tanti giri di parole il numero 1 di Ford Italia ha fatto sapere che la filiazione italiana del colosso di Dearborn conta di totalizzare, tra automobili e veicoli commerciali, 135.3000 unità (110.000 auto e 25.300 commerciali). Ciò vuol dire 3.700 immatricolazioni in più del 2019, con una crescita percentuale dell’1,4% per le autovetture e del 2,3% per furgoni e van. Su quest’ultimo fronte c’è molta fiducia, in quanto – a differenza di quanto avvenuto per le autovetture – i veicoli commerciali dell’Ovale Blu sono in crescita costante dal 2015, con quote aumentate di anno in anno dal 10,1% di cinque anni fa, fino alla previsione del 16,4% per la chiusura del 2019 e al top registrato a novembre, quando è stata raggiunta la quota record del 20,1% (vicinissima a quella dei “padroni di casa” della Fiat, per i quali si prevede la chiusura dell’anno a quota 22,5%).

Ma al di là dei numeri, nel corso dell’incontro di fine anno è stato confermato il piano strategico mirato all’elettrificazione, ovvero all’introduzione di sistemi ibridi, ormai irrinunciabili se si vogliono creare le condizioni per rispettare i limiti sulle emissioni nocive che entreranno in vigore dal 2021. Entro dicembre del 2020, dunque, arriveranno 14 nuovi modelli Ford elettrificati, in parte mild-hybrid, in parte hybrid e in parte hybrid plug-in. L’innovazione più leggera interesserà Fiesta, Focus, Puma, Kuga e i veicoli commerciali Tourneo e Transit. Poi toccherà ai modelli Hybrid di Kuga e Mondeo e alle plug-in Kuga, Explorer, Tranist Custom e Tourneo Custom. Nei piani c’è anche l’introduzione di nuovi modelli ad alimentazione 100% elettrica, e tra questi spicca la Ford Mach-E di recente presentazione, attesa sul mercato entro la fine del 2020.

Nel corso dell’incontro milanese è stato focalizzato anche il possibile mutamento del parco veicoli commerciali in Italia da qui al 2022. Ma nonostante i cambi di normativa previsti sulle emissioni e gli ingenti investimenti fatti dalle case automobilistiche sull’innovazione tecnologica, la previsione illustrata da Ford indica uno scenario poco rassicurante: su un parco circolante di 3.850.000 autoveicoli, il 51% (2 milioni di veicoli) sarà ancora “fermo” ai sistemi di neutralizzazione delle emissioni nocive delle obsolete normative Euro 1, 2 e 3, mentre soltanto il 12% rispetterà i limiti dell’Euro 6, il 15% dell’Euro 5 e il 22% dell’Euro 4. Sconfortante. D’altra parte l’Italia non ha mai varato un realistico piano sulla bonifica ambientale e gli incentivi attualmente in vigore risultano del tutto inadeguati rispetto alle reali necessità dello svecchiamento del parco circolante dei veicoli da lavoro.

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Mercoledì 18 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 18:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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