Herbert Diess, nuovo ceo del Gruppo Volkswagen

Volkswagen, Diess alla guida del gruppo: «Nessuna rivoluzione, siamo sulla buona strada»

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BERLINO - Volkswagen, adesso è ufficiale, ha un nuovo ceo: Herbert Diess. A nominarlo è stato ieri sera il consiglio di sorveglianza, che si è avvicendato due anni prima del tempo con Matthias Mueller, l’uomo che ha affrontato la tempesta del dieselgate, portando il colosso dell’auto tedesca prima al riparo, e poi a superare se stesso. Un trauma che il gruppo vuole lasciarsi definitivamente alle spalle, puntando su un nuovo inizio e diventando campione di «mobilità sostenibile». È la promessa contenuta nelle prime parole del nuovo leader: «Matthias Mueller ha preparato il cambio del corso, e il mio compito più importante sarà ora quello di proseguire e accelerare il percorso in modo coerente, insieme al gruppo dirigente e ai nostri collaboratori, per diventare un fornitore redditizio, leader a livello mondiale di una mobilità sostenibile».

Si punta tutto su elettromobilità e digitalizzazione dell’auto e nuovi servizi della mobilità. Va via anche il capo del personale Karlheinz Blessing, sostituito da Gunnar Kilian, oggi portavoce del consiglio di fabbrica. Si registra anche l’addio «volontario» di Francesco Javier Garcia Sanz: da 17 anni alla guida degli acquisti, e una fama da tostissimo negoziatore. Nel direttivo aziendale entra infine il ceo di Porsche Oliver Blume. Il consiglio ha annunciato anche una ristrutturazione complessiva: i marchi saranno suddivisi fra «volumen», «premium» «superpremium», «truck and bus». Inoltre sarà portata a compimento la preparazione perché il comparto dei veicoli commerciali di bus e camion possa essere quotato in Borsa. Nel comunicato si ringrazia Mueller per «l’eccellente lavoro svolto», che però non gli risparmia l’uscita dal ruolo «ad effetto immediato».

È stato Handelsblatt a far trapelare in serata che il top manager che ha raccolto Vw dalle mani di Martin Winterkorn, travolto dallo scandalo emissioni due anni fa, potrebbe comunque restare nell’azienda, che continuerà a pagarlo, secondo contratto, fino a scadenza del mandato, il 2020 (gli devono altri 20 milioni di euro, e poi una pensione da 3600 euro al giorno, secondo calcoli fatti dalla Bild). Della brillante prestazione, il consiglio gli rende merito, mettendolo nero su bianco: «Mueller ha assunto il ruolo nel momento in cui Vw si trovava di fronte alla sfida più grande della sua storia. E non ha soltanto guidato Volkswagen in modo sicuro in questo periodo, ma con il suo team il gruppo è stato anche rinnovato strategicamente dalle fondamenta , è stato avviato il cambiamento culturale». «Vw non solo non ha più traccia di quel che è ha accaduto, ma è più robusta di quanto sia mai stata prima finora».

Del resto un mese fa, era stato proprio Mueller ad annunciare la svolta sull’elettromobilità: entro il 2020 si produrranno veicoli di questo tipo in 16 fabbriche invece di 3, aveva affermato, presentando i dati del 2017. Quando Volkswagen ha consegnato 10,74 milioni di veicoli nel mondo, confermando il suo primato, e ragginto un da 230,7 miliardi di euro (+6%). «Un anno eccezionale, in cui siamo tornati all’offensiva», aveva dichiarato Mueller orgoglioso. Ma questa continuerà senza di lui. «Grazie per la fiducia. Sono molto consapevole della responsabilità che mi viene affidata». Così il nuovo ceo di Volkswagen Herbert Diess, in conferenza stampa a Wolfsburg. Vw è di fronte ad una «seconda fase della riorganizzazione», e «non vi sarà alcuna rivoluzione», «la strategia 2025 è giusta», ha spiegato. «Non c’è motivo di dubitare del corso iniziato, va realizzato con forza ed energia. Accelereremo il ritmo», ha affermato citando i buoni esiti dell’uscente Matthias Mueller. «Siamo sulla buona strada».

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Venerdì 13 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 14-04-2018 18:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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