La locandina della mostra Centomiti

Centomiti: l'11 e 12 maggio a Verona Legend Cars la mostra dei 100 modelli che hanno fatto la storia dell'auto

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VERONA - Centomiti è il nome ambizioso della mostra che andrà in scena a Verona Legend Cars l’11 ed il 12 maggio e punta a mostrare proprio i 100 modelli che hanno fatto la storia dell’auto. Certamente non deve essere stato semplice individuare i cento modelli simbolo della storia dell’auto dalla sua nascita fino ad oggi. 100 modelli rappresentativi di un’icona che dalla sua nascita ad oggi ha rivoluzionato il nostro stile di vita. Simbolo chiave della nostra società, nel tempo ha cambiato la sua funzione, segnando profondamento la storia sociale, economica, tecnica, sportiva, culturale dell’uomo. Una storia fatta di persone, visioni, idee, esperienze, avanguardia. Una mostra che è quasi una sfida. Individuare le 100 auto che, a livello mondiale e tra migliaia di modelli progettati in oltre cento anni di produzione automobilistica, hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo tecnico, stilistico, sportivo, sociale e culturale del mezzo di trasporto più diffuso, utilizzato e amato.

Come racconta Luca Gastaldi, giornalista e storico dei motori, curatore della mostra insieme a Intermeeting Srl, ente organizzatore di Verona Legend Cars: «È stata una bella sfida, quella di selezionare i cento modelli più rappresentativi nella lunga storia dell’automobile. Considerando l’intera produzione mondiale dalle origini ad oggi, cento modelli non sono affatto molti come potrebbe sembrare. Ho cercato di tenere a freno il naturale campanilismo nei confronti della ricca e valida produzione italiana, alla quale comunque spetta un posto di primissimo piano. L’Italia, insieme a Germania, Francia e Inghilterra, è stata la culla dell’automobile, sin dagli albori; poi sono arrivati Stati Uniti e Giappone. Per stilare questa lista ho tenuto a mente alcuni parametri fondamentali: in primo luogo le innovazioni tecnologiche e industriali, poi gli aspetti legati al design, infine i risvolti sociali, culturali ed economici che determinati modelli hanno innescato. L’automobile infatti - oggi ingiustamente demonizzata - è stata l’indiscussa protagonista dell’ultimo secolo di storia dell’umanità, proprio perché ha profondamente - e positivamente - condizionato la società, quasi alla stessa stregua della musica e dell’arte».

Questo l’intento della mostra-evento che inaugurerà a Verona sabato 11 maggio nel padiglione 9 di Verona Fiere su una superficie di 2000 mq. La mostra tematica è realizzata grazie allo speciale contributo di partner internazionali: collezionisti italiani e stranieri, club di marca e le più importanti istituzioni museali. 100 auto, di provenienza internazionale - 31 Italia, 21 USA, 18 Germania, 16 Inghilterra, 10 Francia, 2 Giappone, 1 Ex DDR, 1 Svezia – e rappresentative delle più importanti case automobilistiche, tra cui Lancia con 6 modelli, Alfa Romeo, Mercedes-Benz, Bugatti, Ferrari e Ford con 5, Fiat, Peugeot, BMW, Lamborghini e Citroen con 3. Un patrimonio straordinario, dunque, un’occasione per tutti gli appassionati, un’immersione nella storia attraverso un percorso coinvolgente che parte dal Triciclo Benz realizzato in Germania nel 1886 (di fatto riconosciuta come la prima automobile della storia spinta da motore a scoppio) per arrivare alle supercar elettriche di ultima generazione. In mostra dunque alcune auto imperdibili, un tuffo nella storia per tutti gli appassionati. Vale la pena citare, andando in ordine temporale: la Austin Seven del 1922 (auto popolare secondo l’industria britannica, servì a motorizzare l’Inghilterra e non solo, perché venne costruita su licenza in molti altri Paesi), la Lancia Lambda del 1929 (prima vettura di serie ad adottare la carrozzeria portante), la Citroen Traction Avant del 1934 (prima vettura di grande serie dotata di trazione anteriore), la Cord 810 del 1935 (una rivoluzione tecnologica e stilistica: trazione anteriore, prestazioni e tenuta di strada all’epoca ineguagliate), la Volkswagen Maggiolino del 1938 (l’auto del popolo prodotta per oltre cinquant’anni ed esportata in tutto il mondo: simbolo di razionalità, design e funzionalità), la Iso Isetta del 1953 (microcar ante litteram dalle soluzioni geniali, come la porta anteriore frontale e le ruote posteriori gemellate poste al centro del pianale rastremate e spinte da un motore motociclistico), la Chevrolet Corvette del 1953 (il sogno americano dell’auto sportiva, la genesi delle “muscle car” che hanno avuto il massimo sviluppo negli anni Settanta), la Lotus Seven del 1957 (l’essenza dell’auto sportiva: un telaio rivestito da una carrozzeria davvero minimale per il massimo divertimento di guida), la Aston Martin DB5 del 1963 (famosa protagonista del cinema nella saga di James Bond, ma superlativa interprete di un’epoca automobilistica), l’Alfa Romeo Spider “osso di seppia” del 1966 (bassa, tonda, compatta.

Una linea senza tempo che ha raccolto consensi anche negli USA, grazie anche al ruolo da protagonista nella pellicola “Il laureato”), la NSU Ro80 del 1969 (eletta Auto dell’Anno nel 1968, era caratterizzata da una linea molto moderna, soprattutto utilizzava il particolare motore rotativo Wankel). Negli anni ’70 troviamo invece la Lamborghini Countach del 1972 (estrema, futuristica, potente: un nuovo concetto di supercar che irrompe come un UFO negli anni Settanta), la Volkswagen Golf del 1974 (la vettura media che ha cambiato il corso della Volkswagen, sia a livello stilistico che tecnico), la Mercedes-Benz W123 del 1976 (berlina, coupé, station wagon, limousine e preparata per le competizioni: un modello globale esportato in tutto il mondo, apogeo dell’affidabilità Mercedes-Benz). Negli anni ’80 abbiamo la Renault Espace del 1984 (una scommessa vinta dal costruttore francese in un periodo di grande crisi: un nuovo modo di intendere l’automobile che ha aperto una strada fino ad allora inesplorata) e la Ferrari F40 del 1987 (un modello per celebrare i quarant’anni della Ferrari che unisce i due mondi del Cavallino Rampante: le auto da competizione e le Gran Turismo).

Gli anni ’90 iniziano con la Bugatti EB110 del 1991 (una supercar all’avanguardia tecnologica, modello che ha rappresentato la rinascita del marchio per mano dell’imprenditore italiano Romano Artioli) e la Fiat Multipla del 1998 (modello che ha rotto gli schemi classici del car-design, andando oltre i concetti di bellezza e bruttezza: una scommessa vinta dalla funzionalità e dalla originalità). E arriviamo nel XXI secolo, con il 2008 che vede protagoniste la Tesla Roadster (la Casa americana è infatti la prima a poggiare la sua produzione automobilistica sulla tecnologia elettrica ad alto range di autonomia) e la ABARTH 500 (che segna la rinascita del glorioso marchio Abarth e la scoperta di un nuovo mercato di nicchia: quello delle auto personalizzato e delle serie speciali limitate). 100 auto, un secolo di storia, innovazione, passione. In un suggestivo percorso temporale accompagnato da immagini e testi narrativi. Un tuffo nel passato per capire il futuro.

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Mercoledì 8 Maggio 2019 - Ultimo aggiornamento: 19:33 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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