Un guidatore con occhiali a realtà aumentata

Al volante con occhiali a realtà aumentata per una guida più sicura. Proietteranno ostacoli e pericoli

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MILANO - In futuro la guida sarà ancora più sicura grazie agli occhiali olografici: attraverso la realtà aumentata proietteranno sulla strada ostacoli, pericoli e informazioni, per aiutare gli allievi di scuola guida così come i piloti in pista e gli automobilisti impegnati su strade insidiose. A disegnare questo scenario futuristico sono le ultime ricerche condotte nel laboratorio mOve Lab del Politecnico di Milano, appena trasferito nei nuovi spazi dello storico edificio Carlo Erba insieme ai laboratori Airlab, Merlin e Nearlab.

«Oggi esistono già dei dispositivi di proiezione indossabili progettati per l’uso in ambiente statico, come una stanza o una postazione di lavoro, mentre non esistono ancora dispositivi adatti a un ambiente in continuo movimento come quello stradale», afferma Sergio Savaresi, direttore del gruppo di ricerca Move specializzato in smart mobility e veicoli intelligenti. «Noi stiamo affrontando questa sfida grazie al progetto Hmd (Head-mounted Display), che vuole sviluppare nuove soluzioni per proiettare oggetti virtuali al posto giusto pur essendo in movimento». Tante le possibili applicazioni volte a migliorare il divertimento e soprattutto la sicurezza alla guida. «In pista, per esempio, potremmo indicare il punto di staccata, mentre sulle strade ordinarie potremmo segnalare la presenza di uno strapiombo o di una buca», spiega l’esperto.

Ancora più curioso l’utilizzo a scuola guida nelle prime lezioni di pratica. «Gli occhiali potrebbero proiettare incroci, corsie, auto e pedoni virtuali mentre l’allievo si trova alla guida dell’ auto all’interno di un piazzale deserto: in questo modo - sottolinea Savaresi - l’automobilista alle prime armi potrebbe misurare le sue abilità in diversi scenari senza correre pericoli». Il progetto, sebbene ancora alle battute iniziali, ha già solleticato la curiosità di grandi aziende come Maserati. Per vedere i primi prodotti sul mercato «dovremo probabilmente attendere ancora 4 o 5 anni», conclude Savaresi.

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Mercoledì 19 Febbraio 2020 - Ultimo aggiornamento: 25-02-2020 13:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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