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«Potevamo consegnare molte più vetture, ma in percentuale abbiamo fatto bei numeri e penso che abbiamo gestito meglio di altri la crisi dei chip». Il vice president di Toyota Motor Europe per il Product and Marketing Management, Andrea Carlucci, si gode i risultati commerciali che il costruttore delle Tre Elissi si sta conquistando nel Vecchio Continente tenendo fede alla propria filosofia e ai propri princìpi. Il primo è la pianificazione che «è un mantra assoluto. In questo periodo di incertezze – ricorda il manager italiano – non abbiamo cambiato i nostri obiettivi lavorando insieme con i nostri fornitori, senza mai derogare su integrità e qualità, altri due nostri mantra».
Ma ve n’è un altro che è l’accessibilità, realizzata con un pricing giusto – «che non ha mai voluto trarre vantaggio dalla situazione» – unito ad un’offerta che è ibrida per elezione e che punta ancora su segmenti, come quello della Aygo X, che gli altri stanno abbandonando. Una varietà che fa il paio su altri due punti inamovibili: l’ibrido e la neutralità tecnologica. I due temi stanno molto a cuore a Carlucci e si ricollegano evidentemente alle nuove normative Euro 7 e all’elettrificazione.
«Noi sosteniamo e abbiamo anche dimostrato che esistono vari modi per raggiungere le emissioni zero. Le nuove normative Euro 7, che entreranno in vigore nel 2025, e i nuovi standard RDE (Real Driving Emissions ovvero emissioni in condizioni reali, ndr) ci mettono sotto pressione per i tempi. Noi però accettiamo la sfida e pensiamo di avere le spalle abbastanza forti per sviluppare tutte le tecnologie. Qualcuno ha fatto le sue scelte semplificandosi il compito. Noi invece crediamo ancora nella neutralità tecnologica e la porteremo avanti». Anche per l’elettrico le idee sono chiare. «Ci sono mercati per i quali è già una realtà come la Norvegia, nei quali è in netta in accelerazione come la Germania e la Francia, dove invece procede lentamente come in Italia e Spagna e dove semplicemente non esiste, come in Grecia e nell’Europa dell’Est. Noi dobbiamo far muovere tutte queste persone e dobbiamo accompagnarle lungo un percorso che stanno facendo a velocità diverse. La nuova Prius indica proprio questo: che vogliamo fare prodotti vicini ai bisogni delle persone, che offrano vantaggi veri e accessibili per tutti».
La quinta generazione della capostipite di tutte le ibride dunque è il messaggio che il grado di elettrificazione è destinato a crescere e l’ibrido va verso il plug-in, ma anche che potrebbero esserci evoluzioni inaspettate. «Possiamo pensare ad un ibrido alla spina con un motore a combustione alimentato a idrogeno o una fuel cell con batteria ricaricabile. L’ibridizzazione è una filosofia espandibile all’ennesima potenza che noi riteniamo vincente perché pensiamo che nel mercato non vi siano né un’unica soluzione né un unico cliente».