il direttore del Motorsport di Hankook, Manfred Sandbichler

FE, Sandbichler (Hankook): «La gestione degli pneumatici entra a far parte della Formula E, ma non vedremo cambi gomme»

di Mattia Eccheli
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MADRID – I nuovi pneumatici Hankook sono una delle incognite della stagione 11 della Formula E, la prima delle monoposto Gen3 Evo che possono disporre del motore anteriore anche per la trazione (in qualifica, partenza e durante gli Attack Mode) e la penultima dell'azienda coreana quale fornitrice ufficiale del mondiale elettrico. Non è un paradosso, ma ai box le gomme che si deteriorano più rapidamente sono state accolte molto bene. E questo nonostante sul circuito di Jarama, alle porte di Madrid, tutte le scuderie abbiano potuto sperimentare la nuova combinazione tra monoposto e pneumatici per la prima volta. Finora i testi “privati” erano stati condotti dalle squadre con altre gomme, non quelle da “corsa”. La buona accoglienza dipende dalla maggiore aderenza e il loro consumo più rapido introduce un nuovo elemento strategico, ossia la loro gestione abbinata alla maggiori prestazioni della vettura e all'amministrazione dell'energia. «Abbiamo sviluppato uno pneumatico più orientato alle prestazioni e questo significa che si usura più rapidamente», spiega il direttore del Motorsport di Hankook, Manfred Sandbichler.

Quelli che si vedono qui sembrano più che consumati.

«Non confondiamo le cose: questa è una pista molto particolare e ciò che emerge è quello che le gomme raccolgono sull'asfalto, che però non è quello che le gomme perdono, bensì quello che si trova sul tracciato».

Ai box si lavora molto per mettere assieme dati.

«Finora avevamo gomme stabili, con le quale cominciavi e finivi allo stesso modo perché garantivano sempre la stessa prestazione».

E adesso?

«Come dire, adesso è più uno pneumatico “da pilota”. Si tratta di capire come uno se la cava, come lo porta in temperatura e come raggiunge il picco, almeno prima del calo. Questo è quello che vuole chi guida, che aspira al controllo della situazione. È una variabile che porta la gestione degli pneumatici nella Formula E».

Vale a dire?

«Non si tratta più di guidare sempre allo stesso modo, ma di capire come si possono sfruttare al meglio le caratteristiche della gomma, quando si può spingere al massimo e quando è meglio evitarlo».

Vedremo gambi gomme come in Formula 1?

«No, non è previsto. La Formula E ha obiettivi diversi rispetto ad altre classi del motorsport: ragiona sulla sostenibilità per completare una stagione con il minor numero di pneumatici possibile. Le gomme sono concepite per arrivare in fondo a ogni ePrix».

Quindi quanti pneumatici?

«Per ogni fine settimana di gara ogni squadra ha a disposizione due treni di gomme per ciascuna monoposto, tre per gli eventi doppi».

Quali sono i primi indizi raccolti dai test?

«Mi pare che all'inizio sia stato complicato per tutti interpretare le nuove gomme. Ora, assieme ai piloti, tocca agli ingegneri chiudere il gap di conoscenza. Ma se conosco le scuderie, credo che sarà una procedura molto veloce. Si vede già che i tempi sono gradualmente scesi, malgrado le diverse situazioni meteorologiche».

Si parla di prestazioni migliorate nell'ordine dei due secondi a giro.

«Difficile stabilirlo adesso. Quello è un valore teorico, perché vanno tenute in considerazione anche le diverse caratteristiche della monoposto. Come Hankook diciamo che è di un secondo e un secondo e mezzo, in base al giro e al circuito. Saremo più precisi a fine stagione».

Quanto dipende davvero dalle gomme?

«Abbiamo un dato, che riguarda la tenuta laterale, superiore del sette percento, ma non vuol dire molto».

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Venerdì 8 Novembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 18:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA