Alcuni dei 190 automezzi di proprietà della Marinobus

Trasporto passeggeri: Difficile viaggiare su gomma nell’anno del Covid, puntare su sicurezza e qualità

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ROMA - “È questo un anno senza precedenti, in cui siamo stati costretti tra l’altro a un repentino e non irrisorio innalzamento dei prezzi. Ma, al di là di ogni aspettativa, i nostri viaggiatori ne hanno compreso le ragioni e hanno confermato la fiducia nel nostro servizio”. È anche con questa battuta che Gerardo Marino - Amministratore unico di MarinoBus – ci racconta il 2020 del Covid nel settore del trasporto passeggeri su gomma. Un mercato precedentemente in grande sviluppo, anche per la spinta data dall’arrivo sulle nostre strade – già da qualche anno – di grossi brand internazionali, e ora alle prese con una crisi senza precedenti.

Parole, quelle di Marino, che - come vedremo - sottolineano un dato reale e ancor più significativo, visto che chi le pronuncia guida un marchio storico nel settore, attivo da sessant’anni. MarinoBus è un'azienda interamente italiana che - con oltre 200 autisti, 190 automezzi di proprietà e 3.000 biglietterie convenzionate - gestisce oltre 6.000 collegamenti per più di 250 destinazioni in Italia ed Europa. Nel 2019, prima dell’emergenza sanitaria, aveva trasportato 1,5 milioni di passeggeri per un valore della produzione di oltre 45 milioni di Euro.

Sarà forse perché la sua impresa ha sede e radici ad Altamura, rinomata per il gustoso pane, che Gerardo Marino racconta la sua esperienza con estrema schiettezza, appunto pane al pane, vino al vino: “Inutile girarci attorno: la pandemia ha avuto effetti devastanti sull’intero settore. Ne abbiamo avuto percezione diretta ma anche ripetute conferme dagli altri operatori con cui il confronto è stato frequente. E, inevitabilmente, i picchi drammatici sono stati raggiunti nei giorni del lockdown e in quelli immediatamente successivi”.

In particolare, a subire le peggiori conseguenze sono state le realtà più piccole che, avendo spesso un modello di business basato sui noleggi turistici e sulla fornitura di servizi ad aziende più grandi, si sono ritrovate improvvisamente in grosse difficoltà.

“Purtroppo è così. Per fortuna, la nostra strategia di sviluppo dell’ultimo decennio era fondata su capacità di innovazione e su rapidità di risposta alle esigenze dell’utenza per garantire viaggi e servizi di alta qualità. Subito dopo il lockdown, questa attitudine ci ha permesso di predisporre e applicare in tempi brevissimi un rigoroso protocollo di sicurezza. In questo modo, siamo stati i primi a riprendere il servizio nel settore, consentendo ai nostri clienti di poter tornare a viaggiare in tranquillità”.

La filosofia di MarinoBus punta ad offrire, a tariffe contenute, un comfort di viaggio ai massimi livelli del mercato, però senza mai inseguire il prezzo più basso a discapito della qualità. Una politica che ha consentito all’azienda non solo di resistere all’arrivo dei grandi player esteri, ma addirittura di continuare a crescere. Ma ora? L’adozione di rigide misure di sicurezza ha inevitabilmente effetti sulle tasche dei viaggiatori…

“Costi di formazione specifica del nostro personale, di igienizzazione dei mezzi, d’acquisto per i materiali usa e getta. E, soprattutto, possibilità di mettere in vendita solo il 50% dei posti usuali per rispettare gli obblighi di distanziamento. Siamo stati costretti ad aumentare del 30% le nostre tariffe a listino. Non poco, soprattutto di questi tempi. Ci preoccupava, non lo nascondo, la reazione dei clienti. Invece, abbiamo avuto una duplice e piacevole sorpresa…”

La prima è arrivata da una recentissima indagine di customer satisfaction: oltre il 70% dei passeggeri nei mesi estivi ha dichiarato di accettare il sovrapprezzo pur di viaggiare in sicurezza. La seconda è giunta dall’andamento della stagione estiva appena conclusa: “La domanda di mobilità nei mesi post lockdown ha seguito in maniera elastica l'andamento della curva epidemica e delle notizie riguardo la diffusione del virus. Ma da giugno a settembre abbiamo registrato una riduzione di circa il 30% rispetto al 2019. Tutt’altro che poco, ma meno del crollo che inizialmente si presagiva. Peraltro, la crisi è stata per noi anche un'occasione di efficienza, grazie a una rimodulazione delle tratte che non ha determinato una riduzione delle destinazioni servite”.

I prossimi mesi saranno ancora complicati, la domanda di servizi di mobilità continuerà ad essere contratta e il trasporto passeggeri su gomma essenzialmente limitato alle esigenze lavorative dell’utenza. Sarà più difficile prevedere chi, nel settore, riuscirà a superare la crisi quando finalmente avremo un vaccino e la pandemia comincerà ad essere progressivamente un ricordo...

“Sopravvivrà solo chi avrà idee, risorse e determinazione commisurate a un mondo del tutto diverso, in cui – ad esempio – lo smart working e la didattica a distanza non saranno più una risposta a un’urgenza ma un metodo condiviso e frequente di lavoro e studio. In quel contesto, i servizi dovranno essere ripensati per intercettare i nuovi bisogni. Come sempre e come giusto, il giudizio sarà interamente rimesso ai consumatori. E noi, con ottimismo, speriamo che quel momento arrivi presto”.

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Giovedì 8 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 13-10-2020 10:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA