Thierry Koskas, amministratore delegato di Citroën

Koskas (Citroën): «Vogliamo essere popolari e sorprendenti. Un ritorno della 2 CV? Mai dire mai…»

di Nicola Desiderio
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Dopo un 2024 di transizione e di trincea, Citroën è pronta a ripartire con una gamma che si è rinnovata e ha voglia di sorprendere con un mix di stile, praticità e accessibilità. Ne abbiamo parlato con Thierry Koskas, amministratore delegato di Citroën con alle spalle una carriera venticinquennale nel mondo dell’automotive e il compito di ricavare per il marchio che guida dal 2023 un’identità ben definita all’interno dell’universo Stellantis.

«Vogliamo posizionare il brand Citroën – dice il manager francese mettendo subito le carte in tavola – come un brand popolare, questo vuol dire che vogliamo essere accessibili per la maggior parte delle persone e vogliamo fare automobili attraenti, ma che siano facili da utilizzare. Per questo, non puntiamo ad avere tanta tecnologia. Abbiamo bisogno di avere il minimo richiesto dal cliente come l’aria condizionata e gli alzacristalli elettrici, ma non le cose più complicate. Vogliamo ciò che è veramente utile e questo si vede da C3, C3 Aircross, C4 e C4X: sono automobili che piacciono, facili da utilizzare e accessibili. Questa è la direzione del nostro brand».

Uno degli slogan di Citroën è “Inspired by you”, quale ne è il significato?

«Certe formule cambiano spesso e non sono sempre facili da spiegare. Quello che abbiamo cercato di fare negli ultimi due anni è definire il nostro brand con cinque parole. La prima è “popolare” perché la gente ci ama; la seconda è “comfort” che è molto importante per una Citroën perché è nel suo DNA, un valore fondamentale che si trova sempre nei nostri prodotti; la terza è “semplice” percé vogliamo rendere le nostre vetture sempre amichevoli nell’utilizzo così come nel momento in cui si configura al concessionario; la quarta è “sostenibile” perché siamo ibridi ed elettrici, anzi siamo il brand più elettrico di Stellantis, la quinta è “audace” ovvero non avere paura di fare le cose diversamente da come le fanno gli altri, dai prodotti ai modi nel quale li comunichiamo, E vi possono assicurare che sorprenderemo il mercato con i nostri prodotti».

Il mercato, più che virare verso l’elettrico, sta andando verso l’ibrido. Questo cambia la vostra filosofia e strategia?

«Noi facciamo entrambi e non cambieremo il nostro approccio. Di sicuro stiamo andando a tutta velocità verso l’ibrido su C4, C3 e presto anche su C5, ma non cambieremo la sostanza della nostra strategia, per una ragione molto semplice: Citroën ha bisogno per il 2025 di vendere un’auto su cinque elettrica, ovvero il doppio di prima. È una grande sfida e vuol dire che continuiamo a spingere sull’elettrico a causa delle leggi europee. Ci sarà un altro grande salto nel 2030 e quello finale nel 2035. Non sappiamo se i negoziati (con la Commissione Europea, ndr) in corso cambieranno le cose, ma sappiamo che il 2025 è di fronte a noi ed è un obiettivo che dobbiamo raggiugere in tutti i paesi. Dunque acceleriamo sull’ibrido, ma non rallentiamo di certo con l’elettrico».

Parlando di prodotti, sappiamo che è in arrivo una C3 elettrica da meno di 20mila euro con una batteria più piccola e la C5 Aircross che abbiamo visto in forma di concept a Parigi e a Bruxelles. Ci potrebbe anticipare qualche caratteristica di entrambe?

«Sì, la C3 avrà presto una versione elettrica da 200 km che costa meno di 20mila euro. Sarà una grande offerta e pensiamo che il mercato sia pronto a recepirla, in particolare da parte della clientela che ha due vetture e ne utilizza solo una per muoversi in città percorrendo pochi km al giorno. Pensiamo anche ai clienti B2B per i loro dipendenti e clienti. In estate vedremo anche la nuova C5 Aircross che sarà basata sulla piattaforma STLA Medium, la stessa della Peugeot 3008 e della Opel Grandland. Dunque potrà avere l’ibrido, l’ibrido plug-in e l’elettrico in due livelli di autonomia, ma soprattutto avrà tutti gli attributi di comfort tipici di Citroën come i sedili e le sospensioni Advanced Comfort. Vogliamo fare un’autentica automobile da famiglia, con tanto spazio per i sedili posteriori e i bagagli. Posso dire poi che sarete davvero sorpresi dagli interni della vettura perché la strumentazione sarà ispirata alle navi spaziali, dunque molto attraente. La vedrete ad aprile».

Al momento avete un grosso buco in gamma tra la Ami e la C3. C’è la possibilità che ci sia nel prossimo futuro una vettura che si posizioni in mezzo?

«Capisco che per un mercato come l’Italia una vettura del genere, lunga circa 3,6 metri, sarebbe molto importante, ma avrebbe un costo industriale simile a quello delle auto più grandi come la C3 e i clienti non accetterebbero di comprarla se non ad un prezzo più basso. Dunque la questione economica è fondamentale, ma al momento molto difficile da risolvere e per questo vetture di queste dimensioni sono sempre meno. Ma mai dire mai… non chiudiamo la porta a questa possibilità, ma per ora le priorità sono altre».

La possibilità che vi sia un modello con queste caratteristiche è legato alla nuova piattaforma STLA Small?

«Questo tipo di vettura potrebbe essere basata su quella piattaforma, o forse sulla Smart, ma rimane problema di costo e di mercato».

La C5 è un altro Suv in gamma. Citroën sta pensando anche a modelli con carrozzeria di altro tipo?

«Come ho detto prima, noi vogliamo sorprendere il mercato e penso che siamo molto fortunati perché abbiamo una gamma molto giovane. Non c’è alcuna urgenza di introdurre altre tipologie di vettura, ma ci teniamo in serbo sempre qualche sorpresa e penso che ne vedrete qualcuna nei prossimi anni. Spero e credo che tutti voi ne rimarrete sorpresi».

La C3 Aircross elettrica avrà solo una versione con 300 km di autonomia?

«Ci sarà una versione da 400 km che arriverà molto presto, ma pensiamo che quella da 300 km sarà la più gettonata e che questa percorrenza sia più che sufficiente per la C3, tant’è che su questa non proponiamo una batteria più grande, ma offriamo la ricarica veloce perché pensiamo che sia importante nel caso si affrontino viaggi. Io guido ogni giorno una C4 elettrica e con un’autonomia di 370 km riesco ad andare ovunque in Francia e penso che possa essere lo stesso con C3 e C3 Aircross».

Nell’ultimo anno Citroën è stato il marchio di Stellantis che è andato meglio. È una sorpresa per voi o ve lo aspettavate?

«Onestamente parlando, il 2024 non è stato per noi un anno facile perché è stato di transizione e abbiamo avuto un ritardo di produzione per la C3, partiti solo in settembre. Abbiamo allora cercato di stabilizzare la nostra quota di mercato e sono particolarmente soddisfatto di quanto fatto da Citroën Italia che ha svolto un gran lavoro. Giovanni Falcone e il suo team sono tra i pochi mercati che per Citroën hanno conquistato volumi e quote di mercato nel 2024. Grazie a loro, la vecchia C3 ha avuto un fine vita esplosivo».

Allo stato attuale, c’è la tendenza a rifare auto iconiche come ha fatto la Renault con la 4 e la 5. Per Citroën c’è la speranza di rivedere la 2 CV?

«È divertente come in questo periodo praticamente tutti i giornalisti mi chiedano se rifaremo la 2 CV! Ovviamente non vi rivelerò alcun segreto, ma posso dirvi due cose. La prima è che non faremo una gamma fatta di modelli del passato come la GS o la CX perché dobbiamo guardare avanti piuttosto che alle nostre spalle. Non dobbiamo farci guidare dalla nostalgia. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che nella nostra tradizione ci sono modelli iconici e tra questi c’è la 2 CV. Questo trend sul mercato c’è e potremmo seguirlo anche noi… per ora però non posso dirvi nulla». (ride)

Un altro elemento della tradizione Citroën sono le competizioni. Pensate che le corse possano essere anche in futuro per Citroën un modo per esprimere sé stessa?

«È qualcosa alla quale siamo molto interessanti e sulla quale stiamo riflettendo. Di certo, non faremo la Formula 1 e non penso che il rally sia qualcosa di ancora attraente per noi perché non è così popolare in tutti i paesi e non più in linea con i nostri valori attuali. Penso che per noi ci siano altre possibilità e rimaniamo aperti a cogliere le occasioni che si presenteranno, ma non abbiamo ancora preso una decisione».

Nel mondo dell’automobile ci sono molti punti interrogativi sull’accessibilità alla mobilità. Pensate di poter offrire un buon controvalore al mercato in futuro o no?

«Penso che siamo uno dei pochi marchi che non solo ci stanno pensando, ma lo sta facendo. La C3 e la C3 Aircross sono un esempio di vetture di buona qualità, ben equipaggiate e ad un prezzo accessibile. Ci sono marchi che parlano di controvalore senza fare davvero nulla. Noi invece stiamo già facendo molto in questo senso perché ci definiamo popolari e questo per noi vuol dire essere accessibili».

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venerdì 7 febbraio 2025 - Ultimo aggiornamento: 10:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA