Massimo Nalli, numero uno di Suzuki in Italia dal 2017

Nalli (Suzuki) a Trento con "kamikaze" Schwantz, parla anche degli incentivi: «Inutili. Si cercherà di vendere auto costose a persone a basso reddito»

di Mattia Eccheli
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TRENTO – Bagno di folla a Trento, in occasione del Festival dello Sport, per l'americano Kevin Schwantz, il centauro texano che con la Suzuki 500 a due tempi si é aggiudicato nel 1993 il titolo mondiale nella classe regina delle moto. Ad accogliere in Italia il 61enne inventore della cosiddetta “guida di traverso” è stato il quasi coeteano veronese (62 anni) Massimo Nalli, numero uno del costruttore giapponese in Italia dal 2017, che tra le altre cose si diletta come navigatore nei rally (è stato co-pilota di Renato Travaglia, assieme al quale parteciperà prossimamente al Rally di Madeira). «Un piacere e soprattutto un onore – sorride il manager – anche perché Kevin è uno che ha innovato con il suo stile di guida. Non per niente lo chiamavano anche “kamikaze”». Suzuki Italia è molto vicina non solo al mondo della musica (è partner del Festival di Sanremo da 12 anni), ma anche dello sport perché supporta diverse federazioni. L'annuncio ufficiale non c'è ancora stato, ma la futura intesa sarà con la Fasi per l'arrampicata sportiva. «E con la pallavolo siamo sulla divisa dei campioni del mondo, così come sul body iridato del canottaggio, quattro di coppia», percisa Nalli. Suzuki Italia è al fianco anche delle federazioni del ghiaccio, rugby, del triathlon, della pesca sportiva e attività subacque (Fipsas) e da anni accompagna il Torino in serie A con il calcio e il giro d'Italia ciclistico femminile e under 23.

Perché così tanto sport?

«Suzuki deve tutto alla preferenza e soddisfazione dei mercati e dei Clienti. In Italia Suzuki ha il primato europeo di volumi: nessuna altra filiale del continente vende più auto di noi (160.000 in Europa e fino a 40.000 nel Belpaese nell'anno record, ndr) e sostenere lo sport italiano per noi è il modo per esprimere gratitutine agli italiani. Il nostro modo per restituire qualcosa è quello di contribuire ad animare le loro passioni».

E poi c'è la musica, altra grande calamita...

«Quando abbiamo cominciato con Sanremo, il festival era una cosa per “vecchi” e nessuno si sognava di raccontare che sarebbe rimasto in casa a guardarlo. Negli anni è cambiato molto e noi siamo orgogliosi di aver accompagnato e supportato questa evoluzione. Tra l'altro siamo sempre più protagonisti con il Suzuki Stage, l palco esterno sul quale si esibiscono artisti di altissimo livello. Solo nell'ultima edizione penso a Raf, Big Mama, o ancora Ermal Meta, Tedua, Benji & Fede».

I risultati di vendita sono arrivati con lei alla guida: non le hanno mai offerto una “promozione” in Europa o in Giappone?

«In Europa non saprebbero dove mandarmi, visto che uno dei mal custoditi segreti è che Suzuki non ha un quartier generale nel Vecchio Continente e ogni filiale risponde direttamente al Giappone con tempi rapidi nelle decisioni. Ma non è questo il punto».

Qual è il punto?

«Il prodotto. È quello l'unico riferimento per le performance. E la proposta di Suzuki si adatta benissimo al nostro mercato perché tiene in grande considerazione i segmenti più “piccoli”. E poi, lo voglio sottolineare, siamo stati anche il primo costruttore a ibridizzare completamente la propria gamma, disponibile anche con la trazione integrale, una caratteristica che ci contraddistingue».

Tra poche ore scattano gli incentivi statali.

«Inutili. Non serviranno a nulla, se non a cercare di far acquistare auto costose a persone dal basso reddito, una contraddizione in termini. Si creeranno delle perversioni perché i volumi si concentreranno dove gli Isee sono sotto i 30.000 euro. Se si vuole supportare l'elettrico sono altre le misure da adottare».

Tipo?

«C'è un paese dove nove auto nuove su dieci immatricolate sono elettriche, guardiamo cosa fa quello. Niente Iva, corsie preferenziali, sgravi fiscali e via elencando, ma non vorrei prendere solo la Norvegia come esempio, visto che le risorse le ha grazie a petrolio e carbone».

Un obiettivo prima della futura pensione?

«Per la pensione c'è tempo, comunque gradirei riuscire a portare in Europa le keycar giapponesi, poco spazio fuori e tanto dentro: al Salone di Tokyo, fra un paio di settimane, sveleremo la Vision e-Sky, un prototipo elettrico pronto per la produzione in serie con 270 chilometri di autonomia, ottima soprattutto in città».

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domenica 12 ottobre 2025 - Ultimo aggiornamento: 17:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA