Problemi complessi non consentono soluzioni semplici, soprattutto quando toccano la qualità della vita delle nostre città e delle aree interne del Paese. La mobilità sostenibile condivisa diventa allora il nuovo paradigma del trasporto di persone. Di questo e di altri importanti temi si parlerà a IBE Intermobility and Bus Expo, l’appuntamento biennale di IEG Italian Exhibition Group di riferimento per il mondo del trasporto collettivo e delle filiere industriali connesse, che si terrà presso la Fiera di Rimini dal 19 al 21 novembre, perla prima volta arricchita nella componente convegnistica ed espositiva da INTERMOBILITY future ways (IFW), il 1° Forum Nazionale della Mobilità Sostenibile Condivisa a cui verrà affidata la sintesi sui temi decisivi per la mobilità futura delle persone. Una tre giorni di eventi, approfondimenti ed esposizioni sviluppata in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con il supporto tecnico dell’Osservatorio Nazionale della sharing mobility e di Euromobility e numerosi partner Istituzionali.
Ne abbiamo parlato con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione, ideatore e curatore di IFW, a cui abbiamo chiesto quali fra i nuovi trend globali della mobilità, vede come più dirompenti.
«Mi occupo di mobilità sostenibile da quasi 30 anni e non avevo mai visto un momento di radicale svolta e innovazione a livello globale come quello che stiamo vivendo negli ultimi 10 anni. Grazie all’innovazione tecnologica e alla sensibilità per i temi ambientali e sociali, il mondo dei trasporti, soprattutto quelli urbani, sta cambiando rapidamente. L’elettrificazione dei veicoli è il trend più evidente, soprattutto per i vantaggi climatici e di qualità dell’aria, ma il tema della nuova mobilità urbana può cambiare radicalmente, in senso positivo, la natura delle città, garantendo una migliore mobilità quotidiana per tutti. Grazie alle App si sono sviluppati numerosi servizi di mobilità, a costi abbordabili, che permettono di spostarsi in minor tempo e “door to door”, senza la necessità di acquistare e possedere per forza un veicolo. Sta nascendo così in varie città del mondo un’alleanza fra trasporto pubblico (bus, tram, treno, taxi, etc) e sharing mobility (bike sharing, scooter sharing car sharing, etc.) che può rendere ottimale il rapporto qualità/prezzo e la vivibilità delle nostre città. In italiano non esiste ancora una parola che possa descrivere questo nuovo modello, ma quella che si avvicina di più è ‘mobilità condivisa’, con le persone al centro e non più il veicolo».
Come è posizionata l’Italia in questa transizione ?
«Direi maluccio, purtroppo. Le città italiane, che erano partite bene qualche anno fa con il sostegno e lo sviluppo di questa nuova forma di mobilità, rischiano di perdere questa sfida e rimanere ancorate al modello tradizionale: trasporto pubblico poco efficiente e netta prevalenza dell’automobile privata (insostenibile per congestione e costi ambientali). Siamo il Paese in Europa col numero di automobili più alto in paragone al numero di abitanti, e soprattutto uno dei Paesi che investe meno nel trasporto pubblico e condiviso, mentre il nuovo trend punta ad un modello che noi dell’Osservatorio abbiamo descritto come “Lesscars”: meno auto, mobilità connessa, condivisa, autonoma e a zero emissioni. Si tratta di capire e credere nelle potenzialità delle diverse mobilità quando sono combinate nell’arco della nostra quotidianità. In altre parole, abituarsi a muoversi in tanti modi diversi in funzione delle proprie esigenze di spostamento, cosa ben diversa dal muoversi sempre e comunque col proprio mezzo di trasporto. Si può fare».
Perché avete deciso di presentare “INTERMOBILITY future ways” a Rimini in abbinata a IBE2024 ?
«Proprio per raccogliere sotto un unico tetto ed in un'unica manifestazione tutti i protagonisti della mobilità futura: sarà una tre giorni di eventi e di approfondimenti dove amministratori, operatori ed innovatori potranno condividere soluzioni e buone pratiche, politiche e proposte per portare rapidamente l’Italia ai livelli degli altri Paesi europei e permettere anche al settore industriale della mobilità di svilupparsi. Ci occuperemo di trasporto pubblico, sharing mobility, mobility management aziendale, demand-responsive transit, utilizzo innovativo di dati della mobilità, mobility as a service e tutte le innovazioni della mobilità futura».
Che cos’è il ventaglio della mobilità condivisa ?
«Per abbandonare l’auto o, comunque, per usarla di meno, è necessario avere a disposizione un ventaglio di soluzioni di mobilità diverse, che vadano dal treno al monopattino in sharing, passando per taxi e servizi a domanda. Solo grazie a questo ventaglio la rivoluzione della mobilità quotidiana sarà possibile. Se volete saperne di più sul ventaglio… venite a Rimini a Novembre, e lo scoprirete!».