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Suzuki guarda al 2025 come ad un anno di svolta dopo un 2024 positivo nel corso del quale ha venduto 3,25 milioni di automobili crescendo del 5,7% e segnando il quarto anno da record consecutivo, accompagnato da un +12% in Europa e un +8,3% in Italia. Un anno dunque positivo rattristato solo dalla dipartita di Osamu Suzuki, timoniere dell’azienda di Hamamatsu – che nel 2024 ha dichiarato un fatturato di oltre 30 miliardi di euro – dal 1978 al 2021. Un vero imperatore delle piccole auto, specialità indiscussa dell’azienda di famiglia insieme a moto, scooter e motori marini.
Le normative sulla CO2 rischiano però di azzoppare la gamma del costruttore giapponese con la perdita della Ignis, parzialmente compensata dall’ingresso a regime della Swift di settima generazione che, ancora una volta, fa dello stile personale, della compattezza (3,86 metri) e dell’efficienza le sue armi migliori. Merito in particolare del nuovo 3 cilindri 1.2 da 83 cv con sistema mild-hybrid 12 Volt che, grazie ad un peso di poco più di 900 kg, permette di avere prestazioni brillanti insieme a consumi ed emissioni di CO2 estremamente contenuti. In più ci sono le tecnologie più aggiornate per l’infotelematica di bordo e la sicurezza.
Inoltre la Swift, che ora è disponibile anche nell’allestimento Waku caratterizzato da un favorevole rapporto tra prezzo e dotazione, può essere ancora più cittadina con il cambio automatico CVT e ancora più Suzuki con la trazione integrale a controllo elettronico, un’esclusiva per le vetture di queste dimensioni, ma irrinunciabile per un modello con la S sulla calandra e che ai suoi modelli 4x4 deve gran parte della sua immagine. Lo dimostra anche la Jimny che lascia anch’essa il listino a causa delle normative con una serie speciale da 150 esemplari numerati da 33.900 euro l’uno denominata Mata. In Giapponese vuol dire “di nuovo” o “oltre” ed è una sorta di promessa che fa sperare al pronto ritorno di un modello dalle caratteristiche analoghe, ma dotato di motore elettrico.
E anche in questo, il 2025 rappresenta un anno di svolta per Suzuki con l’arrivo del suo primo modello globale ad emissioni zero. Si chiama e-Vitara e, se nel nome cerca la spalla di un altro modello storico di Suzuki, è un’auto completamente nuova che affianca e non sostituisce la Vitara in listino, provvista già di ben due tipi di propulsione elettrificata: mild-hybrid a 48 Volt e “full” a 140 Volt. Lunga 4,27 metri, è basata sulla nuova piattaforma Heartect-e nativa per auto elettriche e sarà costruita – insieme alla cugina Toyota Urban Cruiser – presso lo stabilimento di Gujarat, in India, mercato dove la Suzuki la fa da padrona insieme alla consociata Maruti coprendo oltre il 50% delle vendite. Lo stile è più squadrato e meno prudente degli standard Suzuki, così come l’abitacolo: decisamente più ricco e tecnologico, dotato di illuminazione ambiente a 12 tinte e con la presenza del tetto panoramico.
La e-Vitara avrà due batterie ricaricabili fino a 150 kW del tipo cell-to-pack (senza moduli) e con celle blade LFP (Litio-Ferro-Fosfato), meno performanti delle NMC (Nickel-Manganese-Cobalto), ma più sicure, durature ed economiche, aspetti ai quali Suzuki è sempre molto attenta. La batteria da 49 KWh sarà associata solo alla versione a trazione anteriore da 106 kW mentre quella da 61 kWh si potrà avere sia con motore da 128 kW (autonomia di circa 400 km) sia da 135 kW con i due motori e la trazione integrale dotata delle modalità Trail, per affrontare al meglio delle possibilità, anche i tratti più difficili. In attesa del listino, la produzione della e-Vitara comincia tra un mese e l’arrivo in concessionaria è previsto per l’estate.