Angelo Sicchi Damiani e Bernie Ecclestone

Aci, Sticchi Damiani: «Volontà, lavoro e fantasia: così abbiamo salvato Monza»

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Non è mica vero che nel nostro paese è impossibile realizzare cose importanti. Dopo una lunga situazione di stallo e un'impegnativa trattativa durata più di un anno, è arrivata l'ufficialità: l'Italia continuerà ad avere il suo gran premio e, come era volere di tutte le istituzioni, sarà ancora disputato a Monza, il circuito più antico e prestigioso del pianeta. Anche se l'intesa di principio era stata già annunciata a settembre proprio in occasione della gara nel Parco, il contratto definitivo è stato siglato l'altra notte dal numero uno dell'Aci Angelo Sticchi Damiani che ha personalmente portato avanti il dialogo con Bernie Ecclestone.

Presidente adesso è fatta, possiamo finalmente dire che Monza è salva?
«Sì, tutti i dettagli sono stati definiti, il contratto è firmato. Per me è stato un giorno bellissimo, mi sono tolto una notevole soddisfazione perché avevo una grande responsabilità e non potevo immaginare di fallire questa sfida».

Come ha raggiunto il traguardo, in alcuni momenti l'obiettivo sembrava svanito?
«C'è stato senza dubbio un lavoro di squadra, ognuno ha fatto il suo, ma i ruoli erano definiti. Devo ringraziare la Regione Lombardia e il presidente Maroni, come sono stati fondamentali i mandati che mi hanno conferito il presidente del Consiglio Renzi e quello del Coni Malagò. Poi c'è stato il passaggio fondamentale della legge di Stabilità che ci ha consentito di utilizzare per questa partita anche le risorse del Pra».

Con tutti questi appoggi è stata una passeggiata.
«Niente affatto, bisognava mettere insieme il mosaico e, anche se non l'ho mai ammesso nemmeno a me stesso, in alcuni momenti ho avuto il timore di non farcela».

Ma il problema era tutto economico, Ecclestone era irremovibile sulla cifra?
«No, questo era solo un aspetto, Bernie voleva anche mandare un messaggio: normalizzare il rapporto con Monza che finora aveva avuto diverse particolarità rispetto alle altre gare. E io non avevo certo carta bianca, dovevo muovermi all'interno del mandato che mi aveva conferito il Consiglio Generale. Siamo riusciti a trovare un punto d'incontro grazie ad una ferma volontà, tanto duro lavoro e anche un po' di fantasia».

Ora casa accadrà? Il futuro è garantito?
«L'impegno è triennale, ma credo che andremo oltre, nel 2022 Monza festeggerà un secolo di storia. Ora però serve un cambio di passo, uno scatto da parte dei privati. Dobbiamo trasformare questo che è stato un problema in una grande opportunità. Finora il Gran Premio è stato gestito bene da parte della Sias e Aci Milano, c'era un rapporto privilegiato che poi è finito e bisognava trovare 18 milioni di dollari l'anno in più ed è chiaro che non era alla loro portata. Con il passaggio della responsabilità all'Aci si apre un nuovo scenario, ci sono tante occasioni da sfruttare».

Quali?
«Il valore del brand, la vicinanza con Milano, la forza di una delle regioni più ricche d'Europa. Questo evento è unico, ha una tradizione senza uguali, attira persone di grande spessore che dobbiamo coinvolgere maggiormente anche perché abbiamo valori importanti. Vedere Carlos Slim, uno degli uomini più ricchi del mondo, girare nel paddock di Monza con la maglietta Ferrari ci deve far riflettere. Dobbiamo pensare a cose che non sono mai state fatte, questo è la gara di casa della più importante scuderia della F1, quella che ha la licenza numero 1, ma lo è anche di strategici fornitori orgoglio del made in Italy come la Pirelli e la Brembo».

C'è un passaggio obbligato?
«Dobbiamo riportare un pilota italiano in F1, è troppo tempo che manca. E Giovinazzi, anche se ha perso la GP2 all'ultima gara, è pronto, già dal prossimo anno. Dobbiamo lavorare tutti insieme, ma sono orgoglioso del lavoro fatto dall'Aci e da come sia cambiato negli ultimi anni. Il Consiglio Generale mi ha dato un mandato quasi all'unanimità, abbiamo fatto cose che non sembravano pensabili come acquisire la Sias, la società organizzatrice. La struttura è forte, la capacità di reazione di alcune persone mi ha addirittura commosso».
 

 

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Giovedì 1 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 31-01-2017 03:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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