L'Acura ARX-06 LMDh è la macchina con la quale il marchio di Honda correrà nel campionato IMSA nel 2023. Sfrutta un telaio Oreca e ha effettuato i primi giri in Francia

Acura, inizia in Europa il cammino della ASX-06 LMDh verso l’IMSA 2023. A quando il WEC e 24 Ore di Le Mans?

di Nicola Desiderio
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Farà o non farà la 24 Ore di Le Mans? Nessuno ancora lo sa, ma la Acura ASX-06 LMDh si sta preparando in Francia e in Europa per la prossima stagione del campionato IMSA americano che il marchio giapponese del gruppo Honda sta dominando con l’attuale ASX-05 e nella quale ha fatto man bassa di titoli e vittorie negli ultimi anni, monopolizzando le classifiche nel 2019 e 2020 e vincendo le due ultime edizioni della 24 Ore di Daytona.

La nuova macchina è stata presentata in forma statica lo scorso 3 giugno, il primo fire-up del motore è avvenuto il 30 giugno ed ha compiuto il suo primo shake-down il 9 luglio sul circuito del Paul Ricard, a 5 minuti di macchina dalla sede della Oreca, costruttore che fornirà il telaio alla casa giapponese, così come per la ASX-05 che corre seguendo il regolamento tecnico DPi, valido solo per l’IMSA. Il nuovo LMDh sarà invece valido per le massime categorie del campionato di durata americano ed il WEC con le rispettive denominazioni di GTP e Hypercar. È proprio tale condizione a rendere il nuovo prototipo giapponese adatto a correre in entrambi i campionati. E se nel 2023 è sicura solo la partecipazione nell’IMSA, potrebbe essere invitata dall’ACO (Automobile Club de l’Ouest) per partecipare alla 24 Ore di Le Mans.

Tutto questo accadrà? La Acura è stato il primo costruttore in assoluto ad aderire al nuovo regolamento LMDh e le prime foto del prototipo camuffato ad una settimana dall’ultima edizione della corsa francese e lo shake-down avvenuto sul famoso circuito della Provenza, dove si tengono da anni i test che precedono la stagione del WEC, seguito da altri testi a Magny Cours (di fianco ad un'altra sede di Oreca), fanno prevedere che l’Europa è nel cuore del progetto. La Oreca è il fornitore di tutti i team LMP2 e, oltre a questo, ha dato supporto in passato al team Toyota, ha curato per la Peugeot la costruzione della 9X8, e si occupa anche del telaio della Alpine, casa per la quale curerà la sua LMDh nel 2024. Dunque nessuno come lei sa come costruire auto per le corse di durata e svilupparle, fornendo un riscontro puntuale sulle loro potenzialità. E il fatto che gli uomini della Honda Racing Development abbiano attraversato l’Oceano Atlantico per provare la prima volta il loro gioiello, dice quanta fiducia abbiano nella ORganisation Exploitation Compétition Automobiles.

E parlando del prototipo camuffato, davvero notevole è il lavoro compiuto dal centro stile Acura di Los Angeles, a cominciare dalla pellicolatura, caratterizzata da una moltitudine di S di varie dimensioni che si riferiscono alla denominazione Type S, tipica delle Acura sportive di serie. Ma la parte più interessante è quella dello stile, in particolare per il frontale, dove la forma effettiva dei fari viene prolungata visivamente verso il centro della vettura, mentre posteriormente vi sono luci filiformi, ma sui lati in corrispondenza la camuffatura ha zone rosse che sembrano quelle di un gruppo ottico. Il tutto per creare un legame ideale con le vetture stradali, come già Acura fa da anni per le sue auto da corsa e che sembra essere il tema comune di tutte le LMDh come BMW, Cadillac e Porsche.

Il telaio è un’evoluzione dello 07 utilizzato dalla DPi, dalle LMP2 e anche dalla Alpine A480 che corre provvisoriamente nella categoria Hypercar, ma ovviamente modificato. Il muso sembra simile a quello della ASX-05, in realtà è identico solo il concetto dell’ala sospesa tra i due parafanghi. Diversi infatti sono i deviatori laterali, il labbro inferiore che dà l’avvio al fondo è più alto e diversi sono anche il muso e il cofano. Lateralmente sono più evidenti le distanze concettuali con la vettura attuale, in particolare per le prese e gli sfoghi d’aria e la conformazione dei parafanghi, decisamente più snelli con quello posteriore di forma appuntita con presa d’aria dotata di angolo acuto. Completamente diversi anche fianchi, dotati bandelle e deviatori che sfruttano i flussi con superfici che si incontrano quasi ad angolo vivo. Completamente diversa anche la conformazione degli scarichi: sulla ARX-05 sono laterali mentre sulla nuova 06 escono sul cofano posteriore, in una zona di flusso intenso che porta sotto l’ala posteriore.

Questo fa supporre che il motore sia diverso dall’attuale V6 3.5 siglato AR35TT con turbocompressori laterali e derivato da quello utilizzato sulle Honda e le Acura di serie. La diversa posizione dei terminali potrebbe indicare che i turbocompressori sono posizionati al centro delle bancate mentre il sound, diverso e più acuto rispetto a quello della 05, potrebbe segnalare un regime più elevato o anche una diversità in termini di conformazione e di ordine di scoppio. Honda potrebbe avere deciso per un angolo delle bancate di 75 gradi invece dei canonici 60, come per il motore della NSX o su quello utilizzato sulla Indy car o l’HR28TT da 2,8 litri impiegato gli scorsi anni anche sulle LMP2. Tutti questi motori hanno però i turbocompressori laterali. Dunque, rimane ancora da scoprire la parte termica del sistema ibrido che, come è noto, ha una potenza totale di 500 kW (680 cv) e utilizza una parte elettrica standard composta da motore e inverter Bosch, trasmissione Xtrac con frizione di disaccoppiamento e batteria Williams Advanced Engineering.

A guidare la nuova ARX-06 – che sta per Acura Racing eXperimental generation 6 – durante i test sono stati Matt McMurry, ingegnere di macchina e collaudatore di HPD in virtù del suo passato di pilota, e Ricky Taylor, attualmente secondo nel campionato IMSA che ha vinto due volte, altrettante volte ha fatto sua la 24 Ore di Daytona e ha corso 8 edizioni della 24 Ore di Le Mans. Il pilota britannico e naturalizzato statunitense corre con la Wayne Taylor Racing mentre l’altra squadra, che avrà la seconda vettura, sarà la Meyer Shank Racing i cui tecnici hanno comunque partecipato ai test. I prossimi passi prevedono prove ulteriori in pista e l’omologazione definitiva in vista del debutto alla 24 Ore di Daytona (26-29 gennaio 2023). Altamente improbabile la partecipazione al WEC, almeno per il 2023 mentre è tecnicamente possibile quella alla 24 Ore di Le Mans.

Resta da vedere se, per partecipare al campionato mondiale, il costruttore giapponese decida di farlo con il marchio Honda, se non altro perché la platea non sarà solo quella americana e di fronte non ci saranno “solo” BMW, Cadillac, Lamborghini e Porsche, ma anche Alpine (che utilizzerà lo stesso telaio Oreca), Ferrari, Peugeot e Toyota senza contare la Glickenhaus, in continua crescita, e la Vanwall-ByKolles, ancora in attesa del semaforo verde da parte di tribunali e FIA. Una cosa è sicura: la convergenza dei regolamenti tra IMSA e WEC sta ponendo le premesse per avere le stagioni più ricche, belle e combattute che si siano viste nelle corse di durata.

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Venerdì 5 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 06-08-2022 19:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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