Il pilota Toyota campione della Dakar Nasser Al-Attiyah sulla sua Hilux

Il sogno di Al-Attiyah, il “re delle dune”: «Vincere la Dakar 2021 e festeggiare alle Olimpiadi di Tokyo con Toyota»

di Mattia Eccheli
  • condividi l'articolo

ROMA – Il “re delle dune” ha un sogno: «Vincere la Dakar nel 2021 e poi andare alle Olimpiadi di Tokyo per festeggiare la vittoria proprio in Giappone», dove si trova il quartier generale del costruttore per il quale corre, la Toyota. Nasser Al-Attiyah ha già vinto tre volte il più massacrante rally del mondo e lo ha fatto con tre costruttori differenti, prima del trionfo con la casa nipponica aveva celebrato quelli con Volkswagen e Mini. Lo scorso anno nella prima edizione saudita della competizione ha solo sfiorato il successo con l'Hilux. Tra poco più di un mese tornerà all'assalto. Quando partirà avrà da poco compiuto 50 anni, che non sono pochi, ma sono sempre meno degli eterni rivali Carlos Sainz, campione uscente, e Stephan Peterhansel.

«Mi alleno molto e mi tengo in forma: l'età non cambia le cose e Sainz e Peterhansel lo dimostrano», assicura il fuoriclasse del Qatar, che la prossima estate in Giappone parteciperà ai settimi giochi olimpici di fila. Nel tiro a volo, specialità skeet, ha conquistato anche una medaglia di bronzo. Al-Attiyah è fiducioso e ottimista in vista della Dakar che scatta ad inizio gennaio: «Dopo aver visto il tracciato e dato un'occhiate alle tappe – sorride – penso che possiamo ottenere un risultato molto buono». Vorrebbe dire che “abbiamo buone possibilità di vincere”, ma preferisce una variante più diplomatica. La Dakar 2021 sarà meno veloce, ma più tecnica: «È esattamente quello che vogliamo», interviene Glyn Hall, team principal della scuderia Toyota Gazoo Racing Dakar. «La scorsa edizione sono mancate le dune», confessa il pilota del Qatar. E in quella di quest'anno «la navigazione sarà difficile», aggiunge. Ma Al-Attiyah ha totale fiducia nel suo co-pilota, il francese Mathieu Baumel, con il quale si era classificato secondo lo scorso gennaio e che compirà 44 anni pochi giorni dopo la fine della gara.

«Non è solo il mio navigatore: è praticamente uno della famiglia. Condividiamo molte cose anche quando sono a casa mia a Barcellona», precisa. Il qatarino assicura di essere «pronto al cento per cento» e non nasconde di essere soddisfatto della Toyota Hilux con la quale ha vinto in Andalusia, una sorta di prova generale, anche se continua a chiamare Glyn Hall (lo rivela lo stesso manager) per sollecitare nuovi interventi sulle sospensioni. «Il team e io abbiamo imparato da quello che è accaduto nella prima edizione della Dakar che si è corsa in Arabia Saudita – continua – eravamo molto vicini alla vittoria, ma poi abbiamo sbagliato qualcosa. La nostra auto è stata migliorata ed è forte e io, come sempre, darò il massimo».«Ogni Dakar – osserva – è diversa da quella precedente e riserva sempre delle sorprese. Ma di sicuro è sempre difficile».

Al-Attiyah non si sbilancia e assicura di nutrire grande rispetto per gli avversari. Parla di Sainz come di un rivale con il quale ha combattuto parecchio, sportivamente parlando, negli ultimi anni. Di Fernando Alonso dice che tornerà sicuramente alla Dakar dopo il suo rientro in Formula 1: «È uno che la gara la può vincere», garantisce senza esitazioni.

  • condividi l'articolo
Giovedì 26 Novembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 29-11-2020 09:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti