Antonio Felix da Costa è uno dei veterani della Formula E ed è il campione in carica. Nella sua carriera, il portoghese ha vinto 5 E-Prix, ma a Roma ha ottenuto solo un 11° e 9° posto e, dopo il 3° posto in gara 2 ad Ad-Diriyah, arriva nella Capitale avendo a disposizione la nuova macchina e la voglia di far sentire la voce del padrone sul nuovo circuito dell’EUR.
Antonio, che cosa pensi del nuovo tracciato?
«Sono veramente molto contento del circuito. Al simulatore mi era già sembrato bello, ma dal vivo è ancor meglio. Per me è la pista che abbiamo mai avuto in Formula E: veloce e con tanti punti per sorpassare, ma molto difficile per la gestione dell’energia. Dunque ci sono tutti gli ingredienti per vedere una bella gara».
E poi qui portate anche la nuova macchina…
«Sì, abbiamo la macchina nuova. E questo rappresenta per noi un’ulteriore motivazione per fare bene».
Quanto credi possa darti di più per essere ancora più competitivo?
«È molto difficile da dire. Ci siamo concentrati molto sull’affidabilità facendo girare a lungo il powertrain con una potenza superiore a quella consentita dal regolamento. Comunque in Arabia siamo stati competitivi e sono riuscito a fare un podio».
Correre due volte in un solo fine settimana è un vantaggio o è uno svantaggio?
«Sai che non lo so? Secondo me è un vantaggio come squadra perché noi di DS Techeetah siamo molto bravi nella preparazione della macchina prima della gara. Ma credo alla fine che non ci siano grosse differenze».
La prossima gara sarà a Valencia che è una pista vera e che tutti i piloti conoscono benissimo perché lì si tengono i test pre stagionali. Che differenza fa correre su un circuito cittadino e uno vero e proprio?
«La prima cosa è che su un circuito cittadino il margine di errore è praticamente zero: ne fai uno, sbatti sul muro e sei fuori. Su una pista vera invece siamo molto più sicuri e possiamo spingere di più. Quest’anno siamo costretti a fare così per via della pandemia, ma credo comunque che il DNA della Formula E siano i percorsi nel centro delle città».
Quest’anno correrai di nuovo la 24 Ore di Le Mans nella categoria LMP2 con il team Jota. Dal prossimo anno punti ad un sedile su una Hypercar o una LMDh?
«Sì, ho investito parte della mia carriera nelle corse di durata e il prossimo anno vorrei correre nella massima categoria».
Due anni fa la DS Techeetah ha rischiato di vincere con Lotterer che fece la Superpole e arrivò secondo. Che cosa ti aspetti da queste due gare a Roma?
«Ovviamente vogliamo fare bene, ma la prima difficoltà sarà che in qualifica siamo inseriti nel primo gruppo quando la pista è ancora molto sporca. Penso quindi che sabato faremo un po’ più fatica, sarà più facile domenica con la pista più pulita e più gommata. Sarebbe bello vincere o almeno salire sul podio».
Questa pista presenta grandi allunghi che richiedono grandi quantità di energia. È questo l’elemento che farà la differenza in gara?
«Sì, è una pista che chiede tanta energia per questo credo che in questa gara sarà molto importante usare bene la testa».