Sébastien Buemi, pilota Toyota nel WEC ha vinto due titoli mondiali e quattro edizioni della 24 Ore di Le Mans. Lo svizzero anche in Formula E dove ha ha anche conquistato il titolo

Buemi (Toyota): «I regolamenti ci sfavoriscono, ma l’Endurance e Le Mans nel 2023 diventeranno eventi incredibili»

di Nicola Desiderio
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Sébastien Buemi è uno di quei piloti che in Italia non tutti conoscono, perché di Formula 1 ne ha fatta poca (55 gare), ma il suo palmares parla da solo: campione di Formula E nel 2016 con 13 E-Prix vinti, due titoli WEC e ben quattro vittorie alla 24 Ore di Le Mans, compresa l’ultima conquistata meno di un mese fa sempre con la Toyota. Il suo italiano lo deve alla Toro Rosso per la quale ha corso dal 2009 al 2011 e anche a quello che parlava il nonno, emigrato dalla Sicilia in Svizzera dove Buemi è nato. La Toyota GR010 che guida con Brendon Hartley e Ryō Hirakawa si è qualificata in seconda posizione per la 6 Ore di Monza, quarta gara del calendario WEC, e occupa la stessa posizione nella classifica piloti del campionato, a sole 3 lunghezze dal terzetto della Alpine.

Sebastién, siamo nel tempio della velocità e voi siete la macchina da battere, però sembra che oggi le auto più veloci siano altre. Tuttavia la Toyota ha un rendimento equilibrato in tutti i settori della pista. La vostra è pretattica e puntate alla gara oppure sono davvero queste le prestazioni?

«Le prestazioni sono queste. La Glickenhaus ha un balance of performance migliore e per noi oggi va troppo forte. Le hanno dato 13 kW in più rispetto a Le Mans e ha 20 kW in più di noi, inoltre è più leggera di quasi 50 kg… lottare con loro nel giro secco è praticamente impossibile e credo che all’inizio della gara saranno in grado anche di andare via. Noi possiamo fare dei buoni pit stop e gestire bene le gomme, dunque possiamo essere consistenti e lottare per la vittoria, ma non perché siamo i più veloci».

Tra gli svantaggi del BoP che vi hanno dato c’è anche il fatto che potete attivare la parte elettrica solo oltre i 190 km/h invece Peugeot da 150 km/h…

«Anche se la potenza è comunque la stessa, il guadagno che il motore elettrico anteriore e la trazione integrale possono dare sulle due curve di Lesmo e sulla Parabolica sono sensibili. Noi inoltre abbiamo scelto di avere pneumatici più larghi dietro e più stretti davanti invece di averli tutti e quattro identici come la Peugeot. Con la possibilità di avere la trazione integrale a velocità inferiori, è un vantaggio per loro».

A proposito di Peugeot, è la prima volta che potete vedere da vicino la nuova 9X8. Che impressione ti ha fatto?

«È bella e va anche forte. Hanno fatto un bel lavoro. E nell’ultimo settore sono molto veloci. Hanno un bel vantaggio sulle curve, soprattutto alla Ascari e alla Parabolica. Il motore elettrico che entra a 150 km/h dà loro un bel beneficio».

Ecco, parliamo dell’utilizzo del motore elettrico. La regola che impone di farlo da almeno 120 km/h o da velocità superiori appare un controsenso visto che anche per le auto di serie il beneficio maggiore dell’elettrico è lo spunto dalle basse velocità. Utilizzarlo così non ti appare un controsenso?

«Sì, assolutamente. Tra l’altro la regola era diversa all’inizio. Purtroppo questo si sta facendo per la convergenza dei regolamenti con l’IMSA e le vetture LMDh e avere un BoP abbastanza giusto da renderle competitive con le LMH, come noi e la Peugeot».

Tra l’altro, l’ultima variazione regolamentare che vi penalizza ulteriormente e che entra in vigore da questa gara è l’obbligo di utilizzare il differenziale anteriore aperto…

«Anche questo è un grosso svantaggio per noi ed un ulteriore cambio di regolamento in corsa fatto dalla FIA per la convergenza con il campionato americano IMSA. Questa cosa, insieme alla potenza in più data alla Glickenhaus, ci penalizza ulteriormente qui a Monza».

Nelle ultime settimane quasi tutti hanno mostrato le vetture per il 2023: BMW, Porsche, Cadillac e qualche giorno fa anche la Ferrari ha fatto il suo primo shakedown. Qual è la tua impressione?

«Credo che i prossimi due o tre anni saranno incredibili per questa categoria e mi sento molto fortunato di poterli vivere e di poter gareggiare contro tutti questi costruttori. Il prossimo anno a Le Mans avremo almeno 18 auto che potranno vincere. E saranno ancora di più nel 2024 quando arriveranno la Alpine e la Lamborghini. Sarà davvero incredibile! Sono molto contento e non vedo l’ora».

Secondo te, come pilota, quali possono essere le differenze nel guidare una LMH piuttosto che una LMDh?

«Con tutto quello che stanno facendo per la convergenza, con l’utilizzo dell’ibrido così ritardato e il differenziale aperto credo che non cambierà tantissimo. La differenza è che le LMH sono fatte dal primo all’ultimo pezzo dal costruttore, la LMDh ha telai e parte ibrida standard. Per me è chiaro che la Ferrari non sarebbe mai entrata in questo campionato se fosse stata obbligata a prendere un telaio Dallara o Oreca. Loro, come noi della Toyota, fanno tutto. Con la LMDh però si dà la possibilità a tante marche di entrare. Credo però che alla fine le prestazioni saranno simili: peso, potenza, deportanza, aerodinamica saranno gli stessi. E se l’ibrido potremo utilizzarlo da 190 km/h, non farà la differenza…»

Ed allora perché un costruttore come Porsche ha scelto di rientrare nelle corse di durata con una LMDh?

«Non lo so, credo che hanno fatto una scelta economica, perché c’è un investimento inferiore e si può vendere la macchina ad altri team. Ma questa è una mia considerazione. Dovresti chiedere a loro».

Ti piacerebbe correre anche nell’IMSA visto che il regolamento teoricamente lo consente?

«Sì, sarebbe davvero bello. Per ora credo però che Toyota non preveda di farlo. Se poi ci fossero date del calendario in comune sarebbe fantastico. L’importante è che FIA, ACO e IMSA facciano un bel lavoro per il Bop e permettere a tutti di lottare per la vittoria e dare spettacolo».

Parliamo brevemente del tuo impegno di Formula E. Si dice che lascerai la Nissan. E hai già provato la Gen3?

«Non ancora ed effettivamente per il prossimo anno non ho rinnovato con la Nissan, ma del futuro in Formula E non voglio parlare, per ora».

La 24 Ore di Le Mans è una gara unica, ma anche Monza si svolge in un bel contesto, ha una tradizione per le gare di durata, senza parlare della Formula 1. Che cosa ci vorrebbe secondo te per dare anche ad una gara italiana quello che le manca?

«Serve la Ferrari! In Italia l’attenzione degli appassionati è concentrata sulla Formula 1 e la Ferrari mentre in altri paesi non è così. Penso che dal prossimo anno, con la Ferrari di nuovo pronta per lottare per la vittoria finale, vedremo sicuramente più gente sulle tribune».

La composizione dei vostri equipaggi è cambiata quest’anno. Vi aspettate di fare altre variazioni in futuro?

«La nostra linea è cambiare poco, ma qualche cambio potrebbe esserci. Ne stiamo parlando».

Le persone, soprattutto quelle che non seguono le corse di durata, si chiedono come una stessa macchina possa essere guidata da tre piloti diversi. Potresti spiegarlo in modo semplice?

«Si cerca di mettere insieme piloti che hanno stili di guida simili e mettono a punto la macchina in un modo simile. Poi si costruisce tutto con l’abitudine, facendo tutti i test e le gare insieme».

È vero che i piloti di corse di durata preferiscono regolare la vettura più per renderla facile da guidare sacrificando un po’ le prestazioni?

«È vero che in gare di 24 Ore non si può guidare una vettura regolata per le qualifiche o in modo da avere le massime prestazioni perché richiede molto impegno, non si riesce ad essere costanti ed è più rischioso. Ma non è sempre così. Ad esempio, noi quest’anno a Le Mans abbiamo utilizzato un setup piuttosto aggressivo e questo ci è costato più fatica».

Perché secondo te ci sono così tanti piloti che vogliono venire a fare la 24 Ore di Le Mans anche se sono molto forti nelle loro discipline? Penso ad Alonso, che ha corso proprio con te, a Ogier e anche a Leclerc, pronto a fare carte false per andare a Le Mans…

«Perché è una gara incredibile che tutti vogliono vincere o avere la possibilità di farla. Sicuramente con tutte queste marche in arrivo, le possibilità di correre la Le Mans in modo competitivo aumenteranno e vedremo sicuramente altri piloti famosi. Non mi meraviglia se anche Verstappen ha voglia di farla…»

Le competizioni stanno cambiando radicalmente la percezione di Toyota: la GR Yaris è diventata un istant classic e le GR86 preventivate per due anni sono andate esaurite in due ore. Anche voi respirate all’interno del team questo grande impegno per rendere il marchio qualcosa di diverso, facendo macchine da corsa e stradali che vanno forte accanto ad auto efficienti e sicure per tutti i giorni come una Yaris o una Corolla?

«Sì e si sente che tutto questo non lo si fa per guadagnare più denaro, ma per l’immagine. Trovo davvero notevole il lavoro che il Gazoo Racing sta facendo nei rally e anche nei prodotti come la GR Yaris. Credo che questo sia solo l’inizio: ci saranno altri modelli che daranno a Toyota un’immagine molto più dinamica e giovane».

Come piloti, siete coinvolti nel lavoro di sviluppo dei modelli di serie?

«Sì, qualcuno di noi ha fatto un lavoro di sviluppo su modelli di serie alla Nordschleife del Nürburgring».

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Domenica 10 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 12-07-2022 18:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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