Le monoposto elettriche pronte al debutto nella stagione 5

Energia vincente in Formula E: a tutta velocità verso la mobilità della nuova era

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Finalmente c’è una cosa che va. Per un momento proviamo a mettere da parte i problemi. Roba mica da poco. Parliamo del braccio di ferro Usa-Cina per i dazi doganali, dello sforamento della nostra “manovra” rispetto a quanto vorrebbe l’Europa e pure delle forti turbolenze causate dal percorso finale della Brexit. Come se non bastasse ci sono i gilet gialli francesi e le buche della nostra amata Capitale che, nonostante la notorietà, tendono a moltiplicarsi piuttosto che a diminuire. Dopodomani, nella magica atmosfera araba di Ad Diriyah, si disputerà l’E-Prix che darà il via alla “Stagione 5” di Formula E, una categoria virtuosa che continua a crescere a livello globale e, di anno in anno, ottiene più successo di quanto gli stessi protagonisti potessero sperare. Un percorso senza ostacoli dove tutto fila liscio e dove gli incrementi viaggiano con percentuali bulgare.

Il segreto? Un’idea vincente. Al passo con i tempi. Spinta dall’industria e locomotiva di un futuro migliore che vedrà la mobilità diventare sostenibile. Totalmente. Sia perché i veicoli (a batterie o a idrogeno che siano) non avranno emissioni, sia perché l’energia sarà al 100% rinnovabile. L’Enel garantisce che per loro sarà così già nel 2040. Potremmo così liberarci dalla dipendenza dei carburanti fossili per decenni indispensabili, ma ora accusati di inquinare perché hanno bisogno di combustione per generare movimento con un rendimento pure molto basso. È il progresso, il mondo che cambia. E l’intuizione che ha avuto Alejandro Agag si è quasi immediatamente trasformata in una gallina dalle uova d’oro, uno sport e uno spettacolo apprezzato da tutti che riesce a coinvolgere anche i più giovani e che quest’anno sale sul palcoscenico pure in Arabia Saudita dando vita ad un weekend con tanti eventi in un grande paese finora un po’ chiuso.

Una chiave formidabile per aprire porte che sembravano blindate. Dalle parti di Riyadh le donne possono guidare solo da pochi mesi, ma gli esponenti della famiglia reale hanno invitato i team a schierare pilotesse nei test privati che seguiranno l’E-Prix. Con un racconto diventato quasi gag, Agag ricorda spesso come il suo amico Bernie Ecclestone lo prese per matto quando gli confidò per la prima volta che aveva in mente di organizzare un campionato riservato alle auto elettriche. Abile com’è, però, Alejandro evita di confessare che lui stesso in quel momento avrebbe preso per matto chiunque gli avesse detto che, solo dopo pochi anni, la nuova serie avrebbe schierato ai nastri di partenza ben otto costruttori ufficiali, un affollamento mai visto in oltre 120 anni di motorsport. Eh sì, ad Audi, Jaguar, DS e Mahindra, quest’anno si aggiungeranno due pezzi da novanta come BMW e Nissan per poi fare il pienone in “Stagione 6” con lo sbarco nella serie elettrica altri due autentici mostri sacri, Mercedes e Porsche, i fiori all’occhiello del made in Germany.

Un parterre che fa invidia ad eventi storici delle competizioni come il Mondiale di F1 e la 24 Ore di Le Mans. Perché sta accadendo quello che non era mai avvenuto? Semplice, perché l’auto è alla vigilia di un cambiamento che non era stato nemmeno mai sognato, uno svolta dopo la quale nulla sarà più come prima. Le vetture diventeranno ecologiche e saranno anche in grado di guidarsi da sole. Si azzereranno le emissioni e quasi altrettanto succederà con gli incidenti e le vittime della strada. Una corsa tecnologica rapidissima che richiederà menti, competenze, tecnologia, investimenti e riporterà questa industria a competere con le migliori eccellenze della new economy. Chi non vuol partecipare a questo gioco? Chi non vuol prendere parte a questo banchetto. È come fare un film schierando nel cast nove dei dieci attori più famosi e pagati del pianeta. Anche se il copione non fosse perfetto, il successo sarebbe garantito. Ma in Formula E la regia c’è e funziona bene. Agag, nonostante l’escalation procede con il suo piano strategico, fa crescere il gioiello con una velocità di crociera controllata per tenere a freno i costi, incrementare le performance in progressione introducendo di volta in volta variabili che alimentano lo show senza alterare il risultato sportivo.

Performance, una parola chiave. Anche i bambini sanno che le vetture elettriche non hanno emissioni e non fanno rumore. Due valori enormi. Sono ancora pochi gli adulti, invece, a credere che le vetture a batterie siano in grado di esprimere prestazioni e garantire un piacere di guida decisamente superiore a quelli dei veicoli convenzionali. Le FE sono dei purosangue per il momento imbrigliati (in questa stagione avrebbero potuto raddoppiare la potenze continuando a sostituire l’auto a metà gara), ma la Volkswagen I.D. R ha fatto vedere dominando la Pikes Peak cosa le astronavi zero emission sono in grado di fare. Infine il trionfo della Formula E è stato reso possibile grazie al supporto di due dirigenti sportivi illuminati, manager che difendono le tradizioni, ma annusano nell’aria il vento del cambiamento ed hanno dato da subito un grande appoggio ad Agag. Da una parte il presidente della Fia Jean Todt, dall’altra quello dell’Aci Angelo Sticchi Damiani. Il progresso va gestito, ma non ostacolato; la storia insegna che è sempre stato così.

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Giovedì 25 Aprile 2019 - Ultimo aggiornamento: 15:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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