Florian Modlinger, numero uno di Porsche in FE

Modlinger (Porsche): «Sarà una lotta brutale e strettissima: un decimo fa la differenza. A Roma serve coraggio»

di Mattia Eccheli
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MONTECARLO – Florian Modlinger è uno abituato a vincere e la casa di Zuffenhausen lo ha chiamato per quello. Gli ha affidato la scuderia Tag Heuer Porsche, che alla vigilia del nono ePrix della stagione 2023, la nona, guida sia la classifica individuale (con Pascal Wehrlein) sia quella a squadre (l'altro pilota è Antonio Felix Da Costa). «Sono soddisfatto, assolutamente – assicura il team principal – impieghiamo la nuova generazione di monoposto e siamo partiti bene. La nostra scuderia ha vinto tre gare e la macchina di Porsche quattro, ossia la metà, una percentuale alta. Non posso che essere soddisfatto, molto anche».

Però?

«Però dobbiamo sempre identificare anche i punti di debolezza. E ci sono state gare in cui abbiamo lasciato punti per strada».

Sono debolezze che si possono condividere?

«Il nostro obiettivo era portare entrambi i piloti ai primi posti fin dall'inizio, ma abbiamo visto che Antonio (il portoghese già campione di Formula E, ingaggiato al posto di Andrè Lotterer, ndr.) ha avuto qualche problemo. Noi e lui abbiamo lavorato parecchio per chiudere il gap con Pascal: in India ha conquistato il primo podio con Porsche e a Città del Capo la sua prima vittoria, sempre con noi, sensazionale».

Altre?

«Abbiamo del potenziale da sfruttare nelle qualifiche, ma tutte le cose devono funzionare per partire nelle prime tre file: nella seconda parte della stagione dobbiamo riuscirci regolarmente. E poi le gare si sono rivelate molto diverse a seconda delle pista: la strategia si è differenziata molto a San Paolo e Berlino, ad esempio».

Contento anche degli nuovi pneumatici, un'altra delle incognite di questa campionato?

«Ripeto quello che avevo detto prima dell'inizio della stagione e durante i test: sono contento di quello che Hankook ha fatto con il contratto che ha. Ha rispettato il capitolato: è una buona gomma, molto costante. E lo si è visto anche sul bagnato».

Come finisce il campionato?

«Sarà una lotta brutale e strettissima: un decimo fa la differenza. Difficile fare previsioni, ma noi lotteremo fino alla fine».

Una stagione interessante, insomma.

«Diciannove piloti si sono finora giocati la pole nella fase a eliminazione diretta e ogni scuderia è stata rappresentata almeno due volte. E cinque squadre, su undici, hanno già vinto una gara: quante in Formula 1? La positiva sorpresa è che la differenza in pista è molto inferiore a quelle che sembrava a Valencia».

Il tracciato più bello?

«Ci sono molte piste belle e a me vengono in mente Punta de l'Este e Roma. Anche se la numero uno per me è stata Città del Capo: una gara sensazionale con grandi manovre di sorpasso, di quelle che servono al campionato. A Roma serve coraggio, c'è poca tenuta, bisogna rischiare e non è facile guidare: insomma, spettacolare».

L'introduzione del pit stop per la ricarica veloce è stato posticipato: sei d'accordo?

«Io sono per la continuità delle norme, non mi piace che vengano cambiate a stagione in corso. E lo avevo detto anche prima dell'inizio del campionato».

Ma in generale sei favorevole?

«Ci sono due aspetti da valutare: uno tecnologico e l'altro sportivo. Come costruttore vogliamo far conoscere il sistema da 600 kW, che funziona e che è due volte più rapido rispetto a quello più delle auto di serie. Dal punto di vista sportivo bisogna però chiedersi come e quando introdurlo. E cioè quanto sia spettacolare e cosa significhi in tracciati corti dove un passaggio ai box significa rischiare il doppiaggio»

Ci sono ancora preoccupazioni per i pezzi di ricambio?

«Finora nessuna macchina e nessun costruttore è stato penalizzato: ha funzionato tutto, ma la situazione resta tesa».

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Sabato 6 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 08-05-2023 11:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA