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BERLINO – Giovanni Tommaso Sgro è il manager con il quale Maserati è tornata sul podio di un campionato monoposto. L'ultima volta era successo 66 anni fa, nel 1957, sempre in Germania, ma in Formula 1 con Manuel Fangio. Maximilian Günther, 26 anni fra un paio di mesi, è arrivato terzo sul cemento della pista dell'ex aeroporto internazionale di Tempelhof nel settimo ePrix della nona stagione della Formula E, la prima con le Tipo Folgore del Tridente al via. COn la Maserati finora il tedesco (58 partenze, 3 vittorie e 5 podi) aveva solo sfiorato la Top 10 con due undicesimi posti, a Città del Messico e a San Paolo. Edoardo Mortara, l'italo svizzero già vice campione del mondo, (63 ePrix con 6 affermazioni, 13 podi e due Pole), oltre a 4 ritiri aveva infilato due noni e un decimo posto.
Non abbastanza per le ambizioni della casa del Tridente, almeno fino a sabato.
«È stata una grande emozione per tutti quanti portare a casa il primo podio – confessa Sgro, nei pressi del box del team italo monegasco – Il garage è quasi esploso. Abbiamo avuto momenti difficili finora, ma questo è il motorsport e ci sono sempre della variabili che non si possono prevedere».
Sono state necessarie sette gare, però.
«Quello che è arrivato a Berlino è un risultato che serviva, ma che ha fatto anche percepire il modo in cui si è lavorato assieme. È arrivato in un momento positivo e le lacrime sono scese dagli occhi di tutti quanti».
Cosa era mancato finora?
«La bellezza dello sport consiste proprio in questo: non è bianco o nero, non è prevedibile. Puoi calcolare ogni cosa, ma solo fino a un certo punto. Occorre saper calibrare le cose e noi abbiamo una squadra fortissima, con una grande esperienza, e abbiamo due piloti che hanno dimostrato di essere molto forti. Abbiamo bisogno di equilibrio».
D'ora in poi cambia tutto?
«Ieri abbiamo percepito tutta la nostra potenza, ma dobbiamo sempre restare con i piedi a terra. Umili. Non possiamo sapere cosa accadrà fino alla fine della stagione: sappiamo che quello di ieri è stato un momento eccezionale».
La scuderia era molto “italiana” anche prima dell'avvento di Maserati, il primo marchio nazionale ad approdare in Formula E...
«Da italiano confermo che portare Maserati sul podio dopo tantissimi anni è stato bellissimo»
A cosa punta?
«Non vorrei fare previsioni perché non sarebbe corretto nei confronti della squadra, lavora giorno e notte senza fermarsi per arrivare a questi risultati. Percepisco energia e rilevo ottimismo. Diciamo che non vorrei arrivare ultimo, ecco».
Dove deve arrivare Maserati?
«Meritiamo di essere sul podio».