La SCG007 è l'Hypercar con la quale il piccolo costruttore americano parteciperà al WEC e alla 24 Ore di Le Mans. L'auto è stata progettata in Italia dalla Podium Advanced Technologies

Glickenhaus, ecco l’americana progettata in Italia che vuole vincere alla 24 Ore di Le Mans

di Nicola Desiderio
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Glickenhaus Racing ha ufficializzato i 7 piloti che parteciperanno al WEC e alla 24 Ore di Le Mans nella nuova classe regina LMH (Le Mans Hypercar) sfidando direttamente la Toyota in attesa dell’arrivo della Peugeot nel 2022.

A Gustavo Menezes e Ryan Briscoe – gli unici due nomi resi noti nel momento in cui è stata pubblicata la lista dei partecipanti al WEC – si aggiungono Romain Dumas, Olivier Pla, Pipo Derani, Franck Mailleux e Richard Westbrook. Si tratta dunque di piloti di grande esperienza, soprattutto per le gare di durata e che danno ulteriore spessore al progetto messo in piedi dal costruttore americano. A collaborare infatti con Glickenhaus ci sono l’italiana Podium Advanced Technologies e la Joest Racing.

Quest’ultima è una scuderia fondata infatti nel 1978 dall’ex pilota tedesco Reinhold Joest e ha vinto a Le Mans per ben 15 volte insieme a Porsche e Audi, più di qualsiasi altro team nella storia della corsa francese. La Joest Racing ha vinto anche a Daytona, Sebring, Nürburgring e nel DTM. La Podium Advanced Technologies è invece un’azienda emergente. Fondata da Mario Chiera di Vasco, Luca Ciancetti e Igor Zanetti, tre laureati al Politecnico di Torino, ha sede a Pont Saint Martin (AO) ed è al fianco di Glickenhaus da anni, in particolare per la SCG003C, spinta da un V6 3.5 biturbo di origine Honda, design firmato dall’italiano Paolo Garella e 5 vittorie di classe alla 24 Ore del Nürburgring.

La Glickenhaus schiererà nel WEC invece la SCG007 ed è intenzionata a farne 25 esemplari omologati per la strada, venduti a circa 2 milioni di dollari, con lo scopo di finanziare il progetto e rispondere allo spirito autentico del nuovo regolamento LMH: riavvicinare la massima categoria delle auto che corrono a Le Mans alle vetture stradali. Il motore a combustione interna sarà fornito dalla francese Pipo Moteurs ed è un V8 3.5 biturbo che sarebbe capace di 750 cv, ma che regolamento sarà limitato a 500 kW (670 cv), da spartire tra l’altro con il modulo elettrico anteriore da 200 kW progettato anch’esso dalla Podium Advanced Technologies. Come è noto, quest’ultimo non potrà intervenire prima di 120 km/h.

Il sogno di James Glickenhaus non è un mistero: riportare un’auto americana a vincere la classifica assoluta alla 24 Ore di Le Mans. La prima e l’ultima a riuscirsi è stata la Ford GT40 dal 1966 al 1969 e sempre la Ford GT è stata l’ultima ad aggiudicarsi almeno la vittoria di categoria tra le GTE nel 2016. Un obiettivo ambizioso per il costruttore e collezionista americano che nel suo garage ha pezzi del calibro della Ford GT40 Mk IV J6, quarta a Le Mans nel 1967 guidata da Bruce McLaren e Mark Donohue, una Ferrari P3/4, una 412 P, una Dino Competizione, una 208 GTB turbo, una 159 Spyder Corsa e la celebre P 4/5 realizzata da Pininfarina sulla base della Enzo proprio ispirandosi alla P 3/4.

In realtà gli esemplari di quest’ultima sono due: uno stradale verniciato di rosso e l’altro allestito per correre con carrozzeria in fibra di carbonio nuda. C’è anche un’Alfa Romeo 8C e si dice che la prima scelta per la SCG007 fosse il V6 2.9 biturbo della Giulia e Stelvio Quadrifoglio, ma poi non se n’è fatto nulla. Glickenhaus afferma di sognare di vincere la 24 Ore di Le Mans da quando aveva 11 anni (ora va per i 71) e la sua collezione dimostra quanta suggestione esercitino su di lui i motori, le auto italiane e l’epoca d’oro delle corse di durata, quegli anni ’60 che videro lo scontro titanico tra Ferrari e Ford prima dell’avvento del dominio Porsche.

Anche i piloti scelti da Glickenhaus non sono da comprimaria. Romain Dumas ha vinto 2 edizioni della 24 Ore di Le Mans, un titolo WEC, a Spa, Sebring e 4 volte la Pikes Peak dove nel 2018 a fissato il record (7’57”148) con la Volkswagen ID.R elettrica. Olivier Pla ha corso 13 Le Mans e attualmente corre nell’IMSA con la Acura. Anche Pipo Derani viene dall’IMSA, dove corre con Cadillac, e ha vinto a Daytona e per ben 3 volte a Sebring. Ryan Bricoe (che ha corso il suo primo campionato in Formula Renault 2000 Italia) e Richard Westbrook hanno corso insieme sulla Ford GT a Le Mans nel 2016 finendo terzi e, in entrambi i casi parliamo di piloti che hanno vinto a Daytona, Sebring e corso più volte a Le Mans. Anche Franck Mailleux l’ha fatta 6 volte. Gustavo Menezes l’ha corsa 5 volte e l’anno scorso è finito secondo mentre nel 2016 ha vinto nella categoria LMP2 con la Alpine e si è preso anche il titolo WEC.

La Glickenhaus dunque è una scuderia privata, ma ha le carte in regola per dire la propria e avrà molto di italiano visto che il telaio, l’elettronica, la parte ibrida e tutta l’ingegnerizzazione è stata sviluppata da menti italiane su suolo italiano. E pare anche che lo shakedown della SCG007 avverrà in Italia a marzo, precisamente al circuito “Piero Taruffi” di Vallelunga.

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Sabato 30 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 01-02-2021 15:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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