Hamilton sbarca a Maranello, per la Ferrari inizia una nuova era: «Scriviamo insieme la storia»
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Lewis Hamilton assicura di essere «calmo, al momento». E' solo il giorno delle interviste pre-gara, ad Abu Dhabi, ultimo atto della stagione. Ma le emozioni sono lì, in agguato. Arriveranno al momento di calarsi per l'ultima volta nell'abitacolo della sua Mercedes, com'é normale quando si lascia un team «che ha fatto parte della mia carriera per 12 anni», impreziositi da sei titoli piloti (l'ultimo nel 2020) per il baronetto di sua Maestà britannica. Che diventano sette sommando quello in McLaren del 2008. Trepidazioni - seppure di magnitudo inferiore - attendono al varco pure Corlos Sainz jr.
Nelle sliding doors della Formula 1, con un via vai di drivers particolarmente vivace in vista del 2025, anche per lui é quasi l'ora dei saluti: al 30enne, la Ferrari ha preferito proprio Hamilton, 40 anni il 7 gennaio. E così l'anno prossimo il madrileno correrà con la Williams. Ad Abu Dhabi McLaren e Ferrari si giocano il titolo costruttori ed in conferenza stampa Sainz non ha nascosto che riportarlo a Maranello dopo 16 anni «sarebbe tutto per me, il modo migliore per dire addio a quella che é stata la mia casa negli ultimi quattro anni, godendomi ogni momento. Sarebbe un congedo perfetto». «Con 21 punti di ritardo da uno dei team più veloci serve una impresa - ha aggiunto - Non voglio dire che sarà impossibile, difficile sì. Ci proveremo».
Ma sarà soprattutto il campione inglese al centro dell'attenzione, lui che una volta si lasciò sfuggire «se non hai mai guidato una Ferrari, non puoi dire di essere stato davvero un pilota di Formula 1». «Non credo che finirà in bellezza. Finirà. Però mi sento positivo ed entusiasta, vorrei poter dare tutto fino all'ultima curva - ha aggiunto con pragmatismo, ancora da uomo Mercedes - Emozioni? Arduo descriverle. Sono fiero di quello che abbiamo ottenuto e orgoglioso di questo team». Nonostante «sia stato uno degli anni peggiori» da quando é in F1, Hamilton ha tenuto a ricordare «i sorrisi che hanno accompagnato ogni vittoria, come la prima volta nel 2014 in Australia. Non dimenticherò mai le lacrime di un ingegnere. Sono grato a tutti quelli che hanno lavorato in pista e in fabbrica per supportarmi sin dal primo giorno. Come sarà correre con la Ferrari? Al momento non so, ma che emozione».
L'ultimo GP chiuderà un pezzo importante di storia del Motorsport. Durante il binomio Hamilton-Mercedes la scuderia anglo-tedesca ha incamerato otto campionati costruttori consecutivi, sette titoli piloti (compreso quello di Nico Rosberg nel 2016) e 120 Gran Premi. Hamilton è diventato il pilota di maggior successo di sempre in F1, con 84 delle sue 105 vittorie complessive in gara e 78 delle sue 104 pole. Il 2024, invece, é stato sempre più frustrante, man mano che si avvicinava alla conclusione, di pari passo con la crescita del compagno di scuderia George Russell. Le vittorie a Silverstone e Spa - le uniche in due anni e mezzo altrimenti vissuti nel cono d'ombra proiettato da quel cannibale di Max Verstappen - non sono bastate a risollevargli il morale.
Hamilton era consapevole che annunciando l'addio già a febbraio sarebbe andato incontro ad una stagione di sofferenza, però non si aspettava un simile Calvario. «Quando ha preso la decisione di andarsene, sapevamo che sarebbe stato un anno complicato. E' normale - ha detto il team manager Toto Wolff, che si prepara ad accogliere l'esordiente Kimi Antonelli - Ma niente ci porterà via 12 anni incredibili. Quelli rimarranno nella memoria, piuttosto che una stagione storta o delle gare che sono state particolarmente brutte. Lewis sarà sempre parte della nostra famiglia».