L'Alpha Tauri (ex Toro Rosso) che è la seconda squadra del gruppo Red Bull, ma si costruisce le monoposto in proprio

F1, la proposta dei top team: vendere le vetture alle squadre minori

di Massimo Costa
  • condividi l'articolo

In questo periodo di Coronavirus e di riposo forzato, una cosa utile per il mondo della F1 almeno si è verificata. Mai così tante idee, proposte, per il futuro sono state pensate, analizzate, vagliate. Una presa di coscienza, soprattutto sugli eccessivi costi, che non si era mai vista prima. L'ultima valutazione è arrivata da Christian Horner della Red Bull, appoggiata da Mattia Binotto della Ferrari: "Se fossimo davvero motivati nel ridurre i costi, sarei pienamente favorevole a fornire una macchina clienti completa per i prossimi due anni. Le scuderie più piccole non dovrebbero sostenere ricerca e sviluppo, senza essere costruttori calerebbero enormente le loro spese", ha spiegato il taem principal Red Bull. Che ha così proseguito: "Abbiamo bisogno di ragionare fuori dagli schemi, invece di girare in tondo tormentandoci sui numeri del budget cap. Se si tratta di salvare le squadre più piccole e aiutarle a essere più competitive, sarebbe molto difficile essere contrari a questa possibilità. Con le tecnologie fotografiche 3D, in ogni caso, tutti cercano di copiarsi a vicenda".

Un ritorno al passato, quando i costruttori come McLaren, Williams, March, Surtees, Ensign, vendevano le proprie monoposto a squadre private oppure schieravano una terza vettura. Come, per esempio, fece la McLaren nel 1977 portando al debutto in F1 Gilles Villeneuve nel GP di Gran Bretagna e Bruno Giacomelli nel GP d'Italia. Perché il punto è anche un altro: non solo salvare le piccole squadre ad evitare investimenti che possono risultare insopportabili, ma anche a coinvolgere qualche nuovo team ad entrare in F1 non come costruttore, ma come cliente di una struttura già iscritta al Mondiale.

Perché 20 monoposto appena sono un numero a dir poco insopportabile per la F1, troppo poche per la categoria elite quando la F3 (per esempio) ne presenta trenta e la F2 ventiquattro. Il ridotto numero di team F1 produce di conseguenza un imbuto senza precedenti per quanto riguarda i giovani piloti che si ritrovano impossibilitati nel salire nella massima formula a causa dei pochi sedili presenti e a fronte di grandi investimenti economici. Un cane che si morde la coda, ma che va risolto velocemente, il rischio è che tutto il sistema imploda.

  • condividi l'articolo
Domenica 26 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 28-04-2020 13:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti