Audi R18 e-tron precede la Toyota TS 030 nelle prime fasi della 24 Ore

Le Mans, ad Audi il duello con Toyota
ma i giapponesi dominano sul mercato

di Nicola Desiderio
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LE MANS - Audi vince la 80ma edizione della 24 Ore di Le Mans e lo fa per la prima volta nella storia con l’ibrido battendo proprio la Toyota, scesa sul circuito francese a difendere l’onore del costruttore pioniere della tecnologia che prevede l’accoppiamento di un motore elettrico al tradizionale motore a pistoni. Una notizia che fa passare in secondo piano persino il fatto che questo è l’11mo trionfo in 13 anni e che stavolta ha visto la casa di Ingolstadt monopolizzare tutti i gradini del podio piazzando tutte e 4 le vetture schierate al via nei primi 5 posti. Davanti alle due R18 TDI Ultra motorizzate solo con il motore a gasolio ci sono proprio le due e-tron quattro le ibride a trazione integrale che rappresentano l’ultimo dei capitoli di una superiorità costruita sulla tecnologia più avanzata poi applicata alla produzione di serie.
Dopo aver vinto dunque nei rally e su pista con la trazione integrale, il cambio a doppia frizione, i motori a benzina ad iniezione diretta e con il diesel, Audi mette la firma anche sulla prima vittoria di un’auto ibrida alla 24 Ore di Le Mans davanti alla Toyota, pioniera e maestra indiscussa di questa tecnologia avendola introdotta per prima sul mercato nel 1997, anno di debutto della Prius. Da allora le Tre Ellissi ha moltiplicato l’offerta di auto ibride producendone oltre 4 milioni e la Prius è diventata nei primi tre mesi del 2012 l’auto più venduta in assoluto. Il futuro dell’automobile dunque è ibrido, e anche la vittoria dell’Audi lo dimostra, ancora di più perché avvenuta con il diesel, motore efficiente per eccellenza. Se dunque in passato ibrido e gasolio erano visti come antagonisti, la vittoria dell’Audi dimostra invece che la loro unione può rappresentare la sintesi perfetta per prestazioni e consumi.

La casa dei Quattro Anelli per riuscirci però non ha avuto vita facile perché la Toyota TS 030 al debutto si è dimostrata estremamente competitiva grazie al suo sistema ibrido con motore elettrico in blocco con il motore V8 3.4 a benzina che le consente di marciare ad emissioni zero nella corsia dei box e di avere una spinta supplementare in accelerazione anche al di sotto dei 120 km/h, possibilità non concessa dal regolamento alle Audi che al diesel V6 3.7 per le ruote posteriori associano due motori elettrici per quelle anteriori. Sin dalle prove le TS 030 sono riuscite ad infilarsi con il 3° e 5° posto in griglia e in gara, dopo essere partite con cautela nelle prime tre ore, hanno incrementato il ritmo tanto da consentire a quella numero 7 guidata dal trio Wurz/Lapierre/Nakajima di prendere la testa dopo un bel duello. Le monoposto giapponesi erano velocissime, praticamente imprendibili nel secondo settore, quello con i rettilinei più lunghi e con le frenate e le accelerazioni più violente.

Ma proprio alla fine del dritto di Mulsanne, mentre l’altra TS 030, la numero 8 guidata da Anthony Davidson si apprestava a impostare il curvone verso destra a 330 km/h, la Ferrari 458 Italia della AF Racing guidata da Piergiuseppe Perazzini la toccava innescando un volo spaventoso che terminava contro le barriere. Poco prima Romain Dumas era uscito danneggiando seriamente la R18 Ultra numero 3. L’Audi messa sotto pressione sembrava in difficoltà, ma il pilota francese non si perdeva d’animo e, dopo aver strappato letteralmente la parte frontale danneggiata della propria vettura, risaltava di nuovo in macchina e con una sospensione rotta riusciva a rientrare eroicamente ai box. Dopo l’incidente di Davidson, rimasto miracolosamente pressoché illeso, le due pace car rimanevano in pista per ben 1 ora e 15 minuti, dando modo all’Audi di tirare il fiato, serrare le fila di rimettere in pista l’auto di Dumas. Dopo aver riparato le barriere, l’unica Toyota TS 030 rimasta in gara sembrava pronta per allungare il passo, ma mentre alla guida si trovava Nakajima, un contatto in pista la costringeva a rientrare di nuovo box più volte fino a condannarla al ritiro alla 11ma ora di corsa lasciando le Audi senza avversarie.

A inseguire il quartetto c’era la Lola del team Rebellion Racing motorizzata – ironia della sorte – Toyota e tra i suoi tre piloti poteva contare su un esperto come Nick Heidfeld e un figlio d’arte come Nicolas Prost. Marc Genè riusciva a danneggiare un’altra volta la Ultra numero 3 regalando il quarto posto alla Lola-Toyota mentre la e-tron quattro numero 2 prendeva la testa e sembrava avviata a tagliare per prima il traguardo guidata dal dream team formato da Kristensen/Capello/McNish – in totale 40 partenze alla Le Mans e 13 vittorie – ma quest’ultimo vanificava tutto a meno di un’ora dalla fine con un dritto che la faceva rientrare dopo la riparazione in seconda posizione. Vittoria dunque alla numero 1 del terzetto Lotterer/Fassler/Treluyer partito in pole position e, come da copione già scritto, le due ibride arrivano davanti e terza è l’altra Ultra guidata da Jarvis, Rockenfeller e il brianzolo Andrea Bonanomi, al debutto sulle rive della Loira. Stravince l’Audi, vince l’ibrido e la Toyota si porta a casa la soddisfazione di aver condotto la gara e la convinzione di avere una vettura molto competitiva che potrà dire la sua nelle altre gare in calendario dei campionati American Le Mans Series e World Endurance Championship. In ogni caso, ad essere protagonista sarà l’ibrido che diventerà addirittura attore assoluto della gare di durata visto che nel 2014 tutte le auto impegnate nelle gare di durata saranno ibride e dovranno tagliare i consumi del 30%. Un motivo in più per portare avanti ulteriormente l’elettrificazione sviluppando soluzioni che vedremo in futuro sulle auto di serie. E alla fine a vincere saranno i clienti.

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Lunedì 18 Giugno 2012 - Ultimo aggiornamento: 21-02-2016 13:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA