
Monoposto di Formula 1 e Formula E a confronto: ecco com'è andata

FE, Nissan "profeta in patria": Rowland trionfa nell'ePrix Tokyo davanti a Wehrlein (Porsche). Primo podio per Ticktum (Cupra)

FE, a Rowland (Nissan) pole e punti in vista del secondo EPrix di Tokyo. Ticktum (Cupra) la “rivelazione”

FE, Vandoorne con la Maserati trionfa a Tokyo sul bagnato. Rowland (Nissan), di nuovo secondo, allunga nella generale
MONTECARLO – La sesta gara dell'undicesima stagione di Formula E è anche l'ottavo EPrix ospitato da Monaco, la località più esclusiva dove fanno tappa le competizioni motoristiche agonistiche di altissimo livello. Quest'anno, sabato e domenica, per la prima volta, il Principato è il palcoscenico di una prova doppia di un appuntamento che era nato a cadenza biennale. Il mondiale elettrico corre sullo stesso tracciato della Formula 1 con monoposto dalle prestazioni diverse e altamente interessanti.
Quelle elettriche hanno un'accelerazione da 0 a 100 di 1,86 secondi, del 30% migliore rispetto a quella delle ibride della classe regina. Sulla gara monegasca, Florian Modlinger, responsabile delle operazioni di Porsche e della scuderia Tag Heuer in Formula E, si è concesso una interessante elaborazione: «È pacifico che in Formula 1 – spiega – si contabilizzino tempi sul giro più veloci di circa il 18%».
La velocità, però, non è tutto e il mondiale elettrico si distingue per essere quello più sostenibile: «Con un pieno di benzina equivalente ai nostri 38,5 kWh di energia, le monoposto di F1 percorrerebbero appena una manciata di giri prima di esaurire il serbatoio, mentre in Formula E bastano per 45 minuti (grazie alla rigenerazione dell'energia, ndr)», precisa il manager tedesco. Il dato sembra accreditare l'alimentazione a batteria come quella del futuro.
«Non sta a me esprimere un giudizio – aggiunge Modlinger – ma questo esempio evidenzia la notevole efficienza della propulsione elettrica. Nella Porsche 99x Electric da competizione supera il 97%, un parametro molto simile a quello delle nostre auto sportive stradali. Le unità ibride di Formula 1 hanno una resa inferiore al 55%, comunque di molto superiore a quella dei motori a combustione impiegati normalmente. Personalmente, ritengo che ci siano anche altri ambiti di sviluppo con grandi potenzialità per i sistemi elettrici, ad esempio nel campo dell'accumulo di energia».