Alcuni dei piloti di F1

Può capitare in F1 un caso simile a quello di Djokovic? No, i piloti sono tutti vaccinati e Liberty Media pensa all'obbligo per tutti

di Massimo Costa
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Il caso del tennista Novak Djokovic, a cui non è stato concesso dal governo locale di partecipare agli Australian Open di Melbourne in quanto non vaccinato, ha spostato l'attenzione sulla F1 che proprio nel lontano Paese dell'Oceania tornerà a correre quest'anno, precisamente il 10 aprile. La domanda che in molti si sono fatti è la seguente: vi sono piloti no vax nel Mondiale? La risposta è no, Liberty Media ha fatto sapere che i venti partecipanti al prossimo campionato hanno rispettato con grande senso civico le regole ed hanno anche partecipato a una campagna di sensibilizzazione, lanciata sui social media con un video dai "padroni" americani della F1. L'unica mosca bianca in verità, pare fosse Kimi Raikkonen, ma non vi è la certezza su questo. In ogni caso, il finlandese ex Alfa Romeo si è ritirato dalle corse e dunque non rappresenta più una incognita. 

Ma la faccenda non coinvolge soltanto i piloti. Liberty Media infatti, sta valutando con la FIA di rendere obbligatorio il vaccino a tutti coloro che sono coinvolti in F1: oltre ai piloti come detto, anche tutti i componenti delle squadre (meccanici, ingegneri, parte sportiva, marketing, logistici, addetti stampa), tutti i giornalisti tv, radio, stampa, web, i fotografi e tutti coloro che lavorano nel paddock affinché le cose funzionino al meglio. Non vi è ancora nulla di ufficiale, ma si cerca di andare verso questa regola che pare ovvia e magari evitare alle persone di fare tamponi in continuazione.

"Vaccini e booster sono la nostra via d'uscita dalla pandemia, la Formula 1 sta andando avanti e chiediamo a tutti di fare la propria parte", ha sottolineato il presidente Stefano Domenicali. Sergio Perez, portacolori Red Bull, il 9 gennaio ha poi condiviso su Instagram la foto del momento in cui stava ricevendo una nuova dose anti Coronavirus. Il messicano, peraltro, ha pagato sulla propria pelle le conseguenze della crisi sanitaria: nel 2020 è stato il primo pilota a venire contagiato, saltando i due round di Silverstone. Sorte simile è toccata a Lance Stroll, Lewis Hamilton e a fine 2021 a Nikita Mazepin, mentre fra i contagiati a motori spenti ci sono stati Charles Leclerc (due volte), Lando Norris e Pierre Gasly.
 
L'obbligo vaccinale è comunque l'approccio in adozione per gli sport professionistici e soprattutto di squadra, anche in Italia. E sport di squadra può essere considerata la F1, per la grande quantità di addetti ai lavori che frequenta i circuiti, magari anche a stretto contatto, e affronta numerosi viaggi in giro per il globo, esponendosi al rischio. Anche per questo, alla ripartenza post lockdown del 2020, Liberty ha varato un protocollo molto rigoroso con migliaia di tamponi effettuati ad ogni trasferta. Ad oggi, l'unico caso "delicato" in F1 è stato quello di Alan van der Merwe, il pilota della medical car divenuto famoso nel 2020 per il salvataggio a Romain Grosjean quando la sua Haas prese fuoco nel GP di Sakhir. Il sudafricano ha saltato le ultime tre gare del 2021, in Qatar, Arabia Saudita e Abu Dhabi, perché l'ingresso nei tre Paesi era consentito solo esibendo il certificato di avvenuta vaccinazione, a cui van der Merwe aveva pubblicamente dichiarato di non essersi sottoposto, essendo stato contagiato due volte. A scanso di equivoci, la sua posizione non era però di tipo no vax ultras: "Se volete vaccinarvi, fatelo. Io sono a favore per chi lo desidera e lo può avere". Ma per la stagione 2022, se non cambiasse idea, van der Merwe dovrà rinunciare forse definitivamente al ruolo che ha ricoperto dal 2009.

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Mercoledì 19 Gennaio 2022 - Ultimo aggiornamento: 21-01-2022 09:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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