NAPOLI - Tutto pronto per la 49ma edizione del Nauticsud, in programma dall’11 al 19 febbraio a Napoli, negli spazi espositivi della Mostra d’Oltremare, struttura potenzialmente straordinaria e tuttavia ancora inadeguata ad ospitare eventi degni dei fasti del passato, quando il salone partenopeo vantava la qualifica di internazionale. Ciò nonostante si profila intatto l’ottimismo degli organizzatori di Afina (Associazione Filiera Italiana della Nautica) che nella conferenza stampa di presentazione hanno entusiasticamente parlato di oltre 200 aziende e più di 400 marchi presenti, e annunciato (con una buona dose d’ottimismo) la presenza di quasi 800 imbarcazioni esposte (tra barche e gommoni).
Un programma promettente, dunque, anche se alcuni nomi di fama sono rappresentati, come tradizione del Nauticsud, da concessionari di zona, e se nella lista degli espositori locali non figurano nomi eccellenti, in testa quello di Fiart, per la prima volta assente nel Salone di casa, così come quelli di Apreamare, Fratelli Aprea, Gagliotta, MV Marine, Salpa… autentiche eccellenze di un Made in Sud affermato in Italia e all’estero. Per alcuni cantieri una scelta legata alla propria strategia commerciale, per altri pare che siano sorti contrasti con gli organizzatori sulla collocazione degli stand. Insomma, le solite divisioni interne al mondo della nautica. In compenso sono annunciate presenze nazionali di un certo prestigio, tra le quali spiccano un Rizzardi 50 e un Itama 45.
Al di là della quantità e della qualità dei prodotti esposti, il Nauticsud si profila comunque, ancora una volta, come occasione propizia per dibattere sui problemi del settore, in particolare la mancanza di posti barca lungo la costa napoletana: questione annosa che si trascina da tempo immemorabile, e probabilmente destinata a rimanere ancora irrisolta, nonostante le dichiarazioni di “buona volontà” rilasciate dalle autorità locali, in testa il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Ancora una volta il primo cittadino si è detto consapevole della gravità del problema, ammettendo pubblicamente che “Napoli non mette al centro l’economia del mare”, aggiungendo che “il turismo nautico è un’opportunità da cogliere” e che “la questione va messa al centro dell’agenda dell’amministrazione comunale, in accordo con l’imprenditoria locale”.
Belle parole, purtroppo non suffragate da un progetto che sia uno. E infatti alla vigilia della 49ma edizione del Salone napoletano, di fronte all’ennesima protesta avanzata dal presidente di Afina Gennaro Amato (“Basta parole, ora si passi ai fatti”) si è parlato solo della creazione di “un tavolo esecutivo entro metà marzo” e si sono sprecate le solite dichiarazioni di buoni propositi, ipotizzando l’ampliamento del porto di Mergellina (600 posti in più) definito “una realtà che va potenziata e modernizzata sfruttando anche la sinergia tra pubblico e privato”.
Tra i più attivi nel sostenere la necessità di fare di Napoli una meta adeguata allo sviluppo del turismo nautico e a soddisfare le necessità dei diportisti locali si è sbilanciato una volta di più il presidente della Camera di Commercio Ciro Fiola, il quale ha annunciato di aver dato incarico agli uffici competenti di “costituire una SpA che veda la Camera di Commercio, almeno in una prima fase, progettare non uno ma tre porti turistici per Napoli”. Parola più, parola meno, nel 2020, in occasione della 47ma edizione del Nauticsud, disse le stesse cose…