Il trimarano Maserati Multi70

Maserati Multi70 perde un timone ma non molla. Terzo nella Transpac Race Los Angeles-Hawaii

di Sergio Troise
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HONOLULU - Maserati Multi70, il trimarano comandato da Giovanni Soldini che porta in giro per il mondo il marchio del tridente modenese, si è classificato terzo nella Transpac Race, leggendaria regata oceanica lunga 2.225 miglia, con partenza da Los Angeles e arrivo a Honolulu, capitale delle Hawaii. Un risultato apparentemente positivo, tenendo conto che al via si sono schierate 55 imbarcazioni, tuttavia non è mancata una dose di delusione per aver mancato la vittoria piena, ai danni di Phaedo3 e Mighty Meorle, gli unici altri due trimarani in gara, avversari diretti di Maserati, classificatisi ai primi due posti.

A rovinare la festa a Soldini e al suo equipaggio (tra i sei membri anche John Elkann), un inconveniente verificatori domenica 9 luglio, quando tutto lasciava pensare a una vittoria a mani basse della barca con le insegne del Tridente. Nel secondo giorno di regata, quando si sono alzati venti più forti, il trimarano italiano era al comando, davanti ai suoi principali avversari: i trimarani americani sono infatti sprovvisti dei foiling (le appendici alari che fanno letteralmente volare Maserati sull’acqua) e difficilmente la situazione sarebbe cambiata se non si fosse ripetuto ciò che già si era verificato nella Rolex Middle Sea Race, la regata di 608 miglia con partenza e arrivo a Malta, circumnavigando la Sicilia.

Come allora, Maserati ha perso il timone di destra nella notte, mentre procedeva in piena velocità, probabilmente per l’urto contro un oggetto galleggiante non identificato. Ma a Malta un errore di rotta di Phaedo3 consentì a Soldini e compagni di aggiudicarsi comunque la vittoria. Questa volta, invece, non c’è stato niente da fare. Lo skipper è stato costretto a fermare la barca per recuperare il timone, operazione resa tra l’altro complicata dal buio, dal vento forte e dal mare formato. «E’ stata una fortuna riuscire a recuperare il timone - ha detto Soldini all’arrivo – ma c’è voluto molto tempo e l’impegno di due persone per portarlo vicino alla barca: saltava sulle onde alle nostre spalle come un grosso pesce. Alla fine siamo riusciti ad avvicinarci abbastanza per attaccarlo a una cima e riportarlo a bordo”.

E’ passata più di un’ora prima che Maserati potesse riprendere la regata. Nonostante l’handicap, sono state raggiunte velocità notevoli e c’è stato un momento in cui Soldini e i suoi uomini hanno creduto nella possibilità di riagguantare i primi. Ma non c’è stato niente da fare. Alla fine ci si è dovuti accontentare del terzo posto. Un piazzamento onorevole, al termine di una cavalcata oceanica durata 4 giorni, 12 ore, 48 minuti e 55 secondi, e conclusa, comunque, in un clima di allegria, visto che la tradizione della Transpac Race vuole che tutti gli equipaggi vengano accolti come eroi nel porto di Ala Way (rifugio sicuro, al riparo dai capricci del Pacifico) con corone di fiori e belle fanciulle che invitano a vivere in allegria l’esperienza Aloha, tra canti, balli, grandi bevute e grandi abbuffate.

Giovanni Soldini ha dichiarato che l’equipaggio era stanco ma felice di essere arrivato in sicurezza alle Hawaii ma anche dispiaciuto per quanto accaduto. «Penso che fino a quel momento abbiamo condotto una buona regata e ci stavamo godendo la lotta con gli altri due. Abbiamo perso un’ora per recuperare il timone e per un multiscafo significano 25 miglia». Spiegando che cosa ha comportato la perdita del timone, lo skipper ha aggiunto: «Eravamo almeno quattro nodi più lenti per la mancanza del timone su quel lato, e quando il timone centrale perde la presa la barca tende a sbandare e devi lascare completamente le vele per poter ripartire. Ci vogliono almeno 20 minuti per rimettersi in pista e a noi è capitato almeno 15 volte».

Nonostante tutto, non è mancato qualche aspetto positivo: quattro giorni e mezzo di regata tra Los Angeles e le Hawaii hanno consentito infatti di raccogliere dati preziosi sulle prestazioni della barca, dati che risulteranno utili per perfezionare ulteriormente l’arte del foiling oceanico. «Era la nostra prima regata con la barca capace di volare su entrambi i lati - ha spiegato Soldini -. Abbiamo imparato tante cose nuove su come farla navigare e ora abbiamo sul computer tonnellate di dati da analizzare. Il nostro obiettivo è di costruire una tabella molto accurata che ci permetta di determinare quali sono i momenti giusti per volare e quali no. Siamo più che mai convinti che questo sia il futuro della navigazione oceanica. Dobbiamo riflettere su come fronteggiare il rischio di rottura dei timoni causato dai detriti oceanici e abbiamo alcune idee innovative da prendere in considerazione».
 

 

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Mercoledì 19 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 13:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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