
Nauta Design, svelato il Progetto Velour: ecco come potrebbe essere un superyacht innovativo di 75 metri
Chi conosce Nauta Design sa bene che la filosofia di fondo dei suoi progetti si basa sulla ricerca del compromesso ideale tra forma e funzione e che il denominatore comune di tutta l’attività è la ricerca di soluzioni che pongano al centro l’umo e il suo legame con la natura. Dalla vela al motore, dai prodotti di serie al custom, dai natanti ai gigayacht, è questo l’approccio che caratterizza l’attività dello studio milanese. E non poteva dunque sfuggire a queste regole ferree il lavoro di ricerca avanzata appena annunciato per la progettazione di un innovativo superyacht di 75 metri (e 1.700 GT).
Si chiama Project Velor, e viene presentato dagli autori – in testa Guido Valtorta, direttore di Nauta Design – come “un concept visionario, capace di proporre una nuova visione per l’architettura della vita in mare”.
Del progetto sono stati diffusi, per ora, soltanto alcuni rendering e scarne informazioni. Non si conosce il materiale ipotizzato per la costruzione (alluminio? Composito?), né vengono fornite indicazioni sul layout interno, ovvero sul numero di cabine per armatore, ospiti ed equipaggio, e nemmeno sono stati illustrati calcoli teorici su velocità e autonomia ipotizzabili. Ciò detto, è stato comunque anticipato che la motorizzazione verrebbe affidata a un sistema ibrido di propulsione diesel-elettrico, composto da quattro generatori, due da 1.000 kW e due da 500 kW.
Ciò che è certo, e che risulta ben percepibile già dai rendering, è che si tratta di un progetto mirato ad assicurare la funzionalità e il comfort di uno yacht a 5 ponti su soli 4 ponti. E infatti una nota dello studio di progettazione spiega senza tanti giri di parole che “così Velour 75 reinventa l’architettura della vita in mare, con soluzioni di grande impatto visivo che sfidano il tradizionale design dei superyacht”.
Più in dettaglio, il progetto viene illustrato affermando che “a bordo del Velour luce, vento e mare fluiscono attraverso il suo originale approccio architettonico”. E in effetti ampi ponti aperti, piattaforme “trasparenti” e grandi scalinate architettoniche dovrebbero favorire un dialogo continuo tra aree interne ed esterne, plasmando visivamente una percezione dello spazio unica e offrendo prospettive visive suggestive. “Il risultato – viene sottolineato - è uno yacht che regala una sensazione di apertura visiva e un legame profondo con l’ambiente circostante”.
A giudicare dalla prime immagini l’estetica generale risulta essere di raffinata eleganza, con curve morbide e fluide contrapposte a spigoli smussati dal taglio netto e preciso. Soprattutto è facile immaginare, al di là dei plus rappresentati dall’eliporto e dalla disponibilità di due piscine, quanto elevata possa rivelarsi la qualità della vita a bordo di una imbarcazione di questo tipo, con connessioni fisiche e visive che sembrano pensate per risvegliare i sensi.
Le piattaforme di poppa si estendono dolcemente verso il mare e i ponti sembrano smaterializzarsi alle estremità poppiere. Lo spazio utilizzabile sul ponte si profila generoso e confortevole, e l’abbondanza di teak naturale dovrebbe contribuire ad esaltare il carattere marino, conferendo all’imbarcazione un’identità inconfondibile.
“Abbiamo fatto di tutto per guadagnare spazio e definire un layout più efficiente e innovativo” dicono in Nauta Design. E su questo fronte dell’innovazione va segnalato lo spostamento della sala macchine su un solo livello, una soluzione sviluppata in collaborazione con Francesco Rogantin di Studio Names, che comporta l’ottimizzazione del rapporto tra forma e funzione. “Lo spostamento della sala macchine nel ponte inferiore – viene spiegato - regala un’inaspettata sensazione di spazio e libertà di movimento a bordo, consentendo un layout innovativo, più spazioso ed efficiente”.
Il design del Velour 75 in effetti ridefinisce la pianificazione degli spazi a bordo e crea un flusso verticale e orizzontale senza ostacoli in tutto lo yacht, risultato proprio di un delicato equilibrio tra spazi tecnici, altezze dei ponti, posizionamento delle scale e un’attenta progettazione degli interni.
“L’obiettivo finale – viene spiegato - è ridurre al minimo ostacoli, barriere e divisioni migliorando così l’esperienza a bordo attraverso un’ampia varietà di spazi mai ridondanti, ognuno con una propria funzione dedicata: convivialità, interazione sociale, benessere, riposo e relax”.
”Una delle qualità distintive del progetto è la flessibilità” tiene ancora a dire Valtorta. E aggiunge: “Ogni elemento del design è pensato per rispondere ai molteplici modi in cui gli armatori utilizzano i loro yacht, che si tratti di trascorrere del tempo in famiglia, di intrattenere gli ospiti o di vivere una tranquilla evasione”.
Tra gli esempi più significativi di aree flessibili dello yacht c’è il beach club all’aperto o “water patio”, autentica evoluzione dei tradizionali lounge chiusi o delle terrazze a gradini. Situato a poppa, sul ponte inferiore, offre un accesso privilegiato per gli ospiti: salendo a bordo dall’acqua, grazie alle piattaforme laterali a scomparsa, essi vengono accolti in questo spazio versatile e multifunzionale. Fluendo naturalmente dal “water patio” verso la zona Spa/Wellness, gli ospiti poi possono accedere all’oasi privata delle loro cabine.
“Questo spazio esterno flessibile è reso possibile contenendo la sala macchine su un solo livello nel ponte inferiore - spiega l’architetto Martino Majno -. Lavoriamo a questa soluzione tecnica da circa otto anni e il risultato, in questo progetto, è una lounge multifunzionale adatta allo yoga, al benessere, agli incontri sociali o al tranquillo isolamento, il tutto con una vista ininterrotta sul mare”.
Altre aree esterne destinate a esprimere pienamente la flessibilità dello yacht sono le zone di prua del ponte superiore e il sun deck. Secondo i progettisti “che siano riservate a luogo di pace personale per l’armatore o utilizzate come versatili aree dedicate alla socialità, regalano esperienze immersive dove la natura, la luce e il comfort si fondono in perfetta armonia”.
Più in dettaglio, il sun deck si profila come un’area polifunzionale trasformabile e flessibile, progettata per diverse forme di convivialità. Un esempio è il “kids’ nest”, dove bambini e ospiti possono vivere diverse esperienze condivise, grazie alla trasformazione dello stesso volume architettonico: dal totale relax in piscina al riposo sereno sui cuscini fino all’osservazione notturna delle stelle.
“Questo progetto – si legge in una nota dei progettisti - è il manifesto della calligrafica di Nauta Design e della sua applicazione su un mega yacht”. E in effetti il lavoro incorpora diversi aspetti della sua visione e identità progettuale: dalla connessione fluida tra interno ed esterno alla connessione immersiva con la natura, ottenuta attraverso un uso ponderato di linee pulite e orizzontali; dalla meticolosa attenzione ai dettagli, fino all’armonioso equilibrio di forme, volumi ed elementi stilistici.
Puro e accogliente, dallo spirito mediterraneo, sorprendente e trasformabile, questo progetto fonde eleganza e innovazione, privacy e spazi aperti, lusso e praticità. E’ un progetto pensato per resistere al passare del tempo, e capace di mantenere il suo fascino e il suo equilibrio per molti anni a venire. Se, e con chi, avrà un futuro produttivo, potrà dircelo solo il tempo.