Da sempre specializzato in imbarcazioni a motore dai 13 ai 38 metri, distribuiti nelle serie Verve, Atlantis, Magellano, S, Grande, Seadeck e Fly, Azimut si prepara a stupire il pubblico del prossimo Salone di Cannes (10-15 settembre) con una novità destinata a rilanciare, una volta di più, la capacità d’innovazione del marchio. Come? Con uno yacht di 20 metri, il nuovo Azimut 62 Fly varato il 29 luglio scorso e destinato a scrivere una pagina tutta nuova in materia di design e di qualità della vita a bordo. Nulla che abbia a che fare con le capacità di navigazione, tenuta di mare, tecnologia e prestazioni (tutte qualità accertate e supercollaudate), ma – com’è ormai consuetudine nel mondo della nautica di lusso – la novità è concentrata sulla vivibilità a bordo, in particolare nella zona del pozzetto, “reinventato”, e dunque tutto nuovo.
Secondo il cantiere, “a Cannes non si vedrà soltanto un nuovo modello, ma una pietra miliare nell’evoluzione dei flybridge”. Possibile? In casa Azimut ne sono certi, e tengono a ricordare che “il percorso di innovazione del cantiere prosegue nel solco della promessa fatta inizialmente ad armatori e appassionati: offrire, con ogni nuovo modello, utilizzo degli spazi e soluzioni che ancora non esistono, e che sorprendono”.
Per il nuovo Fly 62 si è partiti dall’esigenza di far incontrare i desideri dell’armatore di turno con l’immaginazione e la capacità progettuale dei designers del cantiere. Tutto ciò con l’obiettivo di avvicinarsi sempre più al mare, per la prima volta anche su una barca flybridge pensata per lunghe permanenze a bordo, tradizionalmente caratterizzata da una zona di accesso all’acqua più separata. “La nostra risposta a questa esigenza – dicono in casa Azimut – è stata radicale nella sua apparente semplicità, abbiamo infatti reinventato il pozzetto rivolgendolo verso poppa e creando così un progressivo avvicinamento al mare”.
E’ nato così il Beach Cockpit: lo specchio di poppa si apre verso l’esterno e con un movimento sincrono il divano si abbassa, eliminando qualsiasi barriera fisica e creando un’ampia zona prendisole a poca distanza dall’acqua e una connessione con il mare unica per uno yacht di questo segmento. “A bordo del Fly 62 – informa il cantiere - si pranza dunque rivolti verso il mare, si vive nella natura in spazi disegnati per accogliere generazioni diverse e abitudini diverse – chi riposa all’ombra e chi fa il bagno, chi prende l’aperitivo e chi il sole – mantenendo il senso di condivisione dei vari momenti”.
Il design degli esterni è di Alberto Mancini e ridefinisce i canoni della categoria, prendendo ispirazione anche dalle tendenze più recenti del mondo dell’automotive e dalla rivoluzione funzionale ed estetica dei suv. I volumi della sovrastruttura si spostano infatti verso prua e permettono di sviluppare il pozzetto mantenendo ed evolvendo la cifra stilistica sportiva della Serie Fly di Azimut: linee che si rincorrono e superfici sempre più pulite. Il nuovo hard-top si distingue per le linee ipermoderne, che si sposano con la linearità di tratto che caratterizza lo sviluppo orizzontale delle vetrature a scafo. Tutto ciò regala luce agli interni, per i cui allestimenti il cantiere si è affidato invece all’architetto Fabio Fantolino (alla sua seconda collaborazione con Azimut). Ne sono scaturiti spazi “aperti” e privi di ostacoli visivi, per una sensazione di vicinanza totale al mare, e con il pregio di un’ambientazione “pulita” e fresca, fatta di pochi dettagli essenziali.