Emanuele Grimaldi, il presidente mondiale dell’Associazione degli armatori (Ics) alla XXVI edizione di Euromed ad Atene

Shipping, Grimaldi (Associazione Armatori) a Euromed: «No a dazi, sì a nuovi carburanti»

di Antonino Pane
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Ci vuole un accordo comune per definire i carburanti che dovranno accompagnare la transizione ecologica verso le zero emissioni del 2050. Metanolo, ammoniaca,  Emanuele Grimaldi, il presidente mondiale dell’Associazione degli armatori (Ics) ha scelto la XXVI edizione di Euromed ad Atene per lanciare l’appello planetario a Ue e Imo (International Maritime Organization) affinché lavorino insieme per indicare quale carburante pulito potrà essere prodotto in larga scala a costi non proibitivi.   Grimaldi ha anche attaccato quello che ha definito Nuovo Protezionismo. “Le auto elettriche cinesi - ha detto - sono buone, confortevoli, tecnicamente perfette e costano meno della metà di quelle prodotte in Europa. E come vogliamo difenderci? Con i dazi.  E sapete cosa succederà - ha aggiunto il presidente mondiale degli armatori - che i cinesi faranno altrettanto con le auto europee e i danni saranno molto più grandi di quelli che si vorrebbero evitare col protezionismo”.

Emanuele Grimaldi è stato durissimo contro chi vuole fermare con regole anacronistiche come i dazi, il commercio internazionale. “La Cina - ha detto - produce 25 milioni di autovetture all’anno; la Ue 20 milioni. Cinque anni fa non c’erano esportazioni di auto dalla Cina; al massimo 400mila ogni anno. Oggi esportano 400mila veicoli al mese. E cosa pensa di fare il commissario tedesco al commercio? Il protezionismo, introdurre dazi. Ma lo sa che il maggiore esportatore di auto in Cina è Volkswagen? Lo sa che i cinesi imporranno a loro volta dazi sulle auto importate dall’Europa”. E poi la questione ambientale: “Ci proteggiamo da auto pulite mentre noi esportiamo in Cina auto con motori termici tradizionali”.

Grimaldi ne ha avuto per tutti. Ha criticato con forza l’Ets (la tassa imposta agli armatori per accompagnare la transizione ecologica).  “Bisogna trovare - ha detto - un accordo globale sulla  decarbonizzazione anche perché lo shipping è più la soluzione, che il problema, perché noi trasportiamo il 90% delle merci nel mondo soltanto con il 2% delle emissioni; ci sono settori produttivi, invece,  che inquinano molto di più e a cui potrebbero finire gli i capitali ottenuti con la tassa imposta agli armatori. Penso al trasporto su gomma: paradossolanente dobbiamo pagare per aiutare chi inquina di più ed è nostro concorrente. Per raggiungere gli obiettivi Imo, zero emissioni dal 2050  la soluzione va trovata a livello modiale e dovrà essere duplice: occorrerà, infatti, trovare nuovi carburanti che siano adeguati per lo shipping, e che si possano avere nei porti, e aiutare gli armatori a ridurre il gap tra il costo dei nuovi carburanti, che sarà almeno il doppio dei vecchi, e la spesa per i vecchi carburanti”. 

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Domenica 13 Ottobre 2024 - Ultimo aggiornamento: 18:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA