SALERNO - A Marina d’Arechi, porto turistico salernitano, è ormeggiata da qualche giorno una barca decisamente fuori del comune, che attira l’attenzione, o meglio lo stupore, di chiunque si trovi a passare lungo le banchine. E’ l’esemplare numero 1 del Tecnomar for Lamborghini 63, autentico “mostro marino” nato dalla collaborazione tra la casa automobilistica fondata da Ferruccio Lamborghini 63 anni fa (da cui il nome) e il marchio di proprietà del colosso TISG (The Italian Sea Group), operatore globale della nautica di lusso guidato da Giovanni Costantino, attivo nella costruzione e nel refit di motoryacht e navi fino a 100 metri, da poco entrato in Borsa anche con la partecipazione di Giorgio Armani.
Parte integrante della realizzazione di questa prima Tecno-Lambo è stata l’alleanza con Brunello Acampora, fondatore di Victory Design, autentica celebrità nel settore dello yacht design, con sede a Napoli e uffici a Londra. Acampora ha partecipato all’ingegnerizzazione dell’intero progetto guidando un team di specialisti che, affiancato agli ingegneri e ai tecnici di Tecnomar, ha trasformato gli arditi schizzi degli stilisti in una vera e propria fuoriserie del mare, dotata di ogni comfort ed ampia abitabilità, oltre che di una “tenuta di mare” degna della “tenuta di strada” della ipertecnologica Lamborghini Sian FKP 37, la supersportiva ibrida dal design inconfondibile, completamente custom nei colori e nei dettagli. Ciò detto – vale la pena sottolinearlo – spicca un forte richiamo anche alle storiche linee create da Marcello Gandini per le mitiche Miura e Countach degli anni 60 e 70.
La sfida di interpretare i tratti comuni del DNA di entrambi i marchi ha ispirato tutte le fasi del progetto, dalla creazione delle linee del design alla definizione delle caratteristiche tecniche in grado di assicurare prestazioni superlative, con un occhio attento alla qualità dei materiali, accuratamente scelti anche in funzione del contenimento dei pesi. Si spiega così l’abbondante ricorso alla fibra di carbonio, elemento tipico anche delle vetture Lamborghini, che ha garantito la classificazione della superboat nel range delle imbarcazioni ultraleggere, con un peso di 24 tonnellate per 63 piedi di lunghezza (circa 19 metri).
Come per le potenti a aggressive supercar nate 63 anni fa dalla sfida che Ferruccio Lamborghini volle lanciare a Enzo Ferrari (di cui era insoddisfatto cliente) anche la ricerca della velocità è stata alla base del progetto condiviso con Tecnomar, così come il piacere di guida, la qualità e la cura dei dettagli, la capacità di regalare emozioni. Come arrivare a tanto? Con soluzioni ingegneristiche innovative e, come detto, con un design unico e distintivo ben collegato alla tradizione e allo stile del marchio di Sant’Agata Bolognese.
Spiega in proposito Brunello Acampora: “L’obiettivo dichiarato era ambizioso, portare il mondo delle supercar Lamborghini sul mare. Giovanni Costantino, presidente di Italian Sea Group, voleva esser certo che l’imbarcazione raggiungesse le prestazioni richieste; ingegneristicamente una sfida ai limiti del possibile. Di qui la decisione di allearsi con noi di Victory Design, che non solo abbiamo realizzato una carena molto innovativa, ma abbiamo partecipato all’intera ingegnerizzazione assieme a Tecnomar e Lamborghini, e abbiamo contribuito a introdurre anche una serie di appendici di controllo in composito coperte da brevetti industriali, frutto della nostra esperienza trentennale. Questa imbarcazione – tiene a dire il progettista - rappresenta un lavoro durato oltre due anni, portato a termine sfruttando anche la tecnologia derivata dalle competizioni, grazie a tecnici di altissimo profilo che hanno cooperato per ottenere uno yacht che fosse anche confortevole e sicuro, facile e divertente da guidare, oltre che capace di navigare ad almeno 40 nodi di crociera e ben oltre i 60 di massima, con consumi sorprendentemente bassi”.
Quanto alla potenza, non è stata battuta la strada della marinizzazione di motori Lamborghini, com’era lecito immaginare, ma si è preferito puntare su due motori MAN V12 da 2000 hp ciascuno abbinati alle speciali trasmissioni di superficie T Drive by Flexitab fornite da Tonissi Marine. Quanto basta per regalare l’emozione della velocità navigando su rotte che richiamano i rettilinei di certi autodromi…
Raggiungere certi limiti e tenere certe medie in mare richiede, però, non solo tanta potenza, ma anche una “struttura di base”, ovvero una carena adeguata, esattamente come lo è il telaio per le macchine. E a questo, come detto, ha pensato Victory Design, che tra i suoi compiti ha avuto anche quello di progettare una carena a V con doppio redan, soluzione in grado di ridurre gli attriti e favorire lo scivolamento sull’acqua. “Un lavoro impegnativo – ha spiegato Acampora - al quale eravamo tuttavia ben preparati, visto che siamo specialisti della materia e – rivela il progettista - stiamo lavorando anche a qualcosa di ancora più sorprendente, il Bolide by Victory Marine, un 25 metri interamente in fibra di carbonio, che avrà tre motori MAN V12 per complessivi 6000 cavalli e supererà i 70 nodi, tanto da reclamare il titolo di yacht più veloce del mondo”.
Nella definizione degli esterni e degli interni del Tecno-Lambo 63 hanno avuto un ruolo centrale, ovviamente, anche gli uomini del Centro Stile Lamborghini guidato da Mitja Borkert, con il quale ha collaborato un team di yacht designers di Tecnomar capitanati da Gian Marco Campanino. Il risultato è una silhouette supersportiva, abbinata a una tecnologia d’avanguardia fuori da qualsiasi schema tipicamente nautico.
Tra gli elementi estetici/funzionali più caratterizzanti spiccano alcune appendici aerodinamiche e l’hard-top, che si ispira ai modelli roadster di Lamborghini assicurando non solo protezione dal sole e dal vento, ma anche un contributo alla penetrazione aerodinamica. E ancora: le luci di prua sono un omaggio alla concept car Terzo Millennio e alla stessa Sián, entrambe caratterizzate da proiettori anteriori nel cui design si ritrova la firma distintiva degli stilemi Lamborghini.
“Nella vista frontale dello yacht – ha spiegato Borkert – proprio per sottolinearne l’appartenenza a Lamborghini abbiamo fedelmente riprodotto la geometria esagonale creata da Marcello Gandini per le iconiche auto del passato e presente in tutte le nostre vetture. Per farlo abbiamo ricreato una sorta di linea di cintura attorno allo scafo, utilizzando dei pannelli vetrati scuri, sporgenti, che scolpisce i fianchi della barca, raccordando il sotto e il sopra dello scafo, e la prua con la poppa. La geometria che si viene a creare si combina con la forma dell’hard-top e dello scafo, fino a disegnare un esagono.”
Detto delle “linee guida” che hanno ispirato la definizione dello stile, vale la pena ricordare che la disposizione degli spazi è tipica di una imbarcazione walkaround, con postazione di comando centrale. La tuga è di dimensioni ridotte, bassa e profilata; di personalità è il design della poppa, che dal livello del pozzetto digrada sulla plancia poppiera estesa, trait d’union fra la barca e il mare, sagomata come la coda della Sián.
Non mancano due prendisole, rispettivamente collocati a prua e a poppa; nel pozzetto c’è la zona pranzo per otto persone, dove è possibile pranzare con una magnifica vista sul mare. Molto ben dimensionati sono i passavanti che rendono pienamente fruibile la coperta rivestita in leggerissimo materiale sintetico.
Gli interni sono il risultato di una progettazione hi-tech basata sull’uso di materiali altamente performanti, in termini di peso e funzionalità, perfettamente coniugati con la migliore tradizione artigianale del made in Italy. L’accesso sotto coperta è a dritta della postazione di guida; a proravia c’è un grande vano destinabile a cabina armatoriale, oppure, su richiesta, ad area lounge. Sulla sinistra si trovano un’altra spaziosa cabina doppia e poi il locale toilette (con water in carbonio), box doccia e servizi. Non manca una cucina ipertecnologica. Sono ben visibili, nelle strutture e negli arredi, elementi iconici di Lamborghini, quali gli esagoni, le linee pulite, le Y. Colori e materiali sono, infine, personalizzabili al 100% tramite il programma Ad Personam, tipico dei prodotti Lambo.
Le scelte di personalizzazione sono molteplici: dal colore degli esterni che riprende le verniciature Lamborghini e specifiche livree, agli interni, disponibili – come detto - in due versioni con un’ampia possibilità di combinazione di materiali. La plancia di comando interpreta in chiave nautica il cockpit automobilistico, in cui tutti i sistemi di navigazione e monitoraggio sono completamente integrati. A catturare l’attenzione sono soprattutto il grande cruscotto digitale e un secondo display touch-screen, dove sono disponibili le informazioni provenienti dai sistemi di navigazione e il monitoraggio degli impianti di bordo.
Come nelle super sportive stradali, si fanno notare i sedili avvolgenti e il timone/volante a tre razze, chiaramente ispirato a quello della Sián. Non mancano, tra gli elementi di richiamo delle supercar, gli inconfondibili pulsanti per la messa in moto e lo spegnimento dei motori: una chicca assolutamente identica al sistema utilizzato sulle Lamborghini stradali.
Anche il prezzo della Tecnomar for Lamborghini 63 è “coerente” con i listini della factory di Sant’Agata Bolognese. Ma, com’è facile immaginare, in questo caso si sale di molto, viste le dimensioni e la complessità nettamente superiori richieste da una imbarcazione. Si parte dunque da tre milioni di euro (più IVA), cui va aggiunto il costo di numerosi optional.
Sarà un successo commerciale? Si venderanno tutte le 63 unità programmate? Nessuno può dirlo. Ma vale la pena ricordare che la partenza è stata folgorante: un secondo e un terzo esemplare, oltre quello approdato a Salerno, sono stati infatti già ordinati dal campione irlandese di arti marziali Conor McGregor e dall’ex pilota di MotoGP Jorge Lorenzo. E pare che la lista di pretendenti si stia allungando, al di là delle più rosee aspettative. Peccato solo che il cantiere non preveda la partecipazione ai più importanti saloni nautici, e dunque non sarà né a Cannes né a Genova, dove pure potrebbe suscitare l’attenzione di potenziali acquirenti iscritti al… club dei paperoni.
Da non sottovalutare, comunque, che nel mondo si vendono ogni anno, mediamente, circa 8000 auto Lamborghini. E molti possibili acquirenti di questa superboat, con ogni probabilità, da lì verranno, con il proposito di “farsi la barca” a immagine e somiglianza della propria supercar.