Lo spettacolare campo di regata della laguna di Venezia con la boa con sopra l'Audi Q8

Venezia, vela in laguna sul modello della F1 a Monaco. C'era anche una boa con un’Audi Q8 sopra

di Sergio Troise
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VENEZIA - La grande vela in città, nella suggestiva cornice della laguna di Venezia, trasformata per l’occasione in campo di regata! Possibile? Certo che sì. Il modello di riferimento è il Gran Premio di Monaco di Formula 1. E lo spettacolo è assicurato, soprattutto se in gara si cimentano velisti e imbarcazioni di prim’ordine (Mauro Pelaschier su tutti) e se l’organizzazione mette in campo autentici colpi di teatro, come i 4 minuti di getti d’acqua lanciati alla partenza da un rimorchiatore; affida alla Reale Società Bucintoro la cerimonia dell’Alza Remi; sistema una boa con… un’auto in mezzo al mare… Insomma, effetti speciali per uno show decisamente fuori dagli schemi, che ha visto in prima fila i migliori alberghi di Venezia, abbinati alle varie imbarcazioni in gara.

Con questi ingredienti la quinta edizione della Venice Hospitality Challenge, l’unica regata al mondo che si svolge in un circuito cittadino, si è rivelata un successo. Ha vinto Spirit of Portopiccolo - Ca’ Sagredo Hotel. Timonata da Furio Benussi, coadiuvato dal fratello Gabriele, l’imbarcazione ha preso il comando sin dalla partenza, dominando anche il tratto finale lungo il canale della Giudecca, fino al traguardo. Al secondo posto Way of Life – Gritti Palace (skipper Gasper Vincec); terzo Pendragon VI - Hilton Molino Stucky (skipper Lorenzo Bodini).

Le imbarcazioni, ormeggiate al Marina Santelena, sono partite in direzione Lido e hanno quindi virato alla boa di Sant’Elena per tornare verso il bacino di San Marco, dove li attendeva, come detto, una boa di disimpegno davvero inconsueta: per la prima volta nella storia dello yachting mondiale, la boa di percorso era costituita da un’auto, una Audi Q8 Mild Hybrid, ormeggiata su un pontone galleggiante che le imbarcazioni hanno aggirato prima di arrivare al traguardo.

Alla regata ha partecipato anche New Zealand Endeavour, vincitrice della Whitbread Round the World Race 1993–94 con Grant Dalton, timonata per l’occasione dal quattordicenne campione del mondo Optimist 2017-2018 Marco Gradoni che si è misurato, tra gli altri, anche con Mauro Pelaschier.

Alla cerimonia di premiazione, che si è tenuta presso VYP Venice Yacht Pier, sono intervenuti personaggi di alto rilievo della vela internazionale, come il presidente di World Sailing Kim Andersen. Durante le premiazioni, Mirko Sguario, ideatore della Venice Hospitality Challenge, ha consegnato il cappello del doge “Ambassador”, realizzato dalla storica vetreria muranese B.F. Signoretti, a Riccardo Bonadeo, Mauro Pelaschier e Marco Gradoni, con l’augurio che possano diventare ambasciatori nel mondo della Venice Hospitality Challenge.

Lo Yacht Club Venezia, che organizza la singolare manifestazione in laguna, ha tra l’altro il merito di essersi schierato in prima fila a sostegno di One Ocean Foundation per salvare il mare, progetto internazionale voluto dallo Yacht Club Costa Smeralda per la salvaguardia dei mari e per la diffusione di una consapevolezza sulle urgenti problematiche inerenti l’ecosistema marino. In proposito vale la pena ricordare che il Maxi Yacht Viriella, portabandiera dei valori della Fondazione, era timonato dall’Ambassador di One Ocean Foundation Mauro Pelaschier, il quale ha invitato tutti a fare un piccolo gesto concreto per il mare: firmare online l’adesione al codice etico della Charta Smeralda disponibile su www.1ocean.org.

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Martedì 23 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 25-10-2018 12:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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