Il Seat Music Award di Verona

Arena di Verona, musica e mobilità urbana con Seat ancora protagonista dei “Music Award”

di Giampiero Bottino
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VERONA - Quale occasione migliore di un evento dallo straordinario richiamo mediatico per comunicare al grande pubblico, con una dimostrazione tangibile e concreta, il cammino e le ambizioni di un'azienda che sta crecendo a un ritmo che da tempo è tra i più sostenuti nel sttore di competenza?

È quanto ha deciso di fare la Seat, la casa automobilistica spagnola che per il secondo anno consecutivo lega il suo nome a uno dei più seguiti appuntamenti musicali del nostro Paese, quello che nel 2019 è diventato Seat Music Awards e in questo 2020 ha celebrato la quattordicesima edizione nella consueta cornice dell'Arena di Verona il cui fascino non ha risentito del fatto che gli ampi spazi vuoti sulle millenarie gradinate testimoniassero dei sacrifici imposti dallle regole anti-Covid.

Gli organizzatori hanno voluto segnare la resurrezione la musica dal vivo, in presenza e in diretta tv, a dispetto di questo pesante fardello. Anzi, con la voglia di lanciare quasi una sfida alla pandemia, con l'obiettivo non di assegnare un pur prestigioso trofeo canoro, ma di raccogliere fondi da destinare agli oltre 450.000 lavoratori dello spettacolo che vivono momenti davvero cupi. Le star della canzone italiana non si sono tirate indietro, emozionando i 3.808 spettatori paganti e gli oltre 4 milioni di italiani che davanti al televisore hanno consentito a Rai 1 di monopolizzare la serata con il 22,24% di share.

Con la spigliata (collaudata da otto anni di collaborazione) e professionale accoglienza di Vanessa Incontrada e Carlo Conti, un autentico «parterre de roi» si è avvicendato sul palco, dall'anteprima affidata a Claudio Baglioni, Gianna Nannini e Riccardo Cocciante all'intensa presenza femminile di Alessandra Amoroso, Elisa, Emma e Fiorella Mannoia (in rigoroso ordine alfabetico), dagli omaggi tributati a Lucio Dalla da De Gregori e Venditti, a Ennio Morricone dal duetto Andrea Bocelli-Elisa, al neo-ottantenne Francesco Guccini dal trio Manuel Agnelli-Mauro Pagani-Emma agli intramontabili successi di Zucchero, Erso Ramazzotti, Ligabue, Biagio Antonacci, Raf e Umberto Tozzi, per non parlare dell'inossidabile Gianni Morandi e di Tiziano Ferro, collegato da Los Angeles perché bloccato dai voli resi problematici dal coronavirus.

A margine dell'evento clou, la filiale italiana della casa spagnola ha voluto offrire a noi giornalisti – accompagnati dall'evidente ma sempre rispettosa curiosità, complici le mascherine, dei cacciatori di autografi sempre appostati davanti all'albergo – un altro tipo di musica: quella silenziosa che caratterizza la micro-mobilità elettrica identificata con il nuovo marchio di Seat Mó. 

Frutto di un'iniziativa che Luca De Meo ha lasciato in eredità al successore, il presidente pro-tempore Carsten Isensee, questo vero e proprio brand interpreta alla perfezione il ruolo con cui il Volkswagen ha premiato la straordinaria crescita Seat, affidandole il compito di studiare per tutto il gruppo lo sviluppo della connettività, facendo di Barcellona un'autentica fucina di nuove idee su cui costruire la mobilità intelligente e sostenibile del futuro.

Abbiamo avuto modo di «guidare» il Seat Mó eKickScooter 65, monopattino elettrico che promette 65 km di autonomia (grazie anche alla sorprendente capacità di ricarica in frenata), dotato di 350 W di potenza nominale, con batteria da 551 Wh ricaricabile in 6 ore, velocità massima di 20 km/h (per rispettare le regole dei Paesi più severi), scelta fra le modalità di guida Eco, Drive e Sport e listino di 799 euro.

Un'esperienza nuova e appagante con un mezzo ideale per gli spostamenti dell'ultimo miglioma anche per qualche «divagazione» turistica, soprattutto in una città bella e a misura d'uomo come quella di Giulietta e Romeo. Ma pur sempre un veicolo da usare soprattutto usando la testa (per evitare di rompersela), rispettando rigorosamente le leggi, per quanto ancora lacunose in materia. Pratico e divertente, impone di ricordare sempre che l'assenza delle sospensioni amplifica le asperità del fondo stradale, e che i sobbalzi possono mettere a dura prova la stabilità della marcia.

A conferma che Seat Mó è un vero e proprio marchio, seppur ancora in fase «adolescenziale», l'eKickScooter 60 affianca il modello 25, leggermente meno potente (300 W nominali) e con minore autonomia (25 km in ambito urbano), ma con velocità massima di 25 km all'ora come quella prevista dall'opinabile normativa italiana. E per ampliare il ventaglio delle alternative di mobilità a firma Seat, nel corso del 2021 la famiglia si amplierà con l'eScooter 125, motorino 100% elettrico adatto a soddisfare esigenze di spostamenti più impegnativi.

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Venerdì 4 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 21:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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