Due calciatori dell'Udinese calcio con la maglietta sponsorizzata Dacia

Dacia “in campo” con l’Udinese per altri tre anni: “Con la E-Spring, insieme per il calcio e per l’ambiente”

di Sergio Troise
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UDINE - Nel mondo dell’automotive c’è un marchio giovane, ma assai dinamico, e in crescita costante, che riesce – in alcuni casi prodigiosamente – a coniugare semplicità e accessibilità con altre insospettabili doti, come la qualità, l’affidabilità, la concretezza. E’ la Dacia, azienda rumena di proprietà della francese Renault, che in Italia ha scalato le classifiche delle vendite a ritmo costante, sfruttando non solo i vantaggi del know how e dei materiali Renault, ma investendo anche su iniziative promozionali che ne hanno rafforzato l’immagine. Caposaldo di questo attivismo mirato a conquistare simpatia e consenso è stata, e continua ad essere, la presenza nel mondo del calcio, attraverso la sponsorizzazione dell’Udinese. Che non è, come tutti sappiamo, una squadra di primissima fascia, ma condivide con Dacia la capacità di resistere bene tra i grandi (da 20 anni il club friulano, attento ai bilanci e mai alla caccia di costosi campioni, non retrocede in Serie B; da sempre Dacia esalta la formula del low cost di successo).

In casa Dacia rammentano che “se il Gruppo Renault ha conquistato il quarto posto per vendite a privati, vuol dire che la sponsorizzazione ha giovato”. E, a supporto di tale convinzione, viene ricordato che in questi anni di partnership “si sono registrati oltre 21 milioni di views delle varie attività comuni, più di 2.600 ritorni stampa e circa 12.000 iscritti ai vari contest”. Tanta roba.

Forti di questa acclarata sintonia, Udinese e Dacia hanno appena rinnovato l’accordo di sponsorizzazione per altri tre anni. “Una scelta inevitabile” la definisce Francesco Fontana Giusti, responsabile comunicazione del Gruppo Renault-Dacia Italia, condividendo con Stefano Campoccia, vice presidente dell’Udinese Calcio, l’assoluta fiducia nei valori fondanti di questa partnership nata nell’ormai lontano 2009 e sviluppatasi su una forte carica di passione. “Affidabilità, generosità, ingegno, semplicità sono le cose che ci uniscono e continueranno ad unirci” dice il dirigente della società calcistica di proprietà della famiglia Pozzo, sottolineando come nel calcio si possa far bene anche senza disporre di campioni affermati, ma puntando su giovani talenti. “Una filosofia smart che ci unisce indissolubilmente a Dacia, marchio che tra l’altro ha dato il nome anche allo stadio Friuli, uno dei primi stadi brandizzati”.

La Dacia Arena, com’è noto, è di proprietà del Comune di Udine, ma l’Udinese Calcio ha ottenuto la concessione per 99 anni, avendo provveduto alla totale ristrutturazione. “Un lavoro tutt’altro che facile” ha tenuto a ricordare il vice presidente Campoccia, sottolineando che si partiva da un impianto obsoleto e che è stato necessario riqualificare il tutto utilizzando anche materiali eco compatibili.

L’eco compatibilità è una delle priorità valutate con rigore da entrambe le parti, impegnate a realizzare una condivisione di valori a 360 gradi. Non per niente nel corso della presentazione del rinnovato patto di collaborazione è stato ricordato che anche le nuove maglie fornite dalla Macron sono frutto di studi approfonditi, mirati ad abbattere la percentuale di CO2 e di sostanze tossiche.

I responsabili dell’azienda emiliana hanno spiegato che “l’Udinese è l’unica squadra di Serie A che utilizzerà maglie realizzate con materiale innovativo, riciclato, frutto di un lavoro di ricerca e sviluppo che è durato tra i 12 ed i 13 mesi e inquadrato nel complessivo progetto Macron for the planet. Un progetto che comporta, per queste maglie hi-tech uniche nel panorama del made in Italy, un aumento del costo finale del 5% rispetto a una maglia tradizionale in poliestere. Più in dettaglio, la nuova divisa di gioco è stata realizzata utilizzando un tessuto eco-softlock, ottenuto da filato topgreen certificato da Global Recycled Standard, in poliestere 100% riciclato da PET. Il tema della sostenibilità è dunque in primo piano, e su questo fronte l’Udinese e i suoi sponsor sembrano intenzionati a procedere più uniti che mai.

In perfetta sintonia è infatti l’impegno del Gruppo Renault, e dunque dello sponsor Dacia. Che in vista del 2021 si prepara a lanciare sul mercato la Spring E, “un crossover compatto a emissioni zero grazie al quale – ha tenuto a sottolineare Fontana Giusti – risolveremo definitivamente il problema dell’accessibilità per tutti, dopo aver già fatto tanto per la democratizzazione della tecnologia full electric e ibrida con Renault Zoe, Clio, Captur e Megane”.

Sulle iniziative promozionali legate all’Udinese e al lancio della prima Dacia elettrica per ora non sono state fornite anticipazioni, mentre viene dato per certo che verranno riproposte formule collaudate, di grande successo, come i Dacia Sponsor Days, che offrono a piccole aziende del territorio friulano la possibilità di farsi conoscere.

“I Dacia Sponsor days che abbiamo realizzato con Udinese nel corso degli anni – ha tenuto a sottolineare Fontana Giusti - hanno contribuito alla notorietà e ai risultati commerciali e sono perfettamente in linea con la strategia annunciata dal nostro Ceo Luca de Meo, mirata a focalizzare l’organizzazione del Gruppo su marche forti, tra cui ovviamente Dacia. Il nostro brand vanta già oggi una community molto numerosa e attiva sulle piattaforme social e in termini di iscritti al Club Dacia. In quest’ottica, i progetti che ancora realizzeremo con Udinese sicuramente rafforzeranno ulteriormente la marca conferendo ancora maggior notorietà e creando emozioni intorno ad essa».

Alla presentazione del rinnovato accordo di sponsorizzazione hanno partecipato, nell’inconsueto ruolo di modelli, anche Rolando Mandragora e Stryger Larsen, i due calciatori dell’Udinese reduci da gravi infortuni, i quali hanno dato ampie rassicurazioni sul recupero in atto, dicendosi entrambi “impazienti di scendere in campo con la nuova maglia”. Nell’occasione hanno sfoggiato la terza divisa di gioco, caratterizzata da uno sgargiante colore giallo ocra, ma con molti dettagli che richiamano il bianconero. Discorso simile per la seconda maglia, che invece privilegia il blu, mentre la prima, pur conservando gli storici colori bianconeri, non è più a strisce verticali, ma presenta larghe bande diagonali e presenta qualche affinità con quella indossata da Zico negli anni 80. “Secondo la Gazzetta dello Sport è la più bella della Serie A” hanno tenuto a ricordare i rappresentanti di Udinese, Macron e Dacia, facendo tutti sfoggio di grande orgoglio.

Al vicepresidente del club friulano Campoccia abbiamo chiesto se sono previsti provvedimenti disciplinari per quei giocatori che dopo un gol offuscano l’immagine dello sponsor sollevando la maglia e mostrando, in molti casi, messaggi personali, come la dedica a una moglie, a una fidanzata, a un figlioletto, a un amico… “No, non puniremo comportamenti del genere” ha detto il dirigente dell’Udinese, motivando la scelta come “gesto di comprensione per chi assapora un momento di gioia irrefrenabile, l’esultanza è un po’ la magia del calcio e non ce la sentiamo di punire chi fa festa”. Opinione rispettabile, e per di più condivisa da Dacia, che tuttavia stride con quanto venne stabilito dopo la formale protesta della Opel (all’epoca sponsor del Milan) che pretese l’ammonizione obbligatoria da parte dell’arbitro al giocatore che si sfili la maglia dopo un gol.

Altra questione tuttora in primo piano è la limitata presenza del pubblico negli stadi, causata dalla diffusione della pandemia. “Ovviamente la cosa non ci fa piacere ma siamo nella classica situazione in evoluzione e ci muoviamo tutti work in progress” dice il vice presidente Campaccio. E aggiunge: “Il calcio senza pubblico è uno sport falsato, ma tutto il mondo si è dovuto adeguare alla situazione e per ora c’è poco da fare. Piuttosto – aggiunge il numero due della società friulana – ci auguriamo che il governo capisca l’importanza di certe scelte. Ferma restando l’esigenza di salvaguardare la salute di tutti, è importante considerare quanto alto sia il valore economico del calcio, dell’indotto che ruota intorno al pallone e del grande contributo che l’industria del calcio dà all’economia del Paese”.

 

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Domenica 27 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 28-09-2020 12:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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