Il nuovo Centro Stile della Ferrari a Maranello

Ferrari, inaugurato il Centro Stile “rampante” nel cuore della cittadella del Cavallino

di Giampiero Bottino
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MARANELLO - «È la nostra casa tanto agognata». Così Flavio Manzoni, giunto in Ferrari nel 2010 con il compito di crare il Centro Stile interno assumendone la responsabilità, ha presentato la nuova sede nella quale è stata finalmente concentrata un'attività strategica in precedenza ospitata in location separate, con i conseguenti problemi logisitci e di comunicazione fra i vari team.
 

L'edificio, costruito nel «cuore» della cittadella del Cavallino, ha un impatto scenografico che non può lasciare indifferenti: i suoi quattro piani, uno dei quali interrato, sono avvolti in una sinuosa e morbida «seconda pelle» – chiaro riferimento al dinamsimo e alla plasticità delle vetture Ferrari – costituita da oltre 3.000 pannelli triangolari («L'unica forma geometrica – fa notare Manzoni – che consente di realizzare soluzioni architettoniche curvilinee») in vetro e alluminio dorato che hanno la duplice funzione di garantire la massima luminosità, ma anche la più efficace protezione dagli sguardi indiscreti.

Il progetto è stato sviluppato e concretizzato in poco più di due anni con la supervisione di Manzoni e il contributo dello Studio Planning di Bologna, di Design International di Londra e delle Officine di Architettura di Modena che hanno curato la realizzazione degli interni in cui tutto è studiato per poter presentare e visionare sotto ogni angolazione e in ogni condizione di luce, sia dal vero sia tramite supporti video hi-tech, i prototipi e le maquette in grandezza naturale delle vetture in «gestazione».

Qui lavorano in ambienti open space (e spesso in locali rigorosamente top secret) gli oltre 100 collaboratori altamente specializzati che operano alle dipendenze di Manzoni. Si tratta di un team giovane (l'età media si aggira sui 36 anni) e fortemente motivato, nel quale sono rappresentate una dozzina di nazionalità diverse e che comprende la sezione «Tailor made» nata per accontentare la clientela più esigente, desiderosa di una Ferrari su misura, un pezzo unico da assemblare scegliendo tra una serie pressoché infinita di colori, materiali e componenti fuori catalogo, con la consulenza di un «personal designer» che ha anche il compito di verificare che il risultato finale sia coerente con il Dna di marca.

La presentazione ufficiale del Centro Stile ha coinciso con l'analogo evento, svoltosi però a Modena nella Casa-Museo di Enzo Ferrari, relativo alla mostra «Capolavori senza tempo» che fino al 17 febbraio 2020 offre un percorso cronologico tra le più belle ed eleganti vetture prodotte a Maranello dal 1948 ai giorni nostri, mettendole in relazione con le più significative epressioni di industrial design «extra settore» dell'epoca corrispondente. Oggetti come le straordinarie creazioni di Marco Zanuso per Brionvega, dalla rivoluziaria radio «apribile» Cubo del 1962 al leggendario televisore Algol del '64, degni «scudieri» di alcune meravigliose Ferrari dello stesso periodo come la 250 Gto piuttosto che la 330 Gtc.

Mentre l'iMac G3 del 1998, prima incarnazione dell'idea Apple di computer da scrivania, esemplifica la svolta «tecnologica» del design alle soglie del terzo millennio, la cui espressione più recente si affida al Gear VR, il visore di realtà virtuale firmato da Samsung nel 2016 che affianca la coetanea Ferrari Gtc4, raffinata e bellissima come l'ancor più esclusiva Monza SP1 del 2018. Anche se – come ricorda una della frasi celebri attribuite al fondatore – «La Ferrari più bella è quella che dobbiamo ancora fare».

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Venerdì 10 Maggio 2019 - Ultimo aggiornamento: 12:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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