L originale Wagoneer Roadtrip, si basa sul modello originle del 1965, ma presenta in aggiunta un passo allungato di cinque pollici.

Jeep, sfilano al Moab i sette magnifici concept esibiti all'Easter Safari

di Nicola Desiderio
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UTAH - Sette, come le feritoie che da sempre tagliano verticalmente la calandra delle Jeep e come i concept con i quali la casa americana ha onorato, come di consueto, l’Easter Safari di Moab facendo sfoggio di tutte le possibilità di personalizzazione tecnica ed estetica concesse dai cataloghi Jeep Performance Parts, sviluppati da Mopar e che vengono scelte dalla quasi totalità dei clienti Jeep.

Per la nuova Wrangler sono già pronti già oltre 200 accessori e Moab è l’occasione ideale per metterli in vetrina. Ma la nuova nata non è stata il solo oggetto di attenzione. La B-Ute infatti è una Renegade alla quale, tra le molte cose, è stato rialzato e allargato l’assetto e arricchito l’abitacolo, ma il motore 2.4 con cambio a 9 rapporti non è stato toccato. Operazione nostalgia per la Wagoneer Roadtrip, una replica del grande Suv prodotto dal 1963 al 1991. La cassetta degli attrezzi è fatta con il coperchio del motore originale, un 6 cilindri da 3,8 litri della famiglia Tornado sostituito qui da un V8 5.7 Hemi con cambio automatico a 4 marce. Sguardo rivolto al passato anche per la Jeepster ispirata all’omonimo modello del 1966, ma realizzato sulla base della Wrangler. Anche per lei assetto rialzato, in più look giocato tra bianco e rosso, sia dentro sia fuori, la ruota di scorta è stata spostata all’interno e un impianto luci a Led da 8.000 lumen, abbastanza per illuminare tutta la Spanish Valley. La 4Speed fa di tutto per alleggerirsi: cofano, parafanghi e passaruota sono in fibra di carbonio, i pannelli della carrozzeria e all’interno in alluminio forato mentre l’assetto è stato rialzato di 5 cm e sono stati modificati assali, cerchi e pneumatici mentre rimane di serie il 2 litri turbo con cambio a 8 rapporti.

Stesso motore per la Nacho, una Wrangler verniciata di giallo con le portiere sostituite da strutture tubolari che lasciano vedere meglio l’allestimento interno con sedili in pelle Katzkin nera cucita con filo color tungsteno. I predellini laterali sono rivestiti nello stesso materiale usato all’interno dei cassoni del pick-up Ram e la vettura è dotata di verricello e di un sistema capace di variare l’altezza. Ispirata alle auto che corrono il Baja California, anche la Sandstorm è basata sulla Wrangler, ma sotto al cofano ha un possente V8 6.4 provvisto di una cavalleria spaventosa.

Per supportarla ci sono un assetto irrobustito, sedili a guscio e una plancia comandi studiata per una guida sportiva. Più orientata allo stile è la J-Wagon con carrozzeria a 5 porte e sviluppata a partire dalla Wrangler Sahara. L’abitacolo è impreziosito con finiture esclusive, è a tenuta stagna e c’è anche lo snorkel, nel caso a qualcuno venga in mente di guadare un fiume. Il marchio Willys nero sulla cerniera del cofano è il tocco finale, degno di un marchio che fa di storia e tradizione i propri valori fondanti.
 

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Domenica 6 Maggio 2018 - Ultimo aggiornamento: 07-05-2018 15:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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