Il frontale della Lamborghini Countach

Countach, video-serie racconta l'icona Lambomghini. Ogni lunedì, per quattro settimane, sui canali social della casa

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Una video-serie per raccontare i cinquant'anni della storica Countach. Il progetto è quello ideato da Automobili Lamborghini per celebrare l'importante anniversario di una delle sue vetture più iconiche: ogni lunedì, e per quattro settimane, proporrà sui propri canali social una serie di video volti a raccontare l'eredità della Countach. Il primo protagonista della serie, la prima puntata è stata trasmessa ieri, è stato il designer Marcello Gandini, che disegnò le linee futuristiche della supercar in un'epoca dove la libertà stilistica e tecnica lasciata ai progettisti di allora era quasi assoluta, con pochissimi vincoli normativi e regolamentari.

La storia di Countach risale all'estate del 1970, quando Ferruccio Lamborghini preme sui suoi uomini per avere una vettura rivoluzionaria, che possa riuscire nell'impresa, non facile, di rimpiazzare un'icona come la Miura. La nuova vettura doveva essere tecnicamente avanzata e più veloce, capace di diventare la vettura sportiva simbolo degli anni '70. Si tiene il motore 12 cilindri, aumentandone la cilindrata da 4 a 5 litri, e cambia la sua posizione sulla vettura, da trasversale posteriore a longitudinale posteriore. Per poterlo fare, evitando i limiti di un cambio a sbalzo posteriore, il responsabile tecnico della casa inventa una nuova soluzione tecnica, con il cambio posizionato davanti al motore, praticamente quasi a ridosso dei sedili, e l'albero di trasmissione che passa dentro al monoblocco.

Dal punto di vista stilistico, Marcello Gandini, capo dello stile della Carrozzeria Bertone, decide di abbandonare le forme arrotondate che avevano caratterizzato gli anni '60 e disegna una vettura bassissima, larga e tutta spigoli. E non è solo per soddisfare una necessità tecnica, legata all'altezza del telaio nella sua parte laterale, o per guadagnare qualche centimetro in larghezza per migliorare l'accesso a bordo, che Gandini decide di utilizzare delle porte ad apertura verticale. Così facendo, infatti, incontra il plauso di Ferruccio per un'ulteriore innovazione e, anche se non lo sa ancora, realizza quello che da allora diventerà uno dei tratti più distintivi di tutte le 12 cilindri prodotte a Sant'Agata Bolognese.

Le forme spigolose divennero in campo automobilistico il simbolo stilistico degli anni successivi e diedero vita a un modello che restò in produzione, con pochissime modifiche, per diciassette anni. Durante i lavori per la realizzazione del primo prototipo, denominato LP 500, che doveva essere pronto per il salone di Ginevra del Marzo 1971, la parola 'Countach' fa la sua apparizione. E' un'esclamazione del dialetto piemontese, che indica sorpresa e ammirazione per qualche cosa. Nel 1973 nasce la prima generazione, la Countach LP 400, rispetto al prototipo si renderanno necessarie parecchie modifiche, soprattutto legate al raffreddamento del motore e all'ingresso aria nel suo vano, e per questo motivo verranno aggiunte due prese d'aria laterali Naca e due convogliatori sopra le prese d'aria del radiatore. Cambia anche leggermente la forma del frontale, alzato di un paio di centimetri. Dopo i primi test su strada, il motore 5 litri si rivela ancora troppo acerbo e delicato e viene sostituito con un motore da 4 litri. Al Salone di Ginevra del marzo 1973 debutta ufficialmente la Countach LP 400, con la vettura telaio 1120001. 

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Domenica 25 Luglio 2021 - Ultimo aggiornamento: 27-07-2021 12:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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