Il Maserati Multi 70 timonato da Giovanni Soldini che ha conquistato il record della rotta Hong Kong- Londra

Maserati, da Manuel Fangio a Giovanni Soldini: Il Tridente è ripartito alla conquista del mondo

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

LONDRA - C’era una volta la Maserati che vinceva in Formula 1. Anni 50. Due volte campione del mondo con Juan Manuel Fangio. Oggi c’è una Maserati che vince nella vela d’altura. Anno 2018. Ai comandi del trimarano Multi 70 con le insegne del Tridente, Giovanni Soldini, lo skipper delle sfide impossibili. Con un equipaggio di grande valore (Guido Broggi, Sébastien Audigane, Oliver Herrera Perez, Alex Pella) affronta le insidie del mare e del vento e stabilisce il record della traversata Hong Kong-Londra, la mitica rotta del tè battuta due secoli fa dai clipper in legno dei capitani coraggiosi naufragati nella nostra memoria.

36 giorni, 2 ore, 37 minuti e 2 secondi il tempo impiegato per coprire la distanza di 15.083 miglia, navigando alla media di 17,4 nodi. Migliorato di quasi una settimana (5 giorni e 19 ore) il precedente primato appartenente a Gitana 13, maxi catamarano di 100 piedi (poco più di 30 metri) che nel 2008 aveva concluso la traversata in 41 giorni.

Alle ore 13,20 e 26 secondi Maserati Multi 70 ha tagliato l’ideale linea del traguardo posta lungo il Tamigi, sotto il ponte Queen Elizabeth II, nel cuore di Londra. Un’ambientazione suggestiva, che ha contribuito a regalare fascino e straordinaria eco mediatica all’impresa. Un’impresa densa di valori sportivi, tecnici e di immagine. L’immagine d’un’Italia vincente, visto il nome della barca e dei suoi sponsor, per non dire dello stesso Soldini. Che all’arrivo, stanco e felice, ha festeggiato l’impresa con gioia, ma s’è sentito anche in dovere di lanciare un allarme al mondo: «Il mare è in condizioni pietose, più inquinato che mai, si deve fare qualcosa».

Sul piano squisitamente tecnico, la lunghissima traversata s’è risolta in una sfida corpo a corpo con il meteo: basse e alte pressioni, sfuriate di maltempo, bolle, venti a volte troppo deboli, altre troppo forti (e freddi), come nella parte finale, quando il traguardo era ormai alle viste. «Le ultime 48 ore sono state molto toste, nella Manica siamo andati di bolina, con tanto vento, tanto mare e un freddo tremendo – ha raccontato Soldini -. Il record è andato benissimo, e siamo felici, ma si poteva fare ancora meglio. Con condizioni meteo più favorevoli in Atlantico avremmo potuto guadagnare altri tre o quattro giorni».

Tra i rimpianti, la necessità di scavalcare l’equatore passando da Est: una scelta obbligata. Un'imprevista bolla di vento leggero ha rallentato il passaggio in Sierra Leone il ventitreesimo giorno. «Si dovevano superare le basse pressioni e una depressione tropicale stazionaria vicina alla costa – ha raccontato Soldini -. La situazione dell’anticiclone delle Azzorre rimaneva atipica, impossibile andare ad aggirarlo passando da Ovest, l’opzione a Est doveva continuare».

Dal 25mo al 30mo giorno, dunque, Maserati ha bordeggiato lungo le coste dell’Africa occidentale fino alle isole Canarie, dopo aver superato anche un’altra depressione tropicale a terra. Il 31mo giorno ha avuto inizio il bordeggio di bolina contro il vento da Nord Est, avvicinandosi alle coste del Portogallo e arrivando, tre giorni dopo, nel Golfo di Biscaglia. Dove – ha raccontato Soldini – «Maserati ha preso ad andare molto veloce».

La barca ha avuto un solo problema: il decimo giorno si è rotto il timone sotto lo scafo di destra in seguito a una collisione con un oggetto a fior d’acqua. Il giorno dopo la pala è stata sostituita e la navigazione è ripresa al meglio, ma in quel frangente il vantaggio di Maserati Multi 70 sul tempo da battere ha toccato il suo minimo, scendendo sotto le 250 miglia. Avrebbe poi raggiunto il massimo il 22mo giorno, al passaggio dell’equatore, con un margine di 2.046 miglia.

Da notare che proprio per evitare guai di questo tipo (l’urto contro oggetti a fior d’acqua) prima della partenza erano stati smontati i foil, le “ali” che in condizioni di vento favorevoli sollevano l’imbarcazione dall’acqua e le fanno acquistare velocità. Una scelta dolorosa, visto che le prestazioni, senza foil, risultano inevitabilmente inferiori. Ma i rischi sarebbero stati troppo alti. “Il mare – ha denunciato Soldini – è pieno di rifiuti, casse di legno, reti, plastiche. Rappresentano un pericolo, soprattutto di notte, anche le piccole imbarcazioni di pescatori imprudenti, senza luci”.

Tenere alta la guardia, ovvero la concentrazione, per un periodo così lungo e in condizioni tanto difficili, non dev’essere stato per niente facile. Maserati Multi 70 – vale la pena ricordarlo – non è certo uno yacht: è anzi una sorta di prototipo sperimentale, formato da tre scafi tenuti insieme da una struttura in carbonio, sviluppati in lunghezza per 21,2 metri, in larghezza per 16,8, con un albero alto 29 e un peso di 6,3 tonnellate (poco, in rapporto alle dimensioni). Per muoversi a bordo si cammina (a tentoni) su una sottile rete di nylon; sottocoperta si accede, tramite una scaletta, a una sorta di siluro a prova di test claustrofobico: lo spazio è angusto, e lì sotto ci si può concedere, a turno, soltanto qualche turno di riposo in condizioni di assoluta precarietà. Per il cibo c’è sì un fornellino, ma scatolette e liofilizzati stravincono. Unici spazi privilegiati sono quelli dedicati alla strumentazione hi-tech: meteo e rotte sono sotto controllo non-stop. E sempre vivo è il contatto con chi controlla la traversata via satellite.

Il presidente di FCA, John Elkann, grande appassionato di vela (e di tanto in tanto a bordo con Soldini) tre anni fa ha acquistato il “mostro” in Francia, dal Gitana Sailing Team del barone Benjamin de Rothschild, avventuratosi nella costruzione di questo multiscafo di 70 piedi progettato dallo studio Van Peteghem Lauriot-Prévost con il proposito di farlo volare sull’acqua, ma fermatosi a metà dell’opera. Finché non è arrivato Soldini, con tante idee, grandi ambizioni. E il sostegno di Elkann.

Il record Hong Kong – Londra ha dunque un valore speciale per lo skipper milanese e il suo equipaggio. Ma è un’impresa di straordinario valore mediatico per lo storico marchio delle auto di lusso modenesi. Maserati - vale la pena ricordarlo – è un marchio con oltre 100 anni di storia, che ha attraversato crisi durissime, passaggi di proprietà (la famiglia Orsi, la Citroen, De Tomaso, la Fiat) ma si è sempre risollevata e oggi fa parte, con onore, del polo del lusso di FCA, assieme all’Alfa Romeo. Sergio Marchionne, tra l’altro, ha appena rinnovato il management, con il compito di portare a compimento l’operazione rilancio che nel 2016 ha fatto registrare un incremento delle vendite del 30% e nel 2017 del 22%. 51.000 sono state le Maserati vendute l’anno scorso, con il Suv Levante nettamente davanti a Ghibli e Quattroporte (pronte a recuperare terreno grazie al recente restyling) e alle super sportive Gran Turismo e Gran Cabrio. L’obiettivo dichiarato per il 2018 è toccare quota 70.000. Buon vento.

  • condividi l'articolo
Mercoledì 28 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 01-03-2018 21:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti