La Mercedes Classe G

Classe G, specie dominante. Quarant’anni dopo, la leggenda continua. Il gioiello Mercedes resta un'icona

di Nicola Desiderio
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GRAZ - Il tempo migliora i migliori. Vale per i vini e vale anche per certe automobili: non le definiresti le più belle e non sono neppure le più potenti e veloci, ma sono quelle che riconosceresti anche in penombra. La Mercedes Classe G è una di quelle ed è impossibile cambiarle: sono idee cristallizzate nell’iperuranio delle autovetture, dedicato alle immortali e alle capostipiti di una gamma a ruote alte che conta 5 modelli (dei quali la EQC elettrica) e oltre 6 milioni di unità prodotte. Sarà proprio per questo la nuova Classe G ha festeggiato i suoi primi 40 anni cambiando completamente senza cambiare praticamente per nulla. Paradossalmente, è stata proprio questa la sfida più grande dal punto di vista tecnico: sposare il simbolo ai tempi, adeguando la forma squadrata e la sostanza di un veicolo duro e puro alle norme sulla sicurezza e sull’ambiente.
 

 

Non è certo questo che può spaventare un costruttore come Mercedes, che pensò alla Geländewagen – letteralmente: auto da fuoristrada – all’inizio degli anni ’70 come ad un veicolo militare. Ma gli inizi non furono dei migliori: perse infatti la gara per entrare nell’esercito tedesco e neppure bene andò la commessa da 20.000 unità per l’Iran: a rompere i piani industriali della casa tedesca ci fu la rivoluzione islamica e la conseguente cacciata dello Scià Reza Pahlevi che allora era tra gli azionisti di Daimler e aveva caldeggiato il progetto della Classe G. Eppure fu proprio in quel 1979 che il primo fuoristrada di Mercedes iniziò la sua carriera commerciale senza tralasciare quella militare che lo vede ancora in prima linea all’interno di molti eserciti. Il fascino della divisa si è trasformato presto in mito quando una G280E ha vinto la Parigi Dakar del 1983 e la funzione ha lasciato spazio a qualche volo pindarico come la versione AMG, le serie speciali 4x42 e 6x6, andate esaurite in un battibaleno nonostante il prezzo da appartamento in centro, o la Maybach Landaulet AMG G650: tiratura limitata a 99 esemplari, passo allungato, capote in tela, abitacolo da sceicco del deserto e nel cofano il più nobile dei motori con la Stella ovvero il V12 6 litri biturbo da 630 cv. Eppure la tradizione per i fuoristrada a Stoccarda non nasce con la Classe G né con il marchio Mercedes. La Daimler ha infatti dal 1951 un marchio di riferimento come la Unimog e pochi sanno che della Dernburgwagen del 1907. Fu progettata da Paul Daimler, figlio del fondatore Gottlieb, per Bernhard Dernburg, allora segretario di stato dell’ufficio coloniale di quella che si chiamava Africa Sud Occidentale tedesca e oggi è la Namibia. Era un colosso lungo 4,9 metri e alto 2,7, dal peso di oltre 3 tonnellate e mezzo. Aveva 4 ruote motrici e sterzanti, era spinto da un 4 cilindri 6.8 da 35 cv a 800 giri/min e Riusciva marciare sullo sterrato fino a 40 km/h superando pendenze del 25%, ma dopo la Prima Guerra Mondiale se ne persero le tracce. La Classe G è stata prodotta in oltre 300mila esemplari, l’80% ancora circolante, e la sua casa è il mondo. Eppure le sue vere origini non sono neppure in Germania, bensì nella regione austriaca della Stiria, famosa per i suoi vini, ma anche per essere la sede della Magna Steyr dove la Classe G è stata prodotta ininterrottamente dal ‘79.

La tedesca ha in zona anche quello che potrebbe essere definito il suo parco giochi o anche la sua palestra. Si chiama Schöckl ed è un monte alto 1.445 metri sulle cui pendici ogni Classe G si fa le ossa per 2.000 km, superando pendenze del 60% e inclinazioni laterali del 40%. Niente di eccezionale per un fuoristrada vero, ma al limite dell’autodistruzione se – come fanno i collaudatori – viene affrontato in discesa a 85 km/h con il riduttore inserito e il motore al massimo, saltando tra gli alberi e su mulattiere ricoperte da enormi lastroni di roccia. Ma la cosa più sorprendente è come la Classe G, dopo aver sfidato l’istinto di autoconservazione, possa riprendere la strada di Graz come se nulla fosse, con un comfort che non ha nulla da invidiare ad una normale auto, infarcita di tutte le tecnologie delle altre Mercedes, ma senza rinunciare a nessuna delle prerogative della Classe G come la carrozzeria separata dal telaio, più rigido del 55%, ma con un peso totale inferiore di 140 kg. Immancabili le sospensioni pneumatiche e la trazione integrale permanente con 3 differenziali bloccabili. Il cambio è automatico a 9 rapporti e i motori sono due: il diesel 6 cilindri 2.9 da 286 cv e il V8 biturbo 4 litri da 477 cv o da 585 cv della AMG G63 con i terminali di scarico laterali e un sound capace di increspare anche le pelurie più dure. Per la G ci vuole invece un portafoglio alquanto morbido: si parte dai 101.630 euro della G350d fino agli oltre 157mila della G63. È il prezzo dei migliori.
 

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Mercoledì 26 Giugno 2019 - Ultimo aggiornamento: 11:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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