La rinnovata Toyota Aygo

Nuova Aygo, comoda e agile. La citycar Toyota rinnovata nel look, migliora performance e maneggevolezza

di Giampiero Bottino
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COPEGNAGHEN - In principio fu la Yaris. Nata nel 1999 e distribuita in alcuni mercati (Giappone compreso) con il nome di Vitz, la prima piccola di casa Toyota prodotta in Europa (nella fabbrica francese di Valenciennes) divenne subito protagonista sul mercato continentale, conquistando la corona di «Auto dell’anno 2000» e un successo clamoroso soprattutto in Italia, dove è diventata un’autentica star del segmento B che da solo vale quasi il 40% del mercato. Un risultato che ha indotto il colosso giapponese a raddoppiare, portando la sfida nel segmento inferiore e puntando sulla partnership con un gruppo che con i consumatori europei e con le city car aveva una lunga e consolidata dimestichezza: i francesi di Psa.

Era l’atto di nascita della Aygo, che nel 2005 cominciò a lasciare – assieme alle «gemelle diverse» Peugeot 108 e Citroën C1 – le linee di montaggio della fabbrica di Kolin, nella Repubblica Ceca. Ed era l’inizio di un’altra storia di successo, testimoniata dalle oltre 760.000 unità vendute finora (dato superiore alle aspettative della stessa Toyota) nel Vecchio Continente – 200.000 solo in Italia – e dalla capacità di sdoganare il marchio nipponico agli occhi della clientela più giovane e dinamica. Un successo costruito non solo sulle qualità intrinseche della vettura, che non sono certo poche, ma anche sulla sapiente gestione del ciclo di vita di un’auto che – nell’arco delle due generazioni che si sono finora succedute e che sono separate da un’incisiva svolta stilistica – ha sempre saputo mantenersi al passo con i tempi e con le aspettative della clientela.

Una prassi rispettata anche dalla più recente declinazione del «cucciolo» Toyota, il model year 2018 che, pur mantenendosi nel solco stilistico tracciato dalla vettura lanciata quattro anni fa, propone significative modifiche finalizzate ad aumentarne l’appeal estetico e a migliorarne le caratteristiche dinamiche. Il frontale conserva il caratteristico disegno a X che ha debuttato con l’avvento della seconda generazione, ma si arricchisce di una grafica tridimesionale che rende il volto della rinnovata Aygo un look più moderno e aggressivo, anche se a tratti piuttosto tormentato.

Una scelta stilistica che David Terai, chief engineer del progetto, difende con convinzione («Abbiamo creato la migliore Aygo di sempre»), ritenendola decisiva per vivacizzare l’impatto estetico della vettura: «Fin dai primi passi dello sviluppo della seconda generazione eravamo consapevoli delle sfide che ci attendevano, a cominciare dalla necessità di superare lo scetticismo dei clienti affezionati al design più lineare del modello precedente. Abbiamo puntato su un look di maggiore impatto, capace di imporsi nel confronto con il crescente numero di competitor che rendeva il segmento A più stimolante, ma anche molto impegnativo».

Proprio nel frontale si concentrano i segni più evidenti del cambiamento: oltre all’introduzione dell’effetto 3D, sono state modificate le proporzioni del paraurti anteriore, mentre lo sguardo è stato diventato più limpido e penetrante grazie ai Led (introdotti anche nei gruppi ottici posteriori) delle luci di posizione che incorniciano i proiettori. Ad accentuare il carattere giovane e spigliato della Aygo 2018 contribuisce anche l’offerta di otto diverse livree due delle quali, metalizzate e di grande impatto visivo, introdotte proprio in questa occasione con il nome di Rich Blue e Magenta Splash, colore opportunamente definito «audace» e riservato alla versione x-cite. Oltre che accentuarne la personalità stilistica, i progrettisti Toyota hanno puntato a migliorare ulteriormente la dinamica di guida che già aveva contribuito a fare della Aygo un’autentica protagonista del traffico urbano in termini di stabilità, agilità e brillantezza.

Gli interventi sul 3 cilindri 1.0 da 72 cv, la cui validità è stata confermata nel corso della prova sulle strade danesi, si sono concentrati sull’obiettivo di ottimizzare il bilanciamento tra consumi e potenza anche ai livelli di coppia più bassi, per offrire una nuova e più appagante esperienza di guida soprattutto nel contesto urbano caratterizzato dall’incessante succedersi di «stop and go», oltre che sul miglioramento del comfort di marcia con la riduzione di rumorosità e vibrazioni. Tra le modifiche troviamo il nuovo sistema Egr di ricircolo dei gas di scarico e la doppia inezione che gioca a favore dell’efficienza della combustione.

Il motore, già vincitore di numerosi premi di categoria, è ora conforme allo standard Euro 6.2 sulle emissioni, che nel caso della CO2 si attestano sul valore medio di 95 g/km, in grado di calare a 86 g/km nel caso della declinazione più ecologica caratterizzata dalla presenza del sistema Stop & Start, dalle marce alte più lunghe e dall’utilizzo di pneumatici con basso coefficiente di resistenza al rotolamento.

 

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Giovedì 28 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 30-06-2018 10:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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