La Opel Manta in versione elettrica

Opel Manta, il passato che ritorna: è elettrica la sportiva di 50 anni fa

di Mattia Eccheli
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RÜSSELSHEIM - Al volante della Opel Manta ElektroMod, la auto d’epoca rivitalizzata a batteria dalla casa del Fulmine, si parte anche in terza. Dopo aver schiacciato e rilasciato la frizione. Quasi una “provocazione” del punto di vista tecnico, visto che i motori elettrici hanno sostanzialmente solo due andature: avanti o indietro. La vettura tedesca che ha quasi mezzo secolo e 55.000 chilometri percorsi monta una trasmissione manuale a quattro marce il cui obiettivo è quello di regalare le emozioni di guida di un tempo, anche oggi che si muove a emissioni zero. Pure l’impianto frenante è nuovo, ma la reazione è “antica”. Nel senso che occorre spingere a fondo sul pedale e pazientare qualche frazione di secondo in più per ottenere la stessa reazione che si ha sulle auto di oggi.

Ma non c’è da preoccuparsi perché è esattamente quello che gli ingegneri volevano: abbinare un’esperienza di guida quasi “vintage” a una tecnologia “moderna”. La Opel Manta Gsi montava un millesei benzina da 80 cavalli che la spingeva fino ai 164 orari, mentre la Gse di oggi raggiunge anche i 180 all’ora grazie all’unità elettrica da 147 cavali e 255 Nm di coppia piazzata all’anteriore, dove il peso è rimasto invariato rispetto al modello originale della signora Hertha Müller. La batteria da 31 kWh capace di assicurare fino a 200 chilometri di autonomia è stata sistemata sull’asse posteriore, dove viene trasferita anche la trazione.


Sulla bilancia la Manta fa segnare 175 chilogrammi in più, ancora quasi una superleggera con i suoi poco più di 11 quintali. La vettura sviluppata per celebrare il mezzo secolo del modello è stata accolta con grande entusiasmo: lo si intuisce anche guidandola fuori dal quartier generale di Opel, dove – indubbiamente anche per la carrozzeria gialla (la stessa tinta della prima bici da corsa del costruttore tedesco) e nera – gli automobilisti la sorpassano con calma e le rendono poi omaggio con il pollice rivolto verso l’alto.
A ogni curva si allenano i bicipiti, perché non c’è servosterzo al volante. La lunga leva del cambio centrale ricorda a chi ha una certa età o propri anni “enti” o “enta”. Naturalmente le marce entrano facilmente, anche non esiste una reale necessità di cambiare: in terza si può fare sostanzialmente qualsiasi cosa.
I designer hanno rivisitato gli esterni, soprattutto al frontale dove hanno mantenuto la forma rotonda dei fari, ma hanno sostituito la mascherina con un grande schermo le cui forme richiamano il nuovo family feeling. I retrovisori esterni sono originali, anche se i rivestimenti sono stati cambiati. Nuovi ed “esagerati” i cerchi, di tre pollici più grandi rispetto a quelli del modello di serie: da 17 anziché da 14. L’effetto ottico è impressionante, perché la Manta Gse sembra molto più stretta rispetto alla Gsi.


L’interesse degli appassionati ha superato le aspettative dello stesso costruttore la cui posta elettronica è stata quasi intasata da richieste di informazioni e domande tecniche, inclusa la sua disponibilità sul mercato. Da semplice showcar, comunque omologata per la circolazione, potrebbe venire promossa a vettura a tiratura limitata. «Il business case è in corso di valutazione», sussurrano a Rüsselsheim. Per ipotizzare un possibile prezzo è ancora troppo presto, ma di sicuro servono almeno fra i 15.000 e i 20.000 euro per una macchina in buone condizioni. Poi tutto il resto. La storia della Opel Manta, insomma, potrebbe non essere ancora finita.

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Giovedì 18 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 18:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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