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La guardi di fronte, e credi di essere davanti a una Renault Captur, nota sport utility di segmento B, auto compatta (4,23 metri) e di bell’aspetto. Poi ti sposti per vederla di fianco e dal retro, magari dai pure un’occhiata nell’interno, e ti accorgi di essere al cospetto di un’auto tutta nuova, anche un po’ più grande. Altro che Clio! Parliamo della Symbioz, new entry di Renault nel segmento C, il più importante del mercato, lì dove la Casa francese ha scritto la storia (ricordate la Renault 16 di 60 anni fa?) e attualmente è già presente con modelli di successo come Arkana (4,51 metri) e Austral (4,57): auto di nuova generazione che rappresentano al meglio lo stato dell’arte anche in materia di motorizzazione ibrida.
Sfruttando il medesimo pianale della Clio, ma guadagnando spazio in lunghezza (4,41 metri), e dunque in spazio e comfort, la nuova Symbioz è dunque la più avanzata proposta di Renault nel campo dei modelli E-tech ibridi mirati a soddisfare le esigenze di una clientela in cerca di auto compatte, ma anche spaziose, ben equipaggiate e tecnologicamente evolute. Gran bel lavoro, non c’è che dire, destinato a rendere ultracompleta l’offerta della Casa francese. La quale – sarà bene dirlo sin d’ora – medita comunque ulteriori allargamenti della gamma Symbioz, con motorizzazioni ecologiche più potenti, attese per il 2025.
Più lunga, più slanciata e ovviamente più spaziosa della Clio da cui deriva, la nuova Symbioz si presenta con una calandra leggermente rivisitata, cerchi in lega diamantati da 19 pollici, nuova firma luminosa e molti accessori qualificanti. Ma ha i suoi punti di forza nella vivibilità all’interno dell’abitacolo, ovvero nello spazio dedicato ai passeggeri (fino a cinque), che possono sfruttare comandi elettrici per le sedute anteriori, la panca posteriore scorrevole (fino a 16 cm) e un vano bagagli che offre una capienza base di 492 litri, ampliabili a 624, o addirittura a 1582 ripiegando totalmente i sedili di dietro. A proposito di vano bagagli, vale la pena ricordare che non manca l’apertura automatica, attivabile passando un piede sotto la coda dell’auto (di serie sull’allestimento Iconic). Peccato solo che la soglia di carico/scarico sia un po’ alta.
Strumentazione e dotazioni sono molto simili a quelle della Captur. Due gli schermi: uno per il cruscotto digitale da 10,3 pollici, ben leggibile e con molte possibilità di personalizzazione, l’altro “touch” verticale da 10,4 pollici, che consente di gestire un valido e reattivo sistema di infotainment basato su Android Automotive, che include anche i servizi di Google. Ma il vero valore aggiunto, nell’abitacolo della Symbioz, è rappresentato da un optional davvero intrigante, che con ogni probabilità piacerà molto alle famiglie con bambini. Parliamo del Solar Bay, una sorta di “tetto magico” in cristallo, con cristalli liquidi all’interno del vetro che possono essere regolati su quattro livelli di luce tramite un comando manuale o vocale. Costa 1.500 euro. Non poco, ma c’è da scommettere che sarà molto richiesto.
Per il resto, Renault assicura “il meglio della guida connessa”, grazie al sistema multimediale openR link con Google integrato che consente di controllare il veicolo direttamente dallo schermo di bordo o dall’app My Renault. Più di 50 sono le applicazioni disponibili, tra cui Waze, SongPop for Renault, Amazon Music, compresa la gestione dell’auto a distanza tramite My Renault. In funzione della sicurezza non mancano gli ADAS di ultima generazione (ne sono previsti fino a 29) per una guida autonoma di livello 2. Tra le dotazioni, è prevista anche la frenata automatica d’emergenza in retromarcia, nel caso non si veda un ostacolo in manovra di uscita da un parcheggio.
In attesa dell’arrivo di altre motorizzazioni nel 2025, la Renault Symbioz è disponibile solo in variante E-Tech full hybrid 145 cv, ovvero la stessa soluzione meccanica adottata sulla Captur. Al 4 cilindri benzina 1.6 con 94 cv di potenza sono abbinati due motori elettrici, il primo da 36 kW e il secondo da 18 kW con funzioni di motorino di avviamento. La potenza complessiva è di 145 cv, mentre la batteria in dotazione è da 1,2 kWh di capacità. Caratteristica del sistema E-Tech è soprattutto la trasmissione automatica multimodale priva di frizione, con 4 rapporti dedicati al propulsore termico e 2 a quello elettrico. Come sempre, l’avvio della vettura è in modalità a zero emissioni, ma qui debutta la funzione E-Save, che permette di mantenere la carica della batteria ad un minimo del 40%, evitando cadute di prestazioni.
La velocità massima è di 170 km/h, con accelerazione 0-100 in 10,6 secondi. L’autonomia dichiarata arriva fino a 1.000 km, ed è provato che in città si può guidare fino all’80% del tempo in elettrico, risparmiando fino al 40% di benzina. Grazie alla frenata rigenerativa, poi, la batteria si ricarica automaticamente quando si decelera e si frena. Ovviamente non c’è necessità di una presa di corrente, come sulle ibride plug-in.
La trazione è anteriore e il comportamento stradale è molto simile a quello della Captur, anche se l’auto è un po’ più pesante (1.380 kg) e dunque meno agile. Ciò detto, non è da escludere un comportamento dinamico soddisfacente anche nel fuoristrada leggero: l’auto ha infatti un’altezza da terra di 17 cm e può essere richiesta anche con il sistema Extended Grip, che ottimizza la trazione sulle superfici a scarsa aderenza, come neve e fango.