ROMA - Gli automobilisti italiani non si dimenticano del gommista: nel 2018 il 69% ha infatti dichiarato di aver effettuato una visita dallo “specialista delle gomme" nei 12 mesi precedenti. Per questo motivo è particolarmente importante affidarsi a specialisti di provata esperienza ed affidabili, senza cercare in maniera forsennata quello più economico. Per mantener alto lo standandard di qualità un aiuto viene anche dai controlli delle forze dell'ordine.
Infatti sono stati 749 i controlli effettuati nel 2018 dalla Polizia presso i gommisti di tutta Italia. 166, che sono il 22% degli esercizi controllati, sono risultati fuori norma con ben 69 esercizi abusivi, ovvero non iscritti in Camera di Commercio come titolati ad esercitare la professione di gommista, pari al 9% del campione. In totale sono state elevate 280 sanzioni con 35 denunce all’Autorità Giudiziaria e 63 sequestri. Questi, in estrema sintesi, i numeri forniti da Giovanni Busacca, Direttore del Servizio Polizia Stradale, durante il Convegno dal titolo Pneumatici e Sicurezza Stradale: la voce degli operatori del settore e il ruolo chiave del gommista che si è svolto a Roma presso la sede dell’ACI.
Numeri particolarmente allarmanti che preoccupano non solo la Polizia ma anche le Associazioni di Categoria. Tutta la filiera plaude a questi controlli e prende le distanze da questi soggetti che non possono essere considerati dei professionisti, ma delle eccezioni all’interno di una categoria sana. Questi controlli hanno il merito di sollevare ancora una volta il problema della sicurezza stradale legata ai pneumatici. Infatti, un gommista che opera nella legalità offre all’automobilista sicurezza, rispetto ambientale e lavoro qualificato.
Come sottolinea Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma, “non basta produrre gomme nel rispetto di tutte le normative tecniche e giuridiche, aver acquistato le marche più note a garanzia di qualità del prodotto, aver scelto gomme omologate e adatte al proprio veicolo e al periodo stagionale, ma è necessario poi prestare la massima attenzione al corretto montaggio e alla successiva manutenzione”. Innumerevoli sono state in quasi 20 anni di collaborazione tra le Associazioni e la Polizia le occasioni in cui proprio dai controlli sono emerse criticità sul mercato, a cui poi è seguita una attività di rappresentanza per la loro soluzione.
“E’ necessario intervenire efficacemente per arginare un fenomeno che incide negativamente su tutto il sistema della circolazione” sottolinea Giovanni Busacca, Direttore del Servizio Polizia Stradale, “I pericoli che derivano da una condotta sconsiderata ed illegale quale è quella del montare pneumatici non omologati o la pessima manutenzione degli stessi, impongono maggior attenzione e controlli sempre più serrati sui soggetti che operano in tutta la filiera. Mettersi alla guida con pneumatici lisci, danneggiati, non conformi a quanto previsto dalla normativa, espone i conducenti ad un elevato rischio di incidenti stradali. La Polizia Stradale in questo è da sempre attiva attraverso un impegno a 360 gradi che va dalla formazione dei nostri operatori, alla prevenzione, ai controlli e alla repressione.”
Renzo Servadei, Segretario Generale di Federpneus e Amministratore Delegato di Autopromotec, la biennale internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, ricorda che “l’automobile è sempre più tecnologica e questo vale anche per il sistema ruota. Le forme di noleggio che includono anche i servizi di assistenza sono il futuro prossimo della mobilità. La scelta di una gomma auto, già oggi complessa, sarà sempre più determinante in futuro con veicoli a propulsione elettrica oppure ibrida, oltre alle attuali motorizzazioni. In questo scenario ormai prossimo è fondamentale la figura del gommista che deve essere un vero e proprio professionista nella consulenza per la scelta ed il montaggio dei pneumatici”. Da non sottovalutare poi il tema del collegamento del sistema ruote con i vari apparati elettronici che presiedono l’assistenza alla guida. Già oggi è obbligatorio il controllo di pressione e in molti casi, per i nuovi modelli che hanno il livello 2 di assistenza, in caso di regolazione dell’assetto è necessario regolare anche i parametri dell’auto, per indicare al computer di bordo l’informativa corretta sul nuovo assetto.
Tutte le Associazioni intervenute chiedono che venga riformata e adattata alle nuove esigenze dell’evoluzione tecnologica la legge 122/92 che disciplina il sistema di autoriparazione. E’ necessario definire programmi di formazione omogenei sul territorio nazionale per il responsabile tecnico, che contengano le corrette procedure e un elenco di attrezzature minimali da mantenere tarate. Se una corretta manutenzione del veicolo è l’elemento essenziale della sicurezza di tutti noi, un ruolo essenziale lo assume la legalità: il gommista dovrà investire in formazione e informazione ed attrezzature. Chi lavora in nero, evadendo IVA e contributo ambientale, chi lavora con apparecchiature non idonee, chi monta gomme usate di dubbia provenienza ed idoneità, può fare certamente quotazioni più basse ma la differenza di prezzo la pagano l’automobilista e la sicurezza in strada, nostra e degli altri. I controlli delle forze dell’ordine sono utili a far emergere il fenomeno che andrà fatto seguire da un’azione di emarginazione, da parte di tutti, nessuno escluso. Questo a beneficio della collettività.
Giuseppe Calì, portavoce nazionale di CNA per la sezione gommisti, parla di “un contesto di diffuso «fai da te ,e crisi del mercato che hanno conseguenze negative sulla sicurezza stradale e producono concorrenza sleale e danni ambientali”. CNA conferma insieme alle altre Associazioni di categoria come sia fondamentale la legalità, che passa da controlli e sanzioni ma anche attraverso la formazione del gommista e la professionalità, e soprattutto dalla riforma della legge 122/92. La richiesta della filiera tutta, è dunque quella di una seria riforma della legge 122/92 che istituisca un elenco di attrezzature minime per svolgere l’attività di gommista, il ripristino del registro esercenti attività di gommista, dichiarazione di conformità, regolamentazione in senso restrittivo delle riparazioni ambulanti e poi, controlli e sanzioni severe per chi fosse trovato fuorilegge.
E’ evidente che il gommista può svolgere un ruolo determinante per il rispetto della normativa ambientale. Il suo impegno e la sua coscienza ambientale rappresentano elementi fondamentali per evitare uno scorretto smaltimento degli pneumatici a fine vita. Questo è un valore che tutte le Associazioni della filiera si impegnano a perseguire invitando anche gli automobilisti ad una collaborazione controllando l’emissione di scontrini fiscali e di contributi ambientali.
Peraltro la corretta manutenzione è già di per sé un formidabile fattore di rispetto dell’ambiente: controllando semplicemente la pressione si risparmia carburante e si consuma meno il pneumatico. Lo stesso vale per gli altri elementi della manutenzione, vale a dire assetto, equilibratura, controllo dei danneggiamenti.
Angelo Sticchi Damiani, Presidente Automobile Club Italia ricorda che “Gli automobilisti italiani spendono ogni anno più di 8 miliardi di euro in pneumatici, ma troppo spesso non prestano costante attenzione alla loro corretta manutenzione, dimenticando il ruolo strategico degli pneumatici per la sicurezza stradale ma anche per l’economia di esercizio. Una gomma sgonfia o logoro allunga la frenata, diminuisce la stabilità del veicolo e compromette l’efficienza dei sistemi elettronici di bordo come Abs ed Esp, aumentando anche i consumi di carburante, per il quale spendiamo più di 35,5 miliardi di euro ogni anno. Il nostro continuo impegno formativo dei conducenti si rafforza oggi di un’azione sinergica di sensibilizzazione che coinvolge tutta la filiera degli pneumatici, che siamo ben lieti di presentare presso la sede di ACI”.