Audi SQ6 Sportback e-tron: la potenza silenziosa dell’elettrico sfida il deserto del Sahara

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DJERBA – All’inizio sembrava un esperimento visionario, quasi un paradosso: portare un Suv elettrico tra le dune del Sahara, dove il vento cancella ogni traccia e il calore mette alla prova anche i motori più robusti. Eppure è proprio qui che l’Audi SQ6 Sportback e-tron ha trovato il terreno ideale per dimostrare di essere qualcosa di più di un concentrato di tecnologia. Da Houmt Souk, sull’isola di Djerba, fino all’oasi di Ksar Ghilane e ritorno, il viaggio ha attraversato villaggi, piste sterrate e distese di sabbia per oltre 500 chilometri, un percorso che un tempo sarebbe stato impensabile per un’elettrica. Oggi invece diventa un banco di prova ideale per la mobilità silenziosa, efficiente e senza intaccare il fascino dell’avventura.
L’alba tunisina accende il deserto di riflessi dorati mentre la SQ6 scivola tra le dune con un sussurro impercettibile. Nessun rombo, nessun fumo, solo il fruscio della sabbia sollevata dagli pneumatici. È l’immagine perfetta della nuova frontiera Audi: unire la tradizione Quattro del marchio di Ingolstadt al linguaggio dell’innovazione e dell’elettrico. Oggi i modelli a elettroni di Audi non hanno nulla da invidiare alla controparte endotermica, anzi in gran parte delle situazioni riescono ad essere anche superiori.

Questo lo si può percepire nella SQ6 Sportback, costruita sulla piattaforma PPE (Premium Platform Electric) sviluppata insieme a Porsche, la stessa che ha dato vita a una nuova generazione di modelli a zero emissioni. Tanto efficaci negli spostamenti quotidiani su asfalto che altrettanto sulla sabbia del deserto, tra i salti, le dune e le temperature estreme del Sahara.
Sotto la carrozzeria scolpita da linee tese e proporzioni da coupé, si nasconde una sofisticata architettura a 800 Volt che alimenta due motori elettrici: uno asincrono anteriore e uno sincrono posteriore, per una potenza complessiva di 517 Cv e 820 Nm di coppia. L’accelerazione da 0 a 100 km/h, coperta in 4,4 secondi, e la velocità massima di 230 km/h la collocano tra le sportive più brillanti del segmento, ma è la gestione della trazione integrale Quattro elettrica a fare davvero la differenza.

Infatti la distribuzione dinamica della coppia privilegia il retrotreno garantendo, così, una trazione precisa anche sul fesh-fesh, quella sabbia impalpabile che mette in crisi i fuoristrada tradizionali e persino i mezzi appositamente preparati che affrontano la Dakar. In modalità offroad plus, il SUV coupé si solleva di 45 millimetri rispetto all’assetto standard e modula istantaneamente la coppia per adattarsi alle superfici più insidiose.
L’interprete di tutti questi comandi è la piattaforma elettronica HCP1, il vero cervello della vettura. Coordina sospensioni pneumatiche adattive, frenata rigenerativa e risposta dei motori, restituendo un feeling di guida naturale e progressivo anche dove il terreno sembra più impervio. Persino il modo di frenare cambia: tra le dune non si usa quasi mai il pedale del freno, perché la rigenerazione energetica rallenta la marcia in modo fluido, evitando di far affondare il muso nella sabbia. È una guida diversa, quasi intuitiva, dove l’acceleratore diventa l’unico strumento di controllo.

Per affrontare un ambiente tanto ostile, la SQ6 è stata equipaggiata con cerchi da 19” e pneumatici all-terrain. La pressione ridotta a 1,2 bar ha permesso di aumentare la superficie di contatto, migliorando il galleggiamento sulla sabbia. È bastato un tocco deciso ma costante sul pedale destro per farla salire sulle dune, dimostrando che la coppia elettrica, se gestita con sensibilità, può trasformare un Suv di oltre due tonnellate in un veicolo sorprendentemente agile. L’unica accortezza è non superare i 35 km/h, soglia oltre la quale il sistema abbassa automaticamente l’altezza da terra per preservarne la stabilità.
Anche se la temperatura esterna supera i 45 gradi, il sistema di gestione termica predittiva mantiene costante quella della batteria e dei propulsori, anticipando i picchi di calore grazie a un raffreddamento a più circuiti e a semiconduttori al carburo di silicio. È un dettaglio che racconta meglio di qualunque dato quanto la SQ6 sia progettata per resistere. Dopo oltre 250 km di percorso misto, tra asfalto, piste e sabbia, la vettura ha consumato solo il 65% della carica. Le Q7 diesel che la accompagnavano, invece, hanno perso metà serbatoio.

La notte all’oasi di Ksar Ghilane ha un fascino sospeso nel tempo. Da un lato le tende illuminate da lampade a gasolio, il falò al centro e il cielo trapunto di stelle, dall’altro lato, in un angolo del campo, le placide Audi e-tron collegate alle prese di ricarica per essere pronte ad affrontare un nuovo giorno, quasi come se fosse il meritato riposo del guerriero. L’indomani mattina, con le batterie di nuovo piene, il convoglio riparte tra le rovine del forte romano di Tisavar e il cippo in memoria alla battaglia del 1943 dedicato al generale Philippe Leclerc. Ancora una volta la storia e la modernità si incontrano grazie alla SQ6.
Durante il viaggio di ritorno, attraversando villaggi e mercati polverosi, il contrasto è ancora più forte. Tra vecchie utilitarie europee, motorini sgangherati e pick-up logori e arrugginiti, la silenziosa Audi appare come una vettura venuta dal futuro. Eppure, la sua presenza non stona: rappresenta la naturale evoluzione di un percorso tecnico e culturale che, pur cambiando pelle, conserva la sostanza di sempre. Il deserto mette a nudo la verità delle cose, e la SQ6 Sportback e-tron dimostra che l’elettrico non è sinonimo di fragilità.

Con la sua batteria da 100 kWh, un’autonomia di oltre 600 km, nel ciclo WLTP, e la possibilità di recuperare 260 km in soli dieci minuti grazie alla ricarica a 270 kW, questa vettura coniuga prestazioni ed efficienza come poche altre. Ma al di là dei numeri, quello che resta è la sensazione di un’impresa riuscita: un viaggio con un Suv elettrico in grado di affrontare nel silenzio più assoluto il difficile quanto affascinante deserto del Sahara.
Quando il convoglio lascia Ksar Ghilane e le ultime dune scompaiono negli specchietti il pensiero, quasi inevitabilmente, porta alla mente il successo di Audi nella Dakar 2024. La Casa dei Quattro anelli, con la sua RS Q e-tron, è infatti stata la prima vettura range extender, e con spinta elettrica sulle ruote, a conquistare l’affascinante quanto duro rally raid più famoso del mondo. Così come Carlos Sainz ha centrato l’impresa di vincere la Dakar, anche noi, nel nostro piccolo, siamo riusciti a portare a termine una missione ambiziosa ma in grado di sfatare, una volta per tutte, il falso mito che vuole l’elettrico solamente relegato in città.



