La Hyundai Kona Hybrid

Hyundai, un pokerissimo dell’elettrificazione. La Kona ibrida scende in strada

di Alberto Sabbatini
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BOLOGNA - Sapete qual è il marchio automobilistico più “elettrificato” al mondo? No, non è Tesla ma la coreana Hyundai. L’unica industria finora a proporre e già vendere sulle automobili della propria gamma ben cinque diversi generi di motori in qualche modo elettrificati.

C’è l’elettrico puro (su Kona e Ioniq), quello generato dall’idrogeno (su Tucson), l’ibrido plug-in (su Ioniq), il mild hybrid (su Tucson) e da poco anche l’ibrido tradizionale. Che è arrivato a fine 2019 ad allargare la gamma della Kona, il Suv di taglia piccola di grande successo.
La Kona è uno Sport Utility lungo appena 418 cm che in poco più di quattro metri riassume tutte le qualità fondamentali che hanno decretato negli anni il successo dei Suv: grande abitabilità, massima versatilità d’impiego e posizione di guida rialzata che trasmette sicurezza a chi è al volante. Mancava soltanto un puzzle del mosaico alla Hyundai Kona per offrire un pacchetto davvero completo: una motorizzazione ibrida.

Ed è su questo propulsore che Hyundai punta nel 2020 per la Kona. Monta un 4 cilindri 1.6 a benzina a iniezione diretta abbinato a un motore elettrico che eroga complessivamente 141 cavalli. È un sistema full hybrid ma senza spina di ricarica (plug-in). La Kona Hybrid è venduta in tre allestimenti: Xtech, XPrime e Xcellence con prezzi a partire da 26.300 euro fino a 32.000 euro. Secondo gli strateghi commerciali di Hyundai, saranno proprio le automobili full hybrid le più richieste dal pubblico nel prossimo futuro. Questo perché l’ibrido tradizionale andrà a intercettare il gradimento sia di chi sta abbandonando il diesel che quello di coloro che sono spaventati dai costi superiori di acquisto dell’elettrico puro o dei plug-in. L’ibrido è destinato a prendere il posto dei diesel tradizionali perché è parco nei consumi, non è osteggiato nella circolazione urbana e nello stesso tempo non richiede un sovrapprezzo sensibile. A titolo di paragone, la Kona Hybrid in allestimento intermedio (XPrime) costa 28.000 euro, cioé appena il 6% più del diesel di pari potenza.

Il motore a benzina della Kona Hybrid non è convenzionale: è a ciclo Atkinson, significa che ha un azionamento speciale dell’albero motore per privilegiare l’efficienza anche se a scapito delle prestazioni. Infatti il 4 cilindri 1.6 eroga appena 105 cavalli. Ma per la Kona Hybrid non è un problema, perché quel che viene a mancare in fatto di spunto e accelerazione ce lo aggiunge poi il motore elettrico. Il quale da solo garantisce un extra di 43 cavalli e porta la potenza complessiva a 141 cv. Infatti la Kona Hybrid, dal punto di vista della guida se la cava dignitosamente. Se siete sensibili e “leggeri” a dosare il gas, riuscirete anche a marciare in puro elettrico fino a 70/80 km orari, poi entrerà in funzione anche il motore termico, ma intanto avrete risparmiato un po’ di benzina.

L’aiuto del motore elettrico si sente soprattutto in accelerazione e ripresa. Un dato sopra a tutti gli altri lo dimostra: la nostra Kona Hybrid ha impiegato poco più di 7” nel classico test di ripresa da 80 a 120 km orari, che simula la manovra di sorpasso in autostrada dietro un veicolo lento. E poi vi toglierete delle belle soddisfazioni in fatto di consumi: la percorrenza media vera riscontrata da noi su strada (non quella a tavolino delle omologazioni) sfiora i 20 km/litro. Meglio di quasi tutti i diesel sul mercato.
 

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Mercoledì 22 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 24-01-2020 11:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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