La Mazda CX30

Mazda CX30, anima giapponese. S’infiamma la sfida fra i crossover

di Sergio Troise
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GIRONA - È arrivata in Italia con un’ambizione dichiarata: sfidare concorrenti importanti come Nissan Qashqai , Volkswagen T-Roc, Toyota CH-R Hybrid, protagoniste della fascia medio alta del comparto crossover, il più attivo e vivace del mercato. È la CX30, terzo crossover della gamma Mazda, nato sulla base delle esperienze maturate nei segmenti C e D con la CX3 e la CX-5.

Dalle due “muse ispiratrici” la nuova Mazda si distingue per le dimensioni intermedie (4,395 metri) e per la capacità di avvicinarsi ancor di più alla classe premium, grazie a uno stile piacevole, a versatilità, comfort e ricchezza di dotazioni, e anche a contenuti evoluti, che includono l’introduzione della tecnologia ibrida senza incidere troppo sui prezzi (oscillano tra 24.750 e 33.950 euro. Il tutto rientra nel piano Sustenible Zoom Zoom 2030, che prevede anche lo sviluppo dell’elettrificazione: entro il 2020 arriverà la prima Mazda full electric, nel 2021 la prima ibrida plug-in, mentre per ora si procede con le mild-hyrbrid. Sullo sfondo l’applicazione della filosofia Kodo e il rispetto del MA, valori della cultura giapponese mirati a «far trasparire la vita dalle nostre auto e a fare in modo che guidare sia facile e naturale come camminare».

Al di là dell’enfasi tipica della tradizione nipponica, la nuova CX30 è un’auto in grado di soddisfare al meglio i gusti europei, offrendo 4 comodi posti (anche se l’omologazione è per 5), un vano bagagli da 430 a 1.406 litri e una serie di plus per il comfort e la sicurezza. Tra questi spicca la telecamera a infrarossi che rileva la stanchezza del guidatore monitorando le palpebre anche attraverso le lenti da sole.

La qualità dei materiali e le dotazioni più qualificanti (schermo da 8,8 pollici, head-up display regolabile e disattivabile, comandi facili da usare per l’infotainment, impianto Bose con 12 altoparlanti) sono stati riportati pari pari dalla Mazda 3, auto con la quale la CX-30 condivide anche il pianale e le sospensioni: quanto basta per renderla una stradista impeccabile, in grado di contenere rollio e beccheggio e di tenere sotto controllo consumi ed emissioni. Quest’ultimo aspetto viene esaltato non solo dall’introduzione dell’ibrido sui propulsori a benzina (il pacifico 4 cilindri 2.0 litri da 122 cv e il brillante fratello maggiore da 180 cv), ma anche dalla geniale soluzione del sistema Skyactiv X, che unisce i vantaggi tipici del motore diesel a quelli del benzina.

Tutto ciò, abbinato al piccolo motorino ibrido a 24 volt e a un compressore volumetrico, assicura prestazioni elevate. In dettaglio: 0-100 in 8,5 secondi, 204 km/h, consumo medio tra 5,2 e 5,6 litri/100 km e CO2 tra 105 e 111 gr/km (le variazioni dipendono dal tipo di trazione, anteriore o 4x4). Assai meno brillante è il benzina da 122 cv, che condivide con il fratello maggiore la tecnologia mild-hybrid e dunque può avere accesso alle ZTL. Tutto ciò premesso, sia il benzina da 122 cv, sia il top di gamma da 180 non oscurano l’efficienza del diesel. Che è un 4 cilindri 1.8 con potenza di 116 cv/270 Nm in grado di fare della CX-30 un crossover equilibrato, potente quanto basta, capace di assicurare brillantezza, silenziosità, ottime prestazioni.
 

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Lunedì 25 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 26-11-2019 15:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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