
Toyota vince ancora, Lategan precede Loeb nella 5^ tappa. Al-Attiyah resta saldamente in testa. Giornata difficile per Audi

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RIAD – Toyota vince ancora nella Dakar 2022 riservata alle auto: la quarta su sei frazioni, includendo i due stage in cui è stata suddivisa la prima. Il sudafricano della scuderia ufficiale Gazoo Racing Henk Lategan, nonostante un problema con la sua portiera che non si chiude, si è aggiudicato la quinta tappa in 3 ore 53 minuti e 28 secondi precedendo di 118'' Sébastien Loeb (Bahrain Raid Extreme). Grazie al piazzamento odierno il “cannibale” transalpino ha ridotto di un paio di minuti il ritardo dal battistrada, il qatarino Nasser Al-Attiyah che ha guidato l'Hilux del costruttore giapponese al traguardo di Riad in ottava posizione.
Il podio di giornata è stato completato dall'argentino Lucio Alvarez (Overdrive Toyota), che ha reso appena 12'' a Loeb. Importante la quarta posizione del francese Mathieu Serradori (Srt Racing), che con il buggy sudafricano Century Cr6 si conferma nella Top 10 assoluta della Dakar. Dopo due tappe di fila sul podio – Carlos Sainz aveva vinto la terza ed era arrivato terzo nella quarta – il team Audi si è dovuto accontentare di piazzamenti di rincalzo.
Lo svedese Mattias Ekström ha chiuso ventesimo ed è risultato il migliore del terzetto cui la casa dei Quattro Anelli ha affidato il suv elettrico ad autonomia estesa Rs Q e-tron. Il ritardo dello scandinavo è stato di 18.41''. Lo spagnolo Sainz ha rimediato quasi un'ora e 4 minuti dal vincitore.
Nella generale provvisoria assoluta Al-Attiyah resta saldamente in testa con 35.10'' di margine su Loeb, al volante dell'Hunter T1+ sviluppato dalla britannica Prodrive per la scuderia del Golfo. Alvarez ha sfilato il podio virtuale a Yazeed Al Rajhi (anche il saudita corre per la Overdrive) e viaggia con 16 minuti di ritardo sul francese, ma con oltre un quarto d'ora di vantaggio sul compagno di squadra. Ekström si è ripreso la palma del migliore del team Audi Sport con un distacco di quasi 44 minuti su Sainz. Per Mr Dakar, Stéphane Peterhansel, una corsa da dimenticare, almeno per ora.