Gli interni della Renault Symbioz esposta a Palazzo Turati

Renault, alla Design Week contaminazioni tra automobili e casa

di Giampiero Bottino
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MILANO - Un austero ed elegante edificio nel centro di Milano. Una faccia neo-rinascimentale (l'edificio è della seconda metà dell'800) non troppo vagamente ispirata al ben più celebre Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Un cortile circondato da un leggiadro colonnato con il pavimento coperto per l'occasione da un tappeto di tulipani multicolori così folto da far invidia al mercato dei fiori di Amsterdam.

Fiori inconsueti per le tradizioni meneghine. Ma l'apparente contraddizione è presto spiegata: Palazzo Turati, nel cuore della città, è la sede del Fuorisalone olandese alla Settimana milanese del Design. Ed è qui che Renault ha deciso di allestire la sua installazione, progettata in collaborazione con la creatrice di tessuti Alexandra Gaca che ha firmato il rivestimento Bloko in materiali 3D che avvolge non solo i sedili della «regina della festa», la concept car Symbioz che approda per la prima volta in Italia, ma anche il grande divano circolare che la circonda.

Altra contraddizione: perché una marca francese deve presentarsi all'ombra di una bandiera che, pur condividendone i colori, non è quella nazionale? Anche in questo caso, il mistero ha una sua logica: è olandese Laurens van den Acker, il direttore del Design del gruppo Renault giunto a Milano per illustrare, oltre a questa scenografica vettura, la visione sua e del marchio sul futuro della mobilità.

Un futuro remoto, con orizzonte 2030, quello anticipato dalla Symbioz protagonista sullo stand Renault al Salone di Francoforte 2017 e presentata come un'estensione mobile della casa, capace di dialogare con essa fornendole se occorre anche parte della sua energia, ma anche di staccarsene per accompagnare il proprietario al lavoro o al circolo del golf. Perché la Symbioz, è un autentico salotto su ruote: quattro grandi porte ad apertura contrapposta (mentre le due sezioni del grande tetto trasparente si aprono ad ala di gabbiano, niente montante centrale, motore elettrico e guida totalmente autonoma, come conferma la collocazione delle quattro comode poltrone, con quelle anteriori orientate in senso opposto alla direzione di marcia.

Se la prospettiva del 2030 e dell'auto che come la Symbioz non prevede il volante è ancora lontana, il cammino dell'auto elettrica e autonoma per van den Acker porterà dei risultati significativi anche prima: nella sua visione chi ama la guida «potrà continuare a divertirsi quando lo desidera, salvo lasciare alla vettura il comando delle operazioni se il viaggio si diventa noioso». L'ingresso del mondo di Google e di Apple nell'abitacolo concederà agli uomini più libertà e più tempo libero, introducendo nuove modalità di impiego come la condivisione che «arriverà presto, magari attraverso sperimentazioni sul tipo di quella condotta a Goteborg, dove a 500 persone è stata offerta la possibilità di testare gratuitamente la mobilità intermodale, rinunciando all'uso del proprio veicolo. Dopo 6 mesi, l'85% dei partecipanti ha deciso di vendere l'auto di proprietà per affidarsi alla mobilità condivisa e integrata».

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Martedì 17 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 18-04-2018 16:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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